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Chignolo d'isola - Villag. Hare Krishna (BG)
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La storia del Tempio

lastoria

Ente Religioso

In contatto con Srila Prabhupada

27 ottobre 1976, Vrindavana

Hari Sauri: Srila Prabhupada era seduto alla sua scrivania e si stava applicando il tilaka in preparazione della sua passeggiata mattutina quando sentì il canto forte e melodioso delle preghiere di Brahma, la Brahma-samhita, provenire dalla stanza della Divinità, che era adiacente al suo appartamento. Chiedendo chi fosse il devoto che stava cantando, gli fu detto da Akshayananda Swami che era Yashodanandana Swami, che aveva imparato le preghiere e quella particolare melodia mentre era in viaggio nel sud dell'India. Egli entrava nella stanza della Divinità ogni giorno e cantava gli shloka mentre le Divinità venivano vestite. Prabhupada fu così contento che chiese a Yashodanandana Swami non solo di continuare ogni mattina con questa pratica ma anche di addestrare alcuni dei ragazzi della gurukula.

Srila Narottama Dasa Thakura

21 OTTOBRE 2024 - Scomparsa

narottama

Srila Narottama Dasa Thakura

Narottam das Thakura fu l'incarnazione degli insegnamenti Gaudiya. Egli comunicò l'amore per Dio mediante i suoi memorabili versi e visse quest'amore nello stesso sentimento poetico. Egli fu il devoto perfetto, il tipico messaggero del Divino, le cui caratteristiche i Sei Gosvami descrivevano ogniqualvolta la loro penna toccava una foglia di palma. Più di Srinivas e Syamananda, Narottam viene ricordato come il Gaudiya superlativo, forse perchè le concezioni filosofiche ultime del Vaisnavismo Gaudiya si riflettono in ogni suo canto. Di conseguenza, le imprese di Narottam sono state pienamente riconosciute dagli storici e dagli osservatori della tradizione Gaudiya. Non è possibile descrivere con precisione i meriti di Narottam, ma il noto storico Bengali Ramakanta Chakravarti ha riassunto perfettamente le sue maggiori imprese nel suo classico della cultura Bengali: L'importanza di Narottam Datta nella storia del movimento vaisnava post-Caitanya in Bengala può essere difficilmente compresa in tutto il suo valore.

Egli operò all'unisono con Srinivas Acarya per l'istituzione della dottrina di Vrindavana in Bengala. Fu uno degli organizzatori principali del festival di Kheturi in cui il punto di vista della dottrina di Vrindavana dominò alla fine sugli altri... Narottam Datta e i suoi discepoli derisero spavaldamente le caste. Egli fu eminente sudra-guru di molti brahmana e insieme ai suoi discepoli diffuse il Vaisnavismo a Murshidabad e a Rajshoy. Fu anche autore di numerose opere in cui vengono chiaramente delineati i suoi ideali spirituali. Talmente grande fu la sua autorità che persino i sahajiya devianti si servirono del suo nome per scrivere alcune opere settarie." Due importanti eventi collegati a Narottam Das Thakur ne accelerano l'apparizione. Il primo è l'apparizione in questo mondo di Lokanath Gosvami e il secondo è la predizione di Sri Caitanya Mahaprabhu sulla nascita di Narottam. Uno studio sulla vita di Narottam sarebbe incompleto senza un'analisi approfondita di questi due episodi.

 

Lokanath Gosvami

Lokanath Gosvami era figlio di Padmanabha Chakravarti e Sita-devi e nacque in un piccolo villaggio di nome Talakhadi nel Distretto di Jessore, nel Bengala Orientale. Secondo alcune fonti egli fu compagno di scuola di Caitanya Mahaprabhu a Navadvip. Quando Lokanath era molto giovane, forse negli anni dell' adolescenza, Mahaprabhu lo inviò a Vrindavana insieme a Bhugarba Gosvami per riscoprire i luoghi di pellegrinaggio legati ai passatempi di Krishna. Era un progetto importante. Il trascorrere del tempo e l'invasione delle potenze straniere avevano nascosto molti templi dell'area di Vrindavana. Il desiderio di Caitanya Mahaprabhu di recuperare questi luoghi perduti non nacque quindi quando inviò Rupa e Sanatana in quei sacri luoghi ma molto prima, con l'invio di Lokanath.

Caitanya Mahaprabhu inviò Lokanath con Bhugarba poiché nella Sua onniscienza sapeva che essi erano grandi amici sia in questa vita che nei lila eterni di Krishna. Oltre a ciò, la loro posizione nei liladi Krishna li metteva in grado di riconoscere l'esatta localizzazione dei numerosi luoghi di pellegrinaggio. Secondo il Gaura-ganoddesha-dipika, Lokanath e Bhugarba nella loro vita precedente erano rispettivamente Lila Manjari e Prema Manjari. Altre fonti sostengono che fossero Manjulati Manjari e Nandi-mukhi.

Probabilmente arrivarono a Vrindavana nel 1509 circa e vi rimasero per il resto della loro vita. Le maggiori imprese di Lokanath Gosvami a Vrindavana comprendono la costruzione del tempio di Gokulananda (oggi uno dei sette templi principali di Vrindavana), l'installazione della Divinità di Radhavinode e infine l'iniziazione di Narottam Das Thakur. Infatti, quando Caitanya Mahaprabhu inviò Lokanath a Vrindavana, lo avvertì che un giorno Narottam sarebbe arrivato ed egli lo avrebbe iniziato alla tradizione Gaudiya. Questa era la volontà di Sri Caitanya.

Alla ricerca di Caitanya Mahaprabhu

Secondo la leggenda Lokanath non lasciò mai Vrindavana ma c'è una storia ben documentata secondo la quale egli la lasciò per andare alla ricerca di Caitanya Mahaprabhu. Accadde circa un anno dopo il suo arrivo. Avendo saputo che Caitanya Mahaprabhu aveva preso il sannyasa, Lokanath venne sopraffatto dalla stessa confusione che aveva sommerso il padre di Srinivas, Caitanya das, e parti immediatamente per vedere Sri Caitanya nell'ordine di rinuncia appena adottato. Per raggiungere Puri, egli percorse lunghi e ripidi sentieri attraverso la foresta di Jarikhanda. Finalmente arrivò dopo parecchie settimane, ma solo per scoprire che Sri Caitanya era partito per il sud dell'India. Lokanath allora si diresse a sud e per molti mesi cercò di ritrovare il Signore. Dopo qualche tempo venne a sapere che Caitanya Mahaprabhu era ritornato a Puri. Seguendo il suo Maestro, anche Lokanath si diresse a Puri: questa volta, pensava, avrebbe finalmente incontrato Sri Caitanya.

Sulla strada per Puri seppe però che Sri Caitanya si trovava a Vrindavana. Allora Lokanath tornò a Vrindavana, ma quando vi arrivò gli dissero che Caitanya Mahaprabhu era appena partito, e che sulla strada per Puri sarebbe passato per Prayag e Benares. Lokanath non intendeva darsi per vinto ma Mahaprabhu gli apparve in sogno e gli disse che non doveva perdere così il suo tempo. Doveva restare a Vrindavana, disse Sri Caitanya, perché sarebbe stato per lui un tormento vedere il suo Signore nelle vesti severe di una persona rinunciata. Pieno di compassione per il Suo devoto Lokanath, Sri Caitanya gli chiese di trovare conforto ricordando la loro profonda relazione e meditando su di Lui e sui giorni trascorsi insieme a Navadvip prima che Lui prendesse il sannyasa. Subito dopo aver fatto questo sogno, Lokanath Gosvami divenne ancora più determinato ad iniziare il ritrovamento dei luoghi santi. Così fece, ma non riusci a fare molto prima dell'arrivo di Rupa e di Sanatana. In retrospettiva, sembra che il suo ruolo principale a Vrindavana sia stato quello di vaisnava più anziano, una guida per i devoti più giovani. Inoltre Lokanath Gosvami si preparò all'arrivo di Narottam das Thakur che lo avrebbe infine accettato come guru.

"O Narottam! O Narottam!"

Quando Caitanya Mahaprabhu decise di andare da Puri a Vrindavana, si fermò nel villaggio di Ramakeli per incontrare Rupa e Sanatana. In questa circostanza, Sri Caitanya guardò le profonde acque azzurre del fiume Padma, situato di fronte al villaggio di Kheturi nel Bengala Occidentale, e cominciò a gridare intensamente: 'O Narottam! O Narottam!'. Nityananda Prabhu, compagno costante di Sri Caitanya, non ne fu sorpreso. Sri Caitanya aveva già pronunciato in parecchie occasioni questo nome nel corso di kirtan particolarmente vivaci. Per questa ragione i Suoi devoti più intimi sapevano che presto avrebbe preso nascita una grande personalità perché Narottam significa letteralmente 'la persona più eccelsa'. Questa volta, però, Sri Caitanya gridava il nome di Narottam sommerso dalla gioia.

Le lacrime fluivano dai Suoi occhi con una forza incontrollabile mentre correva avanti e indietro come un pazzo. Nityananda Prabhu era preoccupato per la Sua salute. Non aveva mai visto il suo Maestro raggiungere un tale livello irrefrenabile, né Lo aveva mai visto versare lacrime d'amore con tale veemenza, quasi forzandoSi di perdere conoscenza. Sri Caitanya rivelò la ragione della Sua intensa estasi: 'Nityananda, Narottam nascerà presto a Kheturi-gram, oltre il Padma. Ciò avverrà quando saremo ancora in vita. Il kirtan è tutta la Mia vita e Narottam lo sosterrà. A Kheturi (Garer-hata), egli assorbirà il Mio kirtan-rasa con tutto il Mio amore. Sono ansioso che questo avvenga. Per ora, depositerò il Mio intenso amore nel Padma e quando verrà Narottam e vi si bagnerà, il Padma trasferirà su di lui il Mio amore'.

Il mattino seguente, Sri Caitanya, Nityananda Prabhu e i devoti riuniti fecero un estatico kirtan. Nityananda preavvertì tutti i devoti che Sri Caitanya avrebbe depositato il Suo amore nel Padma e che di questo amore si sarebbe un giorno impossessato un importante devoto di nome Narottam. Dopo il kirtan i devoti andarono a bagnarsi e quando Sri Caitanya entrò nel Padma, le acque cominciarono a straripare, incapaci di contenere il divino prema che Sri Caitanya vi stava depositando. In quel momento, si dice che il Padma personificato sia apparso a Sri Caitanya e ai Suoi devoti. Il Padma chiese al Signore: 'So che Tu vuoi che io consegni quest'amore a Narottam. Ma come farò a sapere quando verrà? Come potrò riconoscerlo?'.

Sri Caitanya rispose: 'Quando qualcuno entrerà nelle tue acque e le farà straripare, come ho appena fatto, e quando questa personalità ti procurerà una gioia immensa - egli sarà Narottam". Padmavati sorrise, offri i suoi omaggi e ritornò nella sua forma acquatica. Nityananda Prabhu era incantato dalla bellezza di questa scena sulle sponde del Padma e disse a Sri Caitanya che gli sarebbe piaciuto fermarsi lì. Sri Caitanya rispose che un giomo vi sarebbe ritornato perché sarebbe stato compito di Nityananda portare Narottam al Padma al momento giusto. Nityananda Prabhu è la personificazione del Guru-tattva e avrebbe quindi naturalmente guidato Narottam al fiume dove lo attendeva il divino tesoro dell'amore per Dio.

Nascita e infanzia

Intorno all'anno della scomparsa di Sri Caitanya, nel 1534, in un giorno di luna piena del mese di Magh (Gennaio-Febbraio), apparve in questo mondo Narottam Das. Come aveva predetto Sri Caitanya, egli nacque a Kheturi (nella frazione di Garer Hata) che si trova a circa settantadue miglia a nord-est dell'attuale Rampur Vojalijar, nel Distretto di Rajashoy del Bengala Orientale (ora Bangladesh). Suo padre era un grande re di nome Krishnananda Datta mentre il nome di sua madre era Narayani-devi. Essi erano favolosamente ricchi e di casta kayastha e crebbero il bambino come un nobile principe.

Durante la tradizionale cerimonia dell'anna prashanam, quando il piccolo mangia per la prima volta dei cereali, i genitori di Narottam vennero colti di sorpresa. Sembra che Narottam non volesse mangiare e voltasse la testa, disgustato alla vista del cibo. Tuttavia, poco dopo, quando arrivò un devoto vaisnava con del cibo simile ma offerto a Krishna, Narottam lo mangiò con grande entusiasmo. Tutti i presenti capirono che l'unica ragione per cui egli aveva inizialmente rifiutato i cereali era che essi non erano stati offerti. Questo rivelava chiaramente l'attitudine devozionale del bambino e i suoi genitori ne furono felici.

Col passare degli anni, Narottam diventò uno studente esemplare e imparò a fondo tutte le materie umanistiche e i libri religiosi. La sua attività preferita però era quella di sedersi ai piedi di un anziano brahmana di nome Sri Krishnadas, che recitava quotidianamente i divertimenti iniziali, centrali e finali di Sri Caitanya Mahaprabhu. Narottam gustò queste storie nel corso di tutta la sua infanzia e decise di votare la sua vita agli eterni principi del Vaisnavismo Gaudiya.

Prema-tali ghat

Un giorno, appena adolescente, gli apparve in sogno Nityananda Prabhu che gli disse: 'Domani, quando il sole comincerà a sorgere, dovrai fare il bagno nel fiume Padma. In quel momento riceverai la totalità del Gaur-prema, l'amore per Dio'. Quando Narottam si svegliò, obbedì immediatamente alla richiesta di Nityananda Prabhu. Entrando nel Padma, Narottam sentì sviluppare, dentro di sé, una totale trasformazione. Proprio in quell'istante, Caitanya Mahaprabhu apparve dinanzi a lui e lo abbracciò con affetto. Quando i loro corpi si unirono, egli sentì la vera essenza di Sri Caitanya scendere nel profondo della sua anima. Si dice che in quel momento la carnagione scura di Narottam abbia preso il colore dell'oro fuso — il 'colorito caratteristico di Sri Caitanya. Oggi molti pellegrini visitano il Prema-gath nel Bangladesh, il luogo in cui si manifestò questo storico evento.

Il lamento dei suoi genitori

Vedendo che Narottam non ritornava a casa, i suoi genitori inviarono un gruppo di uomini a cercarlo ed essi lo trovarono che danzava vorticosamente sulle rive del Padma. Chi era questo pazzo? Non era certamente lo stesso Naru. Quando lo riportarono a casa i suoi genitori stentarono a riconoscerlo. Non solo la sua pelle aveva cambiato colore; ora piangeva come un adolescente malato d'amore. Questo non era un pianto comune, ma le lacrime di un innamorato di Dio. l genitori di Narottam sentivano che si trattava di qualcosa di questo genere. Sua madre lo affrontò direttamente: 'Mio caro Naru! Che cosa ti è successo? Perché piangi così sconsolato? Come posso aiutarti?'. Narottam rispose: "Cara madre, questa mattina quando sono andato a fare il bagno nel Padma, una Divinità dalla carnagione dorata — il Signore Supremo — è entrata nel mio cuore. E' Lui la causa di queste lacrime. lo sento il Suo amore ardente e sono separato da Lui.

Se vuoi mitigare il mio dolore, permettimi di partire per andare alla ricerca dei Suoi piedi di loto". Poi, dopo averle espresso i suoi pensieri più profondi, Narottam si recò nella sala del kirtana del palazzo e iniziò a cantare i nomi del Signore in grande estasi: "Tutte le glorie a Sri Caitanya Mahaprabhu, il Signore della mia esistenza!".Dopo aver cantato per parecchie ore, svenne. Il re Krishnananda, padre di Narottam, temeva che il suo Naru fuggisse di casa per adottare l'ordine di rinuncia. Per il re sarebbe stato un destino terribile — il suo unico figlio, l'erede al trono, che se ne andava come se tutte le sue ricchezze fossero prive di valore. Krishnananda aveva anche progettato un matrimonio per Narottam. Una vita di rinuncia non era esattamente ciò che aveva in mente per il giovane Naru. Per queste ragioni, il re Krishnananda mise i suoi uomini migliori a guardia di Narottam, giorno e notte. Per ironia della sorte, spinto dall'amore, il re fece di Narottam un prigioniero nella sua stessa casa ma ciò nondimeno Narottam persisteva nella sua strana abitudine di recitare giorno e notte i nomi di Caitanya Mahaprabhu e di Radha e Krishna.


Dopo un po' di tempo, Krishnananda cominciò a perdere le speranze e chiamò un esorcista per salvare il figlio "posseduto". L'esorcista disse che il ragazzo soffriva di un comune problema respiratorio, che il suo corpo doveva essere massaggiato con olio e che gli venisse servita in pasto una volpe. Narottam rise di queste sciocchezze e spiegò che era proibito uccidere gli animali e che ciò in realtà non avrebbe fatto altro che peggiorare le sue condizioni. Il padre di Narottam si calmò ma queste erano le situazioni imbarazzanti che il ragazzo doveva tollerare. Giorno e notte, Narottam pregava: "Ti prego, mio Signore, Gauranga Mahaprabhu, liberami da questo assurdo attaccamento alla vita di famiglia e permettimi di servirTi in associazione con i vaisnava elevati!". Questa ferma determinazione crebbe in modo così intenso che gli impediva di dormire; la sua mente e il suo cuore erano completamente immersi nei divertimenti e nella missione del Signore.

"Vai a Vrindavana...."

Una notte, quando Narottam riuscì ad addormentarsi, gli apparve in sogno Caitanya Mahaprabhu. Dopo aver stretto tra le braccia Narottam, come era accaduto quella mattina fatidica al fiume Padma, il Signore disse: 'O Narottam, ho visto il tuo profondo desiderio di stare con Me e sono rimasto talmente sopraffatto dalla tua intensa devozione che sono ansioso anch'Io di stare con te. Ma prima voglio che tu vada a Vrindavana, dove prenderai l'iniziazione dal Mio caro associato Lokanath Gosvami'. Quando Narottam si svegliò, fu preso dall'amore in separazione ancora più profondamente di prima. Notte dopo notte, cercava di dormire ma il Signore gli permetteva di riposare solo sporadicamente, una notte ogni tanto. Quando Narottoma riusciva a dormire, il Signore e i Suoi associati gli mostravano in sogno la loro misericordia speciale, permettendogli di entrare nel mondo spirituale e nei lila divini in cui egli giocava un ruolo importante.

Narottama fugge

Trascorsero alcuni mesi e la reputazione di Narottam, che tutti consideravano un giovane ispirato da Dio, si diffuse in ogni angolo del Bengala. Quando compì sedicì anni, lo Jaygirdar (un influente governatore Mussulmano del distretto) chiese di vederlo perché desiderava essere benedetto dal giovane Narottam. Krishnananda non poteva opporre un rifiuto a una figura politica della levatura dello Jaygirdar, ma era scettico: se avesse offerto a Narottam una seppur minima possibilità di allontanarsi da casa, il giovane, preso dall'entusiasmo, sarebbe corso a Vrindavana. Ciò nonostante, Krishnananda si rendeva conto di non avere scelta. Dopo aver raggiunto la corte dello Jaygirdar, Narottam trovò l'occasione per fuggire: ora o mai più. Muovendosi di nascosto oltrepassò furtivamente le guardie e corse verso la foresta, certo di trovare la strada per la sacra terra di Vrindavana. Benché Navadvipa al confronto fosse più vicina, egli andò nella direzione di Vraja, non solo perché Mahaprabhu gli aveva ordinato di farlo ma anche perché Navadvipa sarebbe stato il primo posto in cui le guardie lo avrebbero cercato.


Andare a Vrindavana comportava un lungo viaggio a piedi attraverso l'India! Essendo figlio di un re, il suo corpo delicato e viziato sopportava a fatica un viaggio cosi duro ed egli cominciò a patire la fame e la fatica. Dopo tre giorni i suoi piedi morbidi cominciarono a riempirsi di vesciche e a un certo punto egli svenne per la fatica. Mentre Narottam si trovava in queste condizioni, Sri Caitanya apparve davanti a lui nella forma di un brahmana dalla carnagione dorata e gli diede un bicchiere di latte. Non riconoscendo nel brahmana lo Stesso Sri Caitanya, Narottam si addormentò cadendo ancora una volta esausto. Mentre dormiva, Rupa e Sanatana gli diedero coraggio apparendogli in sogno: 'Narottam, presto le tue sofferenze termineranno. Mahaprabhu ti è apparso e ti ha portato del latte perché tu possa nutrirti. Bevilo subito e procedi per Vrindavana'. Egli si svegliò sentendo ancora risuonare nel cuore le parole di Rupa e Sanatana e incominciò a piangere di gioia. 

Nei lila eterni di Krishna, la distribuzione di latte a Sri Radha e alle gopi è uno dei servizi di Narottam nella sua forma di manjari, ma ora Krishna, nella forma di Sri Caitanya, contraccambiava servendo del latte al Suo puro devoto. Meditare sulle implicazioni di questo scambio d'amore era tutto il nutrimento di cui Narottam aveva bisogno e con rinnovato vigore egli si apprestò a continuare il viaggio alla volta di Vrindavana.

 

IL FUOCO DELLA DEVOZIONE

Prima di lasciare il luogo in cui Sri Caitanya gli aveva servito del latte, Narottam venne scoperto dalle guardie inviate dalla sua famiglia. A quanto pare, Krishnananda aveva inviato molti uomini alla ricerca di Narottam per riportarlo indietro e in effetti un gruppo di valenti soldati trovarono il giovane fuggiasco. Quando essi gli chiesero il perché della sua decisione, egli disse semplicemente che stava diventando fedele come una brava moglie. 'Quando il marito muore, è nostro costume che la moglie fedele lo segua nel fuoco (sati) e che bruci con il suo corpo sulla pira funeraria', disse Narottam. 'Cosi anch'io sto andando nel fuoco della devozione per Dio". 'Per spiegare meglio l'analogia', continuò Narottam, 'quando una donna vuole mostrare la sua devozione al marito in questo modo estremo, è naturale che i suoi amici cerchino di fermarla non permettendole di entrare nel fuoco'. 'lo capisco quindi che voi non vogliate che io entri nel fuoco della coscienza di Dio", concluse Narottam, 'ma dovreste anche capire che io non sarei un fedele servitore del mio Signore se non cercassi di entrare in quel fuoco'. La semplice e poetica analogia di Narottam commosse a tal punto le guardie che esse decisero di lasciarlo andare per la sua strada e una di loro gli diede persino del denaro per le sue spese. Questo è un piccolo esempio della potenza spirituale di Narottam e della sua affascinante personalità.

Arrivo a Vrindavana

Dopo questo episodio, Narottam arrivò nel luogo in cui nacque Krishna, vicino a Mathura, e si bagnò nella Yamuna al Vishram Ghat. Quella notte, egli incontrò un anziano brahmana che lo invitò a fermarsi nella sua casa. Il brahmana informò Narottam che Sanatana, Rupa, Raghunath Bhatta, Kashishvara Pandit e altri avevano di recente lasciato questo mondo per ricongiungersi ai lila di Caitanya Mahaprabhu nel regno di Dio. Mentre il brahmana parlava, Narottam scoppiò a piangere: aveva percorso tante miglia con la speranza di poter incontrare tutte queste personalità elevate. Meditando sulla morte prematura dei maestri che aveva tanto idolatrato, egli svenne. Tuttavia le biografie concordano nell'affermare che in quel momento tutte le anime elevate che Narottam desiderava incontrare gli apparvero in una visione spirituale, e in effetti il fortunato brahmana presso il quale Narottam si era fermato fu in grado di ascoltare la maggior parte del colloquio che Narottam ebbe con queste anime scomparse.

Furono Rupa e Sanatana a consolari o maggiormente, incoraggiandolo a cercare Jiva Gosvami per studiare la filosofia Gaudiya. Quando alla fine Narottam arrivò a Vrindavana, si recò subito al Govindadev Mandir. La visione del magnifico tempio di Rupa Gosvami lo fece impazzire di gioia, mentre il suo corpo esibiva gli otto sintomi estatici tra i quali il pianto intenso, il rizzarsi dei peli sul corpo e il cambiamento di colore. Ovviamente Jiva Gosvami era stato subito informato dell'arrivo di questo nuovo sadhu e aveva capito che si trattava del Narottarn tanto atteso. Sri Jiva raggiunse in gran fretta il tempio di Govindadev e quando vide Narottam, ricordò subito Caitanya Mahaprabhu. Proprio in quel momento arrivarono molti grandi mohant vaisnava chiedendo: 'Dov'è Narottam? Dov'è Narottam?" e con immenso affetto tutti i devoti indicarono il giovane santo sdraiato nel cortile del tempio in uno stato simile alla trance. "Questo è il giovane Narottam'.

L'iniziazione di Narottama

Quando Narottam incontrò i devoti più avanzati di Vrindavana, restò particolarmente colpito da Lokanath Gosvami le cui eccezionali doti di umiltà e austerità erano note a tutti i vaisnava. Lokanath fu molto gentile con Narottam e fece in modo che gli venisse servita una porzione dell'offerta di cibo sacro vegetariano del tempio (prasadam). Poiché Caitanya Mahaprabhu aveva rivelato in sogno a Lokanath la notte prima che Narottam sarebbe arrivato il giorno seguente, Lokanath aveva preparato del cibo che essi avrebbero potuto mangiare insieme. Durante il pasto, Narottam raccontò a Lokanath tutta la sua storia. Dopo avergli raccontato i principali avvenimenti della sua vita, egli concluse dicendo: 'In verità io non ho alcun diritto di sedere con te e di prendere questo cibo puro — non ho nemmeno un guru. A questa affermazione, Lokanath Gosvami rise di cuore, ricordandogli: 'Tu hai ricevuto la grazia diretta di Sri Caitanya Mahaprabhu. Egli è il guru originale, il guru dell'universo. Hai già Lui, chi altro vuoi come maestro?Egli ti ha dato l'amore divino, lo stesso amore che la maggior parte dei devoti desidera ardentemente per tutta la vita. Tu possiedi questo amore. A che serve avere un altro guru?".


Narottam rispose: "Prabhu, io sono un pover'uomo, privo di qualsiasi qualità. I tuoi ordini sono tutta la mia vita ma se me lo permetti, vorrei dirti qualcosa di più su questo argomento". Lokanath lo rassicurò dicendogli di parlare pure liberamente. "E' vero che Mahaprabhu è l'unico vero guru', disse Narottam, "ma allo stesso tempo Egli desidera che tu sia il mio guru e mi ha chiesto di prendere da te l'iniziazione. Il guru guida il suo discepolo nella vita spirituale pratica. lo sono privo di visione spirituale e sento la separazione dal Signore. Per questa ragione, ti prego di essere misericordioso'. Lokanath rise all'insistenza di questo futuro discepolo e replicò: 'Le Scritture raccomandano che il futuro discepolo canti regolarmente i santi nomi di Krishna per almeno un anno e sviluppi nel suo cuore l'attaccamento al santo nome', Lokanath, per umiltà, aveva fatto voto di non accettare mai discepoli e ora che Sanatana e Rupa erano scomparsi, egli soffriva per la loro perdita. Così per Narottam le cose diventarono chiaramente più difficili.

Nondimeno, cantare non era un' attività sconosciuta a Narottam e quindi, obbedendo agli ordini di Lokanath Gosvami, egli cantò sul japa per un anno intero a Vrindavana. In questo periodo, Narottam ascoltò regolarmente le conferenze di Lokanath Gosvami. Per umiltà si cibava solo dei resti del cibo di Lokanath, poi ripuliva e svolgeva servizi umili. Così trascorse un anno e Lokanath era ancora poco propenso ad iniziare il suo degno discepolo. Narottam era totalmente dedicato a Lokanath e usava ogni notte recarsi di nascosto vicino alla residenza di Lokanath per pulire la zona in cui egli aveva evacuato. Una volta Lokanath si nascose tra i cespugli e scopri che era Narottam a ripulire la zona. Ciò nondimeno Lokanath rimase fedele al suo voto e non iniziò Narottam.

Dopo un altro anno di servizio disinteressato, Lokanath fece un sogno divino. Gli apparve Caitanya Mahaprabhu, che lo rimproverò per non aver iniziato Narottam. 'Non ti avevo detto di iniziarlo'. Caitanya Mahaprabhu insistette: 'Non continuare più con questa falsa umiltà'. Lokanath ora sapeva che doveva iniziare Narottam. Poco dopo questo avvenimento, Narottam avvicinò nuovamente Lokanath per chiedergli l'Ìniziazione. Questa volta Narottam portò degli argomenti diversi: 'Sono come una donna che ha già scelto suo marito", disse Narottam. "Il mio cuore è sereno, privo di dubbi. La donna che ha preso questa decisione prega che suo padre sia d'accordo sulla sua scelta". Lokanath restò commosso dalla sincerità di Narottam e disse: 'La tua ferma determinazione ha superato la mia, ma sarai l'unico discepolo che avrò'.

Per il resto della sua vita, egli rispettò questo voto, Lokanath iniziò Narottam secondo le regole della Gaudiya sampradaya, dandogli il mantra confidenziale di Radha-Krishna e il mantra Gayatri. Inoltre Lokanath rivelò a Narottam la sua forma ontologica di Vilas Manjari (o, come a volte viene chiamata, Champak Manjari) e gli spiegò quale era il suo servizio nel mondo spirituale. In genere il guru non rivela così presto tali aspetti esoterici della vita devozionale del discepolo. Lokanath concluse l'iniziazione chiedendo a Narottam di prendere rifugio in Jiva Gosvami per ulteriori istruzioni.

La bollitura del latte

Mentre i giorni passavano e con questi le settimane e i mesi, Narottam cresceva spiritualmente, così come cresceva la sua reputazione in tutta Vrindavana. Una notte gli apparve in sogno una divina vaisnavi che gli disse: 'Dedica la tua vita ai piedi del tuo guru e fa qualunque cosa egli ti chieda. Sono soddisfatta della tua sincerità e della tua austerità e vedo che sei impegnato in un servizio molto confidenziale. Quando al pomeriggio incontro Krishna nel kunja, vedo che le sakhi Lo servono con la massima attenzione. Esse cucinano per Lui una preparazione speciale a base di latte e Champakalata è la migliore in questo servizio. Tu dovrai lavorare sotto la sua guida bollendo il latte e ricorda che Io sono felice solo se Krishna è felice'.

Quando Narottam si svegliò, corse alla capanna di Lokanath Gosvami e gli raccontò il sogno. Lokanath abbracciò Narottam confermandogli che la vaisnavi era in realtà Radhika, la consorte di Krishna. Lokanath fu contento di sapere che Radharani Stessa aveva dato a Narottam un servizio speciale: bollire il latte. Lokanath comprese che, per il suo discepolo, questo era il servizio eterno a Krishna, e che Radhika lo aveva semplicemente reintegrato in questo servizio. Dopo aver ricevuto questo servizio particolare da Radharani e dopo averne ricevuto conferma dal suo guru, Narottam cadeva a volte in complesse trance meditative, nel corso delle quali vedeva sé stesso bollire il latte per Radhika e per le gopi nella sua forma di manjari. Spesso, quando si trovava in questa siddha-deha, o 'forma perfetta', usava legna secca per il fuoco che serviva a far bollire il latte.

A volte però il latte traboccava e ogni volta che ciò accadeva, Narottam cercava di fermarne la fuoriuscita con le mani. Durante la sua intensa meditazione, spesso dimenticava di avere le mani ustionate. Ma quando il suo sogno ad occhi aperti cessava, si accorgeva che le mani ustionate nella sua visione mistica lo avevano accompagnato nel mondo tridimensionale. A volte cercava di coprire le mani ferite con un pezzo di tessuto, ma tutti a Vrindavana sapevano in quale modo trascendentale egli si era procurato quelle bruciature.

Jiva Gosvami

Obbedendo all'ordine di Lokanath, Narottam si prostrò ai piedi di Jiva Gosvami chiedendogli di accettarlo come suo studente. Per tutta risposta, Jiva Gosvami gli prese le mani e gli chiese di raccontargli come si erano ustionate. Narottam allora raccontò al suo maestro gli episodi ricorrenti della sua meditazione interiore e Sri Jiva, ascoltandoli, sentì dentro di sé una grande soddisfazione e un'estasi spirituale. Egli confermò che Narottam era veramente Vilas Manjari e Narottam disse: 'Sì, Radhika Stessa si è rivolta a me in 'questo modo'. Sentendo questo, Jiva Gosvami abbracciò con immensa gioia Narottam, dicendogli: "Tu sei la manifestazione dell'amore di Caitanya Mahaprabhu e con questo amore sommergerai l'universo intero'.

Fu durante questo periodo che Narottam incontrò Srinivas, che era venuto a Vrindavana per studiare sotto la guida di Jiva Gosvami, e diventarono molto amici. Erano considerati migliori studenti di Jiva Gosvami e assieme a Dukhi Krishnadas (Syamananda), eccellevano in tutti gli studi. Di conseguenza Jiva Gosvami conferi loro dei titoli illustri: Narottam Das Thakur Mahashoy, Srinivas Acarya Prabhu e Syamananda, conferendo loro la speciale missione di diffondere le scritture Bhakti-rasa in tutto il Bengala e l'Orissa. (I dettagli di questo episodio vengono narrati nel capitolo precedente riguardante la vita di Srinivas Acarya).

Kheturi-gram

Quando le scritture Bhakti-rasa vennero rubate dal re Birhambir, Srinivas decise di ritrovarle, per cui rimase a Vana Vishnupur, come indicato nel capitolo precedente:In quello stesso periodo Srinivas aveva rimandato Narottam a casa, a Kheturi, nel Bengala Orientale; Syamananda lo avrebbe accompagnato per un tratto di strada e poi avrebbe proseguito,per la sua città natale in Orissa. In un primo tempo, Narottam e Syamananda viaggiarono senza meta, intossicati dall'amore divino ma con il cuore spezzato per la scomparsa delle scritture. Mentre camminavano di villaggio in villaggio, Narottam, il più anziano tra i due, istruiva Syamananda sui libri devozionali del Vaisnavismo Gaudiya. Narottam aveva studiato sotto la guida di Sri Jiva per un periodo più lungo e Syamananda provava piacere nell'ascoltare le sue spiegazioni e in questo modo trascorsero insieme molte notti e molti giorni.

Infine si decisero a proseguire per Kheturi, nel Bengala Orientale, dove si misero in contatto con i parenti di Narottam. Quando i membri della famiglia, cosi a lungo privati della sua presenza, videro Narottam con il suo santo amico, caddero a terra piangendo di gioia, e realizzarono per la prima volta quanto avevano sofferto la separazione da lui. Il loro "Naru" era ritornato! Anche Narottam fu felice di vederli: egli raccontò loro del suo soggiorno a Vrindavana ed essi ascoltarono con estremo rispetto i segreti delle Scritture dei Gosvami relative alla Bhakti. Dopo dieci giorni, secondo i piani, Syamananda Panditlasciò Kheturi per l'Orissa e Narottam gli fornì il necessario per il viaggio. Non ci sono parole per esprimere il dispiacere che provarono i due santi nel lasciarsi, benché le biografie Bengali facciano del loro meglio per trasmetteme la grande emozione.

Passarono i mesi e per tutto questo periodo Narottam sitenne in disparte, cantando il mantra Radha-Krishna e meditando sul suo servizio eterno secondo le tecniche del Raganuga-bhajan. Narottam aveva anche cominciato ad iniziare discepoli. Alcuni dei più importanti scrittori, poeti e devoti dell'India presero rifugio in lui. Tra questi primi discepoli vengono annoverati suo cugino (Santosh Dhatta), Sri Devi Das, Sri Gauranga, Sri Gokula, Ganga-narayana Chakravarti, Raj Narasingha, la regina Rupamala, Raj Chand Roy, Santosh Roy e molti altri. Il Prema-vilas elenca 123 discepoli. Sotto la guida di Narottam essi furono in grado di aprire il forziere contenente l'amore per Dio e distribuire ogni goccia di nettare agli assetati abitanti di Kheturi-gram e dei villaggi circostanti.

Navadvipa e Puri

Desideroso di visitare i luoghi santi collegati direttamente ai divertimenti di Sri Caitanya Mahaprabhu, come aveva fatto Srinivas alcuni anni prima, Narottam esplorò con grande piacere l'intero Gaura-mandala. Egli fece visita a tutti gli associati del Signore ancora viventi e alla seconda generazione di devoti, accettando per esempio la compagnia di Suklambar Brahmachari e trascorrendo un po' di tempo tra le rovine della casa di Sri Caitanya con Ishan Thakur. Narottam fece visita a Damodar Pandit e incontrò i due fratelli di Srinivas Thakur, Sripati e Srinidhi; frequentò anche Acyutananda (figlio di Advaita Acarya), Hridoy Caitanya (guru di Syamananda), Abhiram Thakur, Jahnava-devi e Birbhadra (suo figlio), e altri. Narottam ebbe anche la fortuna di incontrare Narahari Sarkar e Raghunandana Thakur. Quando Narottam si trovò alla presenza di queste anime speciali, ebbe degli attacchi di estasi: pianti, urla, risa, bisbigli, stupore, e persino svenimenti. Egli si associò quindi felicemente con queste sante personalità e considerò questo cameratismodivino comeuna parte estremamente significativa ed emozionante del suo sviluppo spirituale.

Sommerso da questo sentimento di associazione, egli si recò a Puri e fece visita a Gopinath Acarya, Gopal Guru Gosvami e ad altri; e poiché essi ne erano stati testimoni diretti, chiese loro di poter approfondire gli interrogativi sui lila finali del Signore. Egli si recò in seguito a Jajigram dove si riunì temporaneamente a Srinivas Acarya e dopo qualche tempo si recò a Katwa, dove il Signore aveva preso l'ordine di rinuncia. Arrivò infine a Ekachakra, il luogo in cui Nityananda Prabhu apparve in questo mondo. Alcuni dei biografi di Narottam, come per esempio Narahari Chakravarti (nel suo Bhakti-ratnalkara), sottolineano l'importanza di questo pellegrinaggio, specialmente della sua visita al luogo di nascita di Nityananda Prabhu. Come afferma il Prema-vilas, Narottam fu un'incarnazione dell'estasi di Nityananda Prabhu e quindi la sua visita al lila-sthali di quell'anima divina viene considerata come l'evento mistico più significativo.

Ritorno a Kheturi

Dopo aver visitato molti luoghi sacri e molte personalità elevate della Caitanya-lila, Narottam ritornò a Kheturi. Lì lo attendeva una lettera del suo diksha-guru, Lokanath Gosvami. In questa lettera Lokanath chiedeva di stabilire l'adorazione delle Divinità a Kheturi-gram, poiché, sebbene a Kheturi vi fossero molti devoti sinceri, secondo Lokanath essi avrebbero avuto un migliore avanzamento spirituale se l'arca-vigraha fosse stata adorata quotidianamente. Questo sarebbe stato un passo significativo per la vita spirituale dei discepoli di Narottam. Egli scelse il giorno di Gaura-pumima, il giorno auspicioso dell'anniversario della nascita di Sri Caitanya Mahaprabhu, per l'inaugurazione di un grande festival in occasione dell'installazione delle Divinità. Questo festival avrebbe anche offerto a Narottam l'opportunità di diffondere gli insegnamenti dei Gosvami in tutto il Bengala perché tutti i vaisnava importanti avrebbero preso parte ad una celebrazione in onore dell'apparizione di Sri Caitanya.

Il Signore aveva completato la manifestazione dei Suoi divertimenti decenni prima, ma l'anniversario della Sua nascita non era stato osservato come grande mahotsav ('grande celebrazione'). Questa sarebbe stata la prima volta, e Narottam invitò quindi molti mohant ('grandi anime') vaisnava da tutto il sub-continente indiano, particolarmente dal Bengala e l'Orissa. Benché sia ancora in corso una accesa disputa tra gli studiosi circa la data esatta di questo festival si può sicuramente affermare che esso ebbe luogo fra la sesta e l'ottava decade del sedicesimo secolo. Centinaia di associati di Caitanya Mahaprabhu della prima e della seconda generazione ricevettero gli inviti, compilati in elaborati versi sanscriti. Tuttavia Narottam si domandava come avrebbero potuto alloggiare in modo appropriato tutte queste anime degne della massima considerazione poiché desiderava, per profondo rispetto, offrire loro le migliori facilitazioni. E ciò accadde realmente.

Narottam fu veramente in grado di offrire ai suoi ospiti alloggi di prima classe perché Raj Krishnananda (suo padre) e Raj Purushottam (lo zio di Narottam) erano entrambi scomparsi lasciando il regno a Santosh Datta (il cugino molto vicino a Narottam). Santosh era diventato di recente discepolo di Narottam ed era ansioso di incontrare i pari grado del suo maestro e gli altri devoti elevati. Quindi Santosh divenne il primo promotore dell'organizzazione del festival e su ordine di Narottam se ne assunse di buon grado l'intero costo. Dopo un lavoro di molti mesi furono costruiti: un enorme tempio dotato di un grande deposito per il cibo; una sala per il kirtan dalla complessa architettura; un palazzo adibito a residenza per i devoti; una meravigliosa piscina; un giardino colmo di fiori dal lungo stelo; una residenza per i visitatori. Vennero inviati messaggeri in ogni luogo per invitare non solo i vaisnava ma anche i re, i proprietari terrieri, i poeti, gli studiosi, gli scrittori, gli artisti, ed altri ospiti illustri.

L'arrivo dei devoti

I devoti di Jajigram arrivarono assieme a Srinivas Acarya e a Govinda Kaviraj. Arrivò anche Ramchandra per cogliere l'opportunità di approfondire la sua amicizia con Narottam. Da Narasinghapur, in Orissa, arrivarono Syamananda Pandit e i suoi seguaci, tra cui Rasik Murari. Da Khardaha giunse Jahnava Ma con tutto il suo seguito. Dal distretto di Srikhanda giunsero Raghunandana Thakur e molti altri devoti. I fratelli di Srinivas Thakur arrivarono da Navadvip e i figli di Advaita Acarya giunsero da Shantipur. Hridoy Caitanya arrivò da Ambika Kalna, così come altri Gaudiya mohant. Questo è solo un elenco parziale dei devoti che parteciparono al festival.

Poiché tutte queste anime elevate arrivarono dai loro rispettivi luoghi di residenza per la maggior parte a piedi, raccoglievano lungo la strada nuovi seguaci parlando a chiunque incontrassero del festival favoloso che si sarebbe presto tenuto a Kheturi. Centinaia di persone, ora aumentate smisuratamente a migliaia, raggiunsero nel giro di una settimana i confini del Bengala Occidentale. Santosh Datta mise a disposizione dozzine di enormi barche che attraversavano incessantemente il fiume per traghettare i devoti. Una volta giunti nel Bengala Orientale, lussuosi palanchini ed enormi carri trainati da buoi trasportavano i devoti a Kheturi-gram. Gli organizzatori — Narottam, Srinivas e Santosh Datta — salutavano ogni devoto al suo arrivo offrendogli una ghirlanda di fiori e dandogli il benvenuto con grande affetto.

A tutti i devoti vennero forniti alloggi separati con servitori personali in grado di soddisfare ogni loro esigenza. L'ospite d'onore, Jahnava Ma (Acaryani) era la vaisnava più rispettata e più anziana per cui Narottam la adorò in modo particolare con fiori e chandan incoraggiando gli altri devoti a fare lo stesso. In effetti, il ruolo di Jahnava Ma al festival di Kheturi andrebbe considerato nel modo corretto. All'interno della Gaudiya sampradaya stavano venendo alla luce diverse filosofie, come il Gaur-nagari-bhava, il Rasa-raj, il Gaur-paramyavad (l'insegnamento che Caitanya Mahaprabhu è la Verità Ultima), il Nitai­paramyavad, l'Advaita-paramyavad e molte altre. Ognuna di queste filosofie racchiude sfumature distinte, troppo complesse per essere approfondite in questo libro.

Jahnava, in qualità di guida vaisnava dell'epoca, mediò fra tutte queste filosofie e analizzò le loro differenze in modo da renderle conformi all'ortodossia Gaudiya. Di conseguenza la sua presenza venne particolarmente apprezzata da Narottam Thakur. Dopo aver adorato nel modo appropriato Jahnava-devi ed aver offerto gli omaggi a tutti i vaisnava riuniti, Raghunandana Thakur cantò le preghiere d'invocazione, preannuncio di un avvenimento sommamente santo. Segui nella notte un grande kirtan in preparazione del festival vero e proprio che iniziò il giorno successivo.

Inizia il Festival

Il giorno dopo, migliaia di devoti entusiasti iniziarono la celebrazione del festival per l'anniversario dell'apparizione di Caitanya Mahaprabhu con un grande kirtan pieno di entusiasmo. Poi Narottam scopri cinque coppie di Divinità di Radha-Krishna i cui nomi erano Ballabhi Kanta, Sri Krishna, Vraja Mohan, Radha Kanta e Radha Raman, oltre a due splendide Divinità di Sri Caitanya e della Sua consorte da installare con le benedizioni dei vaisnava riuniti (1). La ragione di questi centri di adorazione delle Divinità, secondo il credo vaisnava, si fonda sulle Scritture, secondo le quali Krishna accetta il servizio attraverso la Sua arca-vigraha installata correttamente e i devoti possono di conseguenza sviluppare un'idea personale di Dio concentrando la mente e i sensi su di Lui in una forma chiaramente visibile.

Srinivas Acarya presiedette alla cerimonia dell'abhisheka, il tradizionale bagno delle Divinità. Nel contempo, esperti oratori e kirtanyia glorificavano Krishna secondo le complesse tradizioni vaisnava; elaborate danze e rappresentazioni teatrali si susseguivano senza sosta mentre tutta Kheturi gridava il santo nome di Sri Krishna. Dopo l'installazione delle Divinità, che ebbe luogo secondo lo smriti-sastra, le offerte di cibo e le ghirlande di fiori vennero date a Jahnava che poi ne offri gli avanzi a Srinivas, Narottam, Syamananda e Santosh Datta. Poi i devoti festeggiarono e parlarono di Krishna per molte ore. In seguito entrarono nella grande sala del kirtan e Narottam iniziò a condurre un kirtan tranquillo nel suo stile particolare. Questo tipo di kirtan con le sue calde, limpide melodie e i suoi contenuti ricchi di sentimento, diventò poi noto come il kirtan Garan-hati che si basa sulla tecnica classica drupada, serena e maestosa.

Il kirtan di Narottama

Narottam Das Thakur impiegò nel suo kirtan di Kheturi i ritmi (tala) più sofisticati. forme melodiche (raga), i gesti più commoventi (abhinaya) e le tecniche di danza più avanzate (natyam). Il Bhakti-ratnakara ne riporta una descrizione accurata. Sri Gauranga Das, Sri Gokula Das e Sri Ballabha Das erano al suo fianco assieme a un folto gruppo di musicisti diretti da Devi Das, un esperto suonatore di mridanga. Quando i musicisti raggiunsero il culmine del crescendo, apparve sulla scena, Narottam, che iniziò a cantare. Tutti lo seguirono suonando gli strumenti, cantando e danzando, e tutti piansero quando udirono l'affascinante voce di Narottam Thakur che li dirigeva attraverso il canto di mantra meravigliosi. Si dice che Narottam e un'incalcolabile marea di devoti sembravano la luna piena circondata dalle innumerevoli stelle del cielo.

E' significativo il fatto che Narottam abbia inaugurato in quell'occasione quello che in seguito venne chiamato il Padavali-kirtan, una tecnica di canto teatrale che inizia con il Gaur-candrika, la glorificazione di Sri Caitanya, e poi si evolve gradualmente, in modo meraviglioso, nel kirtan a Radha­Krishna, collegandoli spesso con riferimenti tematici e varie densità melodiche. Si dice che questo metodo fosse stato in origine ispirato, almeno nella sua forma iniziale, dalla voce melodiosa di Svarup Damodar, l'associato intimo del Signore, e che rimase a uno stadio embrionale. Venne sviluppato ulteriormente grazie a tre fratelli: Gosh-Madhava, uno dei maggiori suonatori di mridanga dell'epoca, Govinda, noto come preminente pujari e Vasu, che fu uno stupendo cantante e che scrisse molti Gaur-chandrika. Ora però questo metodo veniva innalzato ai massimi livelli da Narottam al festival di Kheturi.

Il Signore discende

Si dice che il kirtan di Narottam abbia raggiunto più di qualsiasi altro lo stadio della perfezione. Ciò viene accettato dai vaisnava Gaudiya come un fatto obiettivo per parecchie ragioni, tra le quali occorre citare l'evento miracoloso che viene riportato da tutti i biografi di quel periodo: Caitanya Mahaprabhu e tutti i Suoi associati, molti dei quali avevano lasciato il mondo mortale da più di cinquant'anni, apparvero di persona al festival di Kheturi e danzarono al santo kirtan di Narottam. Migliaia di devoti furono testimoni di questo sacro avvenimento (2). L'autore del Bhakti-ratnakara si domanda incredulo: 'Chi può descrivere l'incomparabile felicità dei devoti quando, nel mezzo del kirtan, il munifico Sri Caitanya e i Suoi associati discesero per renderli felici? Come un lampo di luce attraversa una massa di nuvole meravigliose, così Sri Caitanya Stesso apparve tra la moltitudine dei Suoi seguaci'.

Secondo il Prema-vilas, Mahaprabhu apparve con Nityananda Prabhu, Sri Advaita, Gadadhara, Srivas Thakur, Haridas Thakur, Svarupa Damodara, Rupa-Sanatana e molti altri. Chi, in realtà, può descrivere l'intensità del suo sentimento di bhava quando Jahnava vide il marito scomparso in mezzo al kirtan? Chi può descrivere i sentimenti dei figli di Advaita Acarya quando videro il padre danzare e cantare come un ragazzo? Come poterono i fratelli di Srivas Thakur controllare le lacrime quando videro Srivas stesso danzare di fronte a Mahaprabhu, proprio come lo ricordavano? In realtà essi non riuscirono a controllarsi e furono trascinati dall'estasi di ritrovarsi uniti al Signore e ai Suoi associati. Avendo sperimentato il vipralambha-bhava (la separazione intensa), tutti provavano ora il sambhoga, l'unione divina.

Mentre danzava senza tregua, ciascun devoto, immerso completamente nel kirtan di Narottam, sentiva il proprio corpo bagnarsi di lacrime. Per un certo tempo Srinivas riusci a controllarsi ma Narottam non ne fu capace e il suo kirtan raggiunse proporzioni incontrollabili. Alcuni devoti urlarono all'orecchio di Narottam: 'Grazie, maestro. Il tuo potere devozionale ci ha dato l'opportunità di vedere Sri Caitanya Mahaprabhu nella Sua eterna danza spirituale con Advaita Acarya e gli altri eterni associati". La notte precedente, Mahaprabhu aveva rivelato in sogno a Narottam che sarebbe venuto con i Suoi associati e che avrebbe danzato estaticamente al suo kirtan; Narottam attendeva quindi questo momento, al quale non avrebbe rinunciato così facilmente. In effetti il kirtana durò molte ore sino a notte fonda, ma sembrò eterno, e per molti lo fu realmente perché lo portarono per sempre con sé, continuando a viverlo nel ricordo (lila-smaranam). Esteriormente il kirtan era arrivato al termine e quando ciò accadde i devoti conobbero per la prima volta il fenomeno dell'amore in separazione.

L'interminabile Festival

Proprio mentre il kirtan di Narottam volgeva al termine, Jahnava-devi cominciò nuovi festeggiamenti. Si avvicinò alle Divinità appena installate e offri Loro una speciale polvere rossa, la stessa che Radha e Krishna si lanciano durante il festival di Holi. Dopo che le Divinità ebbero accettato la tintura, Jahnava Ma ordinò ai devoti di prendere i numerosi secchi di tintura colorata e di commemorare il festival di Holi lanciandosela l'un l'altro. Non aveva ancora finito di parlare che migliaia di devoti, presi dall' entusiasmo, cominciarono a lanciarsi la tintura, gustando il ricordo del divertente divertimento amoroso di Radha e Krishna. Ciò si protrasse fino a notte inoltrata, quando essi celebrarono gioiosamente il festival dell'apparizione di Sri Caitanya con canti composti appositamente per glorificare la Sua nascita divina e i Suoi primi divertimenti.

Il mattino seguente, Jahnava Ma e un gruppo di abili cuochi da lei addestrati personalmente prepararono la colazione per tutti i devoti. Poi, con alcuni assistenti, Jahnava nutrì ciascun devoto con le sue stesse mani. Solo quando tutti ebbero completato il pasto, Jahnava si sedette e ne gustò umilmente i resti. Il festival durò tre giorni ma per i vaisnava che vi avevano preso parte fu come se fosse durato una vita. Molti si fermarono a Kheturi per parecchie settimane ma in seguito ritornarono ai loro paesi di origine. Solo Ram Krishna Acarya e Ganga-narayana Chakravarti non partirono, perché l'amore che portavano a Narottam impediva loro di separarsi da lui. Tuttavia,dovettero partire anche loro per suo ordine e in seguito, con la loro predica entusiasta, riuscirono a rendere la città di Manipur un regno vaisnava. Si dice anche che un devoto di nome Bhagyachandra abbia predicato a Manipur per conto di Narottam cementando ciò che Ram Krishna Acarya e Ganga-narayana Chakravarti avevano iniziato.

La missione è compiuta

Per una serie di complesse ragioni, il festival di Kheturi viene considerato una delle più importanti pietre miliari della storia vaisnava. Prima di tutto, essendo stata rubata la letteratura dei Gosvami, Narottam inizialmente non aveva i libri utili alla diffusione del suo messaggio. Dovette quindi usare un altro metodo e questo fu lo scopo del festival di Kheturi che alla fine divenne un avvenimento a cadenza annuale e che continuò ad essere fonte d'ispirazione persino dopo che i libri dei Gosvami furono ritrovati. Questi festival avevano uno scopo simile a quello dei famosi concili ecumenici del Cristianesimo. (Tuttavia, il canto ela danza vivaci, oltre alla complessa teologia Vedica, mettono in rilievo alcune evidenti distinzioni).

Riunendo i vaisnava provenienti da molte terre diverse in un unico luogo, Narottam riuscì a comunicare loro in modo organico le conclusioni dei Gosvami di Vrindavana e allo stesso tempo a cogliere le impressioni dei pellegrini vaisnava: Di conseguenza, i risultati di questi festival confermarono le conclusioni della dottrina canonica e ortodossa (siddhanta) per le future generazioni di vaisnava Gaudiya. Questo fenomeno viene spiegato dallo storico e sociologo Hitesranjan Sanyal:

Il festival di Kheturi offri ai vaisnava del Bengala l'opportunità di conoscere da vicino il metodo dei Gosvami con le modifiche e gli adattamenti alla tradizione del movimento della bhakti del Bengala, con particolare riferimento al Gaur-paramyavad. Il metodo cosi rettificato forni ai vaisnava ciò di cui essi erano privi: un'esposizione esatta e sistematica della loro fede sotto forma di dissertazioni concrete sugli sastra. La congregazione di Kheturi sembra fosse stata concepita come una piattaforma comune all'interno della quale i diversi gruppi del movimento della bhakti potevano incontrarsi per una mutua interazione e comprensione basata sul metodo dei Gosvami. Occorre tener conto che questo era il desiderio che Jahnava Ma aveva espresso a Jiva Gosvami nel corso del suo primo pellegrinaggio a Vrindavana.

Jiva Gosvami aveva allora inviato la letteratura dei Gosvami nelle province orientali a seguito di Srinivas, Narottam e Syamananda. Il festival di Kheturi può essere considerato un'estensione di questo stesso piano poiché al festival le dottrine dei Gosvami vennero comunicate ed accettate con pieno entusiasmo. Ciò si rispecchiò nell'installazione delle Divinità, nel kirtan e in ogni altra parte importante della celebrazione. Per esempio, in relazione alla cerimonia di installazione, Hitesranjan Sanyal scrive:

L'installazione della forma di Gauranga-Visnupriya e delle forme di Radha e Krishna secondo i rituali prescritti dai Gosvami, mette in rilievo l'aspetto più interessante del modo di pensare e degli sforzi di Narottam. l devoti appartenenti al circolo di Navadvip che formarono il centro del movimento della bhakti Gaur-mandala, cioè in Bengala, avevano subito l'influsso di Caitanya nella fase pre-sannyasa della Sua vita ed erano devoti all'affascinante giovane di allora. l primi pada Bengali su Caitanya, composti dai poeti di Gaura-mandala, si riferiscono al Suo meraviglioso aspetto giovane e usano i nomi di Gauranga, Gaura e Gaurakishor che sono ad esso collegati. Le immagini di Caitanya, ideate dai devoti di Gaur-mandala, rappresentano un giovane Caitanya in abiti da capo famiglia rispettabile. I Gosvami di Vrindavana che avevano invece visto Caitanya solo da sannyasi, si riferiscono nei loro testi invariabilmente al Suo yativesh (apparizione ascetica) quando adorano il loro maestro. Naturalmente i testi dei Gosvami non mettono in rilievo l'esistenza di Visnupriya, la moglie di Caitanya.

Installando a Kheturi l'immagine di Gauranga-Visnupriya, Narottam dimostrò' l'accettazione da parte degli aderenti al metodo dei Gosvami del Gaur-paramyavad; in altre parole Caitanya è Krishna e Krishna è il param-tattva (la realtà ultima), secondo il punto di vista dei Gosvami. L'apparizione di Visnupriya a fianco di Caitanya rinforza quest'ultimo concetto perché Visnupriya viene considerata la consorte di Caitanya così come Radha è la hladini-sakti (l'energia di piacere) di Krishna.

Se Narottam utilizzò l'installazione delle Divinità per rendere armonici i concetti teologici vaisnava dell'epoca, il suo stile di kirtan illustra una delicatezza ancora maggiore a questo proposito. Egli aveva studiato il kirtan sotto la guida dei Gosvami di Vrindavana — e a Vrindavana Krishna regna supremo! — mentre in Bengala veniva posta enfasi sull'adorazione di Caitanya Mahaprabhu. Narottam allora escogitò un tipo di kirtan in cui i due — il kirtan di Mahaprabhu e quello di Krishna — potessero fondersi, perché questo era dopo tutto il messaggio ultimo della Gaudiya-sampradaya. Ad ogni buon conto Hitesranjan Sanyal ne fornisce chiare spiegazioni:

Nel mahotsav di Kheturi, Narottam presentò il lila-kirtan di sua invenzione. Rupa Gosvami aveva suddiviso i kirtan in tre tipi: il nama-kirtan, il guna-kirtan e il lila-kirtan, tutti e tre canti diretti a Krishna o imperniati su di Lui. Ma nel festival di Kheturi, Narottarn iniziò la riunione introducendo il Gaura-chandrika, il canto in adorazione di Gaurchandra (la limpida luna, cioè Caitanya). I canti Gaur-chandrika consistevano in pada che si riferivano al Gaur-paramyavad e che erano stati composti dai poeti dì Gauda-mandala. L'abitudine di introdurre i Krishna-lila nei Gaur-chandrika mette in evidenza l'idea che Caitanya e Krishna sono la stessa persona ma pone particolare enfasi sull'adorazione di Krishna. Evidentemente Narottam cercò di conciliare il metodo dei Gosvami con la tradizione prevalente in Bengala.

Oltre a questi sviluppi significativi, Narottam, Srinivas e i loro seguaci come Ramchandra Kaviraj, furono responsabili della riduzione a sistema delle tecniche del Manjari-sadhana che si basavano direttamente sugli scritti dei Gosvami e sulle tradizioni esoteriche trasmesse da Sri Caitanya Stesso. Numerosi testi famosi del Padma-purana, gli scritti di Kavi Karnapur, Raghunath Das Gosvami e in modo particolare di Krishnadas Kaviraj, presentarono la fase di introspezione manjari e stabilirono le basi filosofiche a sostegno della poesia di Narottam, che elabora le differenti complessità della meditazione manjari. La poesia di Narottam e la letteratura dei Gosvami sulla quale essa si basa aprirono la via ai lavori successivi su questo argomento, come la Sri-Krishna-bhava­namritam di Visvanath Cakravarti. Ciò nondimeno furono in molti a sfruttare la fama di Narottam, come gli aderenti al movimento deviante sahajiya, che attribuirono molte delle loro pratiche a temi estrapolati dai suoi scritti. In effetti Narottam praticò un rigido celibato e non ebbe nulla a che vedere con qualsiasi altro tipo di ortodossia.

Brahmana e Vaisnava

Narottam divenne ben presto il più famoso guru vaisnava di tutto il Bengala. La sua profonda poesia che spiega con successo tutta la filosofia Gaudiya e la sua magnifica voce che lo rese una leggenda vivente gli avevano portato discepoli da tutta l'India. Oltre a ciò, la sua intensa purezza ispirava la gente appartenente ad ogni ceto sociale — dai re ai brahmana — a prendere pieno rifugio ai suoi piedi. Alla fine del sedicesimo secolo in India le divisioni in caste erano molto potenti, e numerosi tra coloro che seguivano l'ortodossia brahminica non vedevano di buon occhio Narottam che, nato in una famiglia di kayastha-sudra, iniziava gli appartenenti alla classe brahminica. In effetti vi erano complesse dispute filosofiche su questo punto e in molti casi vi furono minacce alta vita di Narottam.

Questa assurda controversia continua tuttora (3), anche se Narottam e i suoi intimi discepoli citarono in modo molto convincente tutte le scritture pertinenti e i guru precedenti per mettere a tacere questi agitatori di casta: i sostenitori di Narottam riuscirono a convertire perfino quelli che avevano inizialmente pensato di attentare alla sua vita. Tuttavia il problema divenne talmente serio che ad un festival successivo, tenutosi sempre a Kheturi, Birabhadra (figlio di Jahnava Ma) tenne un discorso su questo argomento, e tutti coloro che lo ascoltarono compresero che la casta non si deve basare sulla nascita ma sui requisiti e sull'opera svolta (4).

Secondo le scritture e la tradizione vaisnava, queste ultime considerazioni erano le più importanti e più importante ancora era l'amore per Dio. Colui che ne possiede, dicono le Scritture, trascende ogni classificazione terrena, come la suddivisione in caste. l fortunati che incontrarono Narottam e che si erano a lungo esposti al suo amore contagioso non misero in dubbio la veridicità di tale affermazione. Ci furono però alcune persone che conoscevano le attività di Narottam solo alla lontana e fecero tutto ciò che era in loro potere per diffamarlo. Quando questi uomini si trasmisero a vicenda i loro timori e le loro insicurezze, formarono una vasta fazione allo scopo di distruggere la guida in appropriata e 'non brahminica' di Narottam. A questo fine essi chiesero aiuto al re locale che, a quel tempo, era un uomo pio di nome Raj Narasingha.

Lo stratagemma

Raj Narasingha, che governava la provincia di Pakapalli era ripetutamente attaccato dalla comunità ortodossa dei brahmana in relazione a Narottam. Essi dicevano che Narottam era una persona di bassa nascita e che quindi non avrebbe dovuto né prendere il sannyasa né accettare come discepoli coloro che erano brahmana per nascita, come Ganga-narayana Cakravarti e Ramchandra Kaviraj. Insistevano quindi affinché il re infliggesse una dura punizione a Narottam per la sua impertinenza. Il Raj inviò un messaggio a Narottam chiedendogli come un puro sadhu come lui potesse violare le ingiunzioni delle Scritture, commettendo queste presunte atrocità. Narottam rispose inviandogli una lettera, nella quale affermava categoricamentè che non vi era nulla nelle Scritture, se interpretate correttamente, a sostegno delle affermazioni dei brahmana di casta, e che aveva intenzione di partecipare a un pubblico dibattito per esprimere il proprio punto di vista. Narottam garantì al re che se fosse stato provato che il suo punto di vista era sbagliato, si sarebbe ravveduto.

Appena il Raj finì di leggere l'umile lettera di Narottam, si convinse della validità della sua posizione. Ciò nondimeno egli riunì i suoi più grandi studiosi, compreso il famoso Rupa­narayana e insieme marciarono alla volta di Kheturi per discutere con il santo vaisnava. Nel frattempo, però, i due discepoli brahmana più cari a Narottam, Ganga-narayana Cakravarti e Ramchandra Kaviraj, escogitarono un ingegnoso stratagemma per dimostrare la vera gloria del loro venerabile maestro. Uno dei discepoli brahmana si travestì da vasaio, l'altro da venditore di noci di betel e ambedue costruirono velocemente dei piccoli negozi a Kumarapur, alle soglie di Kheturi-gram, sulla via per la quale sarebbero passati il re e i suoi uomini. Quando gli studiosi in marcia vi arrivarono, i due devoti li chiamarono per offrire i loro prodotti. Ciò offrì loro l'opportunità di poter discutere cortesemente dei fatti del giorno.

Con grande sorpresa degli studiosi, tuttavia, questi negozianti parlavano un sanscrito perfetto come solo gli uomini più colti erano in grado di fare! Com'é possibile, essi riflettevano, che semplici negozianti nella città di Narottam siano degli studiosi così esperti? Se dei semplici lavoratori sono così sofisticati, come saranno i veri studiosi? E come sarà Narottam? Gli uomini del re decisero di vedere quanto realmente colti fossero questi negozianti e iniziarono a discutere sulla posizione di Narottam come guru di discepoli brahmana. Con estrema facilità, Ganga-narayana e Ram­chandra sconfissero gli studiosi del re. Quando gli accademici di corte citavano le Scritture verso dopo verso, gli uomini di Narottam facevano loro rilevare che le citazioni non tenevano conto del contesto o venivano fraintese.

Nella frustrazione più totale, essi si rivolsero al re ammettendo la loro patetica sconfitta. Lo stesso re era ansioso di vedere come Rupa­narayana si sarebbe comportato con i due colti negozianti ma anch'egli venne rapidamente sconfitto. Infine i due sadhu rivelarono la loro identità. Il re si rivolse allora ai suoi uomini: 'Se non riuscite a sconfiggere i discepoli di Narottam, come pensate di poterlo sconfiggere?'. Queste parole risuonarono dolorosamente nei loro orecchi e alla fine tutti diventarono discepoli di Narottam.

Le sue opere letterarie

Diversamente da Srinivas e Syamananda, una volta lasciata Vrindavana, Narottam non vi fece più ritorno. Visse invece vicino a Kheturi-gram, educando i devoti e scrivendo le sue meravigliose poesie. Govinda Kaviraj descrive Narottam come un grande re di prema (amore divino) e Ramchandra come suo ministro. I due (Narottam e Ramchandra) passavano gran parte della giornata studiando e insegnando il Bhagavat Purana e gli scritti di Rupa, Sanatana, e degli altri Gosvami. Poiché Narottam era principe di uno stato ricco — era noto come il raj­kumar nella sua giovinezza! — ebbe l'opportunità di studiare con molti grandi studiosi dell'epoca. Traendo profitto da questa situazione, Narottam divenne un'esperto in eloquenza e scrittore prolifico, comunicando tutti i principi del Vaisnavismo Gaudiya attraverso la poesia.

prarthana

La sua opera più importante è il Prarthana, un compendio di trentatré canti in Bengali. Il Prarthana comprende 258 versi suddivisi in cinquantacinque capitoli e tratta succintamente diversi argomenti: la preghiera, l'autocritica, il controllo della mente, la felicità spirituale, l'agonia dell'anima separata da Dio, la superiorità del Vaisnavismo, le più elevate aspirazioni, la relazione tra guru e discepolo, l'abitare a Vrindavana, l'importanza dell'ascetismo e l'umiltà del vaisnava. Inoltre, ventisette capitoli del Prarthana sono impemiati sul manjari-sadhana, la forma esoterica della pratica Gaudiya in cui viene visualizzata la propria forma di servitrice di Srimati Radharani; poiché Ella è molto cara a Krishna, questa è la via confidenziale per avvicinarsi al cuore di Krishna.

Altrettanto importante è il Prema-bhakti-chandrika di Narottam, un lungo poema (120 versi contenuti in nove capitoli) che spiega l'intera gamma della filosofia Gaudiya sotto forma di semi. Questo poema è stato composto probabilmente dopo il primo festival di Kheturi e dopo la morte del suo caro amico Ramchandra Kaviraj, poiché Narottam si lamenta per la sua dipartita in uno dei versi. Molti dei temi contenuti nel Prarthana vengono trattati in questo capolavoro della poesia Bengali. Visvanath Chakravarti, un successivo commentatore vaisnava, ha scritto un commento in sanscrito a quest'opera per la gioia della comunità vaisnava. Oltre a queste due opere principali, Narottam scrisse molti poemi brevi che in seguito vennero inclusi in alcune importanti antologie vaisnava. Nel ventesimo secolo, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada amava cantare le poesie di Narottam e citarlo nelle sue conferenze. Questa è la conferma della validità che ancora oggi riveste l'opera di Narottam.

La sua scomparsa: Prima parte

Come si rileva dai suoi scritti, Narottam sopravvisse a Jiva Gosvami e al suo migliore amico Ramchandra Kaviraj. Così come aveva sofferto per il distacco da Caitanya Mahaprabhu e Radha-Krishna, allo stesso modo soffrì per l'intensa separazione dai suoi elevati contemporanei. I biografi di Narottam lo descrivono sempre immerso in uno stato di gioia e di divino dolore, uno stato che, secondo la dottrina vaisnava, suscita le emozioni spirituali più elevate. Gli scrittori hanno descritto lo stato sensitivo di Narottam dicendo che egli continuamente 'irrorava la terra sotto i suoi piedi con i torrenti di tenerezza che sgorgavano dai suoi occhi pii'. Con una passione senza precedenti egli desiderava ardentemente Dio e i Suoi associati.

Alla fine Narottam non riusci a tollerare l'intensità del suo amore in separazione e decise di riunirsi al Signore nel mondo spirituale. A Murshidabad, nella casa di Ganga­narayana Chakravarti, andò in trance, totalmente immerso nei lila di Radha-Krishna. Questo stato di trance durò per parecchi giorni, convincendo molte persone che Narottam stava pensando di lasciare questo mondo. Tuttavia, parecchi ostinati oppositori, facenti parte dell' ortodossia brahminica, lo ridicolizzarono in quel momento cruciale. 'Guardate', essi urlavano, 'ha passato la sua vita ad iniziare brahmana, e non è mai stato altro che un sudra di bassa nascita che sta morendo da sudra'.

Ganga-narayana Chakravarti non riusci a tollerare le loro parole blasfeme e pregò il suo guru: 'Ti prego, ritorna. Dimostra quanto sono stupidi'. Proprio in quel momento, il corpo di Narottam iniziò a risplendere e su di esso apparve miracolosamente un filo brahminico dorato. Alla vista di questo miracolo, i brahmana di casta si pentirono subito del loro errore e si arresero ai piedi di Narottam chiedendo perdono. Il Narottam-vilas racconta l'accaduto in modo leggermente diverso. Narottam chiese ai suoi discepoli di portarlo a Budhari e poi a Gambhila per bagnarsi nel Gange. In quest'occasione egli venne colto da una febbre violenta e credette di morire. Allora ordinò ai suoi discepoli di preparare della legna per la sua cremazione, cosa che evidentemente li turbò, ma nondimeno essi obbedirono agli ordini del loro guru.

Narottam poi si sedette in silenzio per tre giorni ed infine lasciò il corpo di fronte a molti testimoni, discepoli e altre persone. Dopo l'uscita della sua anima dal corpo, i discepoli lo posero su un seggio di legna da ardere. Proprio in quel momento, i brahmana che lo criticavano cominciarono a urlare oscenità blasfeme contro Ganga-narayana e gli altri fedeli seguaci di Narottam. Ganga-narayana non riusci a tollerare le loro aspre parole e così pregò Narottam di ritornare e di mostrare la sua misericordia a questi brahmana in errore. In quell'istante, Narottam apri gli occhi e disse: 'Radha­Krishna-Caitanya!". Inoltre il suo corpo diventò splendente come il sole e i brahmana intimoriti furono costretti a cambiare opinione. Testimoni di questa resurrezione, tutti si arresero ai piedi di Narottam. Egli li abbracciò tutti, benedicendoli con i gioielli della bhakti. Ordinò loro di studiare le Scritture della bhakti con Ganga-narayana Chakravarti e poi lasciò quel luogo per meditare in solitudine. Per parecchi mesi egli manifestò sintomi d'estasi e pianse ripetutamente per la separazione da Sri Sri Radha-Krishna.

La sua scomparsa: Seconda parte

Qualche tempo dopo, Narottam si preparò veramente a lasciare il regno terrestre. Chiese a Ganga-narayana e agli altri discepoli più intimi di accompagnarlo al Gange per la seconda volta. Quando arrivarono, Narottam offri i suoi omaggi al fiume sacro ed entrò nelle sue acque. Fece capire ai suoi discepoli di riunirsi attorno a lui chiedendo loro di riempirsi le mani di acqua e di versarla sul suo corpo. Quando cominciarono a farlo si accorsero però che i suoi arti si trasformavano in latte e si mescolavano alle acque del Gange! Il loro impulso naturale fu quello di fermarsi affinché il loro guru non scomparisse del tutto nelle onde del fiume, ma questo era il suo ordine ed essi lo portarono a termine mentre anche le loro lacrime si univano al Gange. Quando il miracoloso rituale arrivò alla fine, Ganga­narayana riempi una brocca con il latte che precedentemente era stato il corpo di Narottam. Il latte venne portato in un santo luogo vicino alla casa di Ganga-narayana, a Jiva Ganja (distretto di Murshidabad, Bengala Occidentale), dove venne subito eretta la tomba (samadhi) di Narottam. La tomba diventò nota come Dugdha-samadhi. la tomba del latte, ed è un importante luogo di pellegrinaggio per tutti i vaisnava Gaudiya (5).

NOTE

(1) L'origine di queste Divinità è molto interessante. Narottam cercò all'inizio un'immagine di Sri Caitanya da installare al festival di Kheturi ma non riuscì a trovarla. Un giorno, un brahmana di nome Vipradas (che viveva a Gopalpur) trovò Narottam davanti alla sua porta. Vipradas diede il benvenuto al famoso sadhu di Kheturi, gli offrì un comodo seggio e un bicchiere di acqua fresca. Mentre i due vaisnava discutevano. Narottam venne a sapere che Vipradas era terrorizzato da un serpente velenoso che aveva scelto come tana il magazzino in cui il brahmana riponeva le sue provviste di riso. Senza alcuna paura Narottam sorrise e si recò subito nel magazzino per affrontare il 'terribile serpente', Più tardi, quando ne usci, Narottam reggeva due meravigliose divinità: Caitanya Mahaprahhu e la Sua consorte Visnu-priya devi-dasi. Il serpente era scomparso e Narottam portò queste Divinità a Kheturi per l'ormai famosa cerimonia di installazione. Oggi queste Divinità vengono venerate a Gambilat, che si trova a sud-ovest di Kheturi nel distretto di Murshidabad.

(2) La Bibbia afferma che la rivelazione fatta ai Giudei è unica perché Dio rivelò la Sua identità a un intero popolo e non a pochi individui come nel caso di Gesù o di Maometto. Tuttavia l'episodio svoltosi a Kheturi sembra indicare che questa teoria si rivela valida solo per le religioni occidentali perché la divinità di Mahaprabhu si manifestò davanti a diecimila testimoni. Il raffronto tra questa rivelazione e quella del Monte Sinai (la rivelazione alla moltitudine) dovrebbe essere tema di profonda ricerca da parte degli storici delle religioni.

(3) Nel 1911, Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakur discusse in modo convincente sull'importanza del Vaisnavismo al di sopra del Brahmanesimo.

(4) Questo insegnamento viene confermato nella Bhagavad-gita (4.13). A questa conferenza tenutasi a Kheturi, si dice che Birbhadra, rispettato da tutti, abbia fatto riferimento a capitoli e versi tratti dalle Scritture provando che Narottam, per la sua devozione, era molto più nobile di un brahmana e indossava 'un sacro filo interiore intorno al cuore'. Coloro che ebbero la fortuna di ascoltare il discorso di Birbhadra, o che ne vennero a conoscenza da chi vi era stato presente, accettarono Narottam con tutto il cuore.

(5) Narottam ha un altro samadhi a Vrindavana. Secondo la leggenda popolare di Manipuri, Narottam non riusciva a riposare e voleva continuare a predicare. Perciò riapparve e disse ai suoi seguaci di conservare un po' della legna che era stata riservata per la sua cremazione: "Tornerò di nuovo', disse "quindi tenetela per me", Per combinazione Maharaj Jai Singh mori a Murshidabad, esattamente nello stesso posto, e la legna venne usata per cremare il suo corpo. Gli abitanti di Manipur credono quindi che Jai Singh sia stato una reincarnazione di Narottam Das Thakur.

Tratto dal libro Vite dei santi vaisnava, Shrinivas, Narottam, Shyamananda di Satyaraja dasa (Steven Rosen). Tutti i diritti riservati.

FAQ

Che cos'è il bhakti-yoga?

Bhakti deriva dalla parola sanscrita bhaj, che significa servizio amorevole. Yoga in sanscrito significa connessione. Bhakti yoga significa connettersi al supremo per mezzo dell'amore del puro servizio devozionale.Tutti noi abbiamo amore o Bhakti dentro di noi; tuttavia, è in uno stato dormiente. C'è un modo semplice per risvegliare questo servizio d'amore dormiente a Dio, la Persona Suprema. Questo processo è stabilito dal Signore Sri Krishna nella Bhagavad Gita. Il Signore, Sri Chaitanya Mahabrabhu, l'incarnazione del Signore Krishna in questa era attuale ha misericordiosamente reso questo processo molto semplice e piacevole. Srila prabhupada, il fondatore dell'ISKCON, ha reso questo processo famoso in tutto il mondo. Il processo del risveglio dell'amore non è solo purificante ma anche pienamente soddisfacente. Questo processo di purificazione consiste in tre principi principali: canto, danza e festa. Il canto dei puri nomi del Signore può essere fatto semplicemente cantando regolarmente l'Hare Krishna mahamantra - Hare Krishna Hare Krishna / Krishna Krishna Hare Hare / Hare Rama Hare Rama / Rama Rama Hare Hare. Il canto può essere fatto come giri minimi fissi sul japa mala o può essere fatto insieme in congregazione con strumenti musicali. La danza è anche una parte importante della purificazione per raggiungere l'amore. La danza è fatta con grazia davanti al Signore. La danza impegna tutto il nostro corpo nella glorificazione di Dio, la Persona Suprema. Banchettare significa solo mangiare cibo che è stato specificamente cucinato e offerto amorevolmente a Sri Krishna. Tale cibo o anche chiamato prasadam è privo di karma e non ci intrappola nel ciclo di nascite e morti ripetute.

Che cos'è la I.S.K.Con.?

La Società Internazionale per la Coscienza di Krishna è stata fondata nel 1966 da Prabhupada A.C. Bhaktivedanta Swami, venuto dall'India su ordine del suo Maestro Spirituale per predicare l'amore di Dio al popolo dell'Occidente. Prabhupada è in una linea di successione disciplica che risale direttamente a 500 anni fa, quando Sri Chaitanya apparve in India, e da lì ancora più indietro di 5000 anni, al tempo in cui Krishna parlò per la prima volta La Bhagavad Gita al Suo discepolo Arjuna. La Coscienza di Krishna è vissuta come un processo di auto purificazione. I suoi mezzi e il suo fine sono un segreto di Pulcinella, e non vi è alcun onere finanziario per imparare la Coscienza di Krishna o ricevere l'iniziazione al canto del mantra Hare Krishna. L'essenza del servizio devozionale a Krishna è che si prende qualunque capacità o talento si abbia e lo si combina con gli interessi del Supremo Goditore, il Signore, Sri Krishna. Lo scrittore, scrive articoli per Krishna e noi pubblichiamo periodici in questo modo. L'uomo d'affari, fa affari per fondare molti templi in tutto il paese. I capifamiglia, allevano i figli nella scienza di Dio, e marito e moglie vivono in mutua cooperazione per il progresso spirituale. Queste attività sono svolte sotto la sanzione dell'esperto Maestro Spirituale e in linea con le Scritture. Il servizio devozionale nella Coscienza di Krishna significa cantare regolarmente nel tempio, ascoltare discorsi sui passatempi di Krishna dallo Srimad Bhagavatam e prendere cibi preparati e offerti a Dio, la Persona Suprema. Con libri, letteratura e documenti, la Società si dedica a risvegliare il pubblico mondiale allo stato normale ed estatico della Coscienza di Krishna, in modo che tutti possano riguadagnare la loro posizione eterna di servire favorevolmente la volontà di Krishna. Il canto congregazionale del Sankirtan viene portato alla gente: nei parchi pubblici, nelle scuole, in televisione, a teatro, per le strade. La Coscienza di Krishna non è la filosofia di un pigro. Piuttosto, cantando e impegnandosi nel servizio di Krishna, chiunque partecipi sperimenterà lo stato di "Samadhi", l'assorbimento estatico nella coscienza di Dio, 24 ore al giorno! Poiché la filosofia della Coscienza di Krishna non è settaria, qualsiasi uomo, indù o cristiano, migliorerà nella sua fede cantando il Santo Nome di Dio e ascoltando la Bhagavad Gita. Senza conoscenza, realizzazione e servizio amorevole all'Unico Dio Supremo, non può esserci religione. Che tutti si rallegrino nel Movimento del Sankirtan, e potremo così vedere l'adempimento della predizione fatta da Sri Caitanya 500 anni fa: che il canto dei Santi Nomi di Dio, Hare Krishna, sarebbe stato portato in ogni città e villaggio del mondo. Solo così potrà prevalere la vera pace. È' sublime e facile.

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Chi è Krishna?

Nella filosofia del Bhakti Yoga, la Verità Assoluta è conosciuta come una persona. Il suo nome è Krishna, una parola sanscrita che significa “coLui che attrae tutti”. Krishna è l'oggetto più attraente dell'amore della tua anima. Ogni essere vivente cerca il piacere. L'essenza del piacere è il piacere dell'amore. Ne abbiamo bisogno. Senza amare qualcuno ed essere amati da qualcuno, la vita è molto vuota e superficiale. L'origine di quell'amore è l'amore dell'anima per Dio e l'amore di Dio per l'anima. Siamo attratti da qualcuno che è bello, potente, colto, famoso, rinunciato, ricco. Queste sono opulenze che attirano il nostro cuore. Il nome Krishna significa che possiede tutte le opulenze nella loro totalità. Egli è la fonte di tutta la bellezza, di tutta la forza, di tutta la conoscenza, di tutta la ricchezza, di tutta la fama e di ogni rinuncia. E l'amore di Krishna per l'anima è illimitato e incondizionato. Questo è Krishna. Egli è il nostro eterno padre, la nostra eterna madre, il nostro eterno amico, il nostro eterno amante. Potremmo servire Krishna attraverso il sentiero della bhakti. Bhakti è il processo che Dio ci ha dato attraverso il quale possiamo servirlo 24 ore al giorno. Krishna è nei nostri cuori. Krishna è nel cuore di ogni essere vivente. Krishna è dentro ogni atomo e tra gli atomi attraverso le sue varie energie. Ma alla fine, la fonte di tutto è quella persona divina, quella persona onnipotente, amorevole e attraente con cui desideriamo eternamente ricongiungerci. Bhakti Yoga significa ricongiungersi con la nostra fonte, con Dio, attraverso atti di devozione, ricordandoci di lui, cantando i Suoi nomi e le Sue glorie, pregandolo, adorando la divinità, rendendo servizio a Lui, ai Suoi devoti e a tutti gli esseri viventi. Questi sono i modi attraverso i quali potremmo sempre sentire la presenza di Dio.

Chi ha iniziato il Movimento Hare Krishna?

Nel 1965, Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada viaggiò da solo dall'India agli Stati Uniti d'America per stabilire la tradizione senza tempo della coscienza di Krishna nel mondo occidentale. Ha fondato da solo l'International Society for Krishna Consciousness (I.S.K.CON.), una società mondiale di oltre 500 templi, comunità agricole e scuole, con un'adesione di oltre tre milioni di membri in Occidente, cinquanta milioni in tutto il mondo. Srila Prabhupada ha tradotto oltre 50 libri sulla coscienza di Krishna, ora disponibili in oltre 65 lingue. Prima di morire nel 1977, fece in modo che il movimento fosse guidato da una Commissione del Corpo Direttivo composta dai suoi discepoli più anziani. Inoltre, dopo la dipartita di Srila Prabhupada, i suoi stessi discepoli iniziarono ad accettare discepoli, portando avanti l'antico sistema della successione disciplica. Pertanto, ha toccato abbastanza persone che possono trasmettere questa conoscenza ad altri che questo movimento continuerà anche nel futuro.

Chi sono io?

Queste sono le domande secolari che ogni filosofo nel corso dei secoli ha cercato di comprendere e comprendere. Dopo tutto, come saprai cosa fare nella vita se non sai nemmeno chi o cosa sei? " Tuttavia, l'antica letteratura vedica dell'India ha fornito le risposte più chiare che sono state trovate ovunque per rispondere a queste domande. Ad esempio, il Mundaka Upanishad (3.1.9) spiega che l'essere vivente è l'anima e che: "L'anima è di dimensioni atomiche e può essere percepita dalla perfetta intelligenza. Questa anima atomica è situata nel cuore e diffonde la sua influenza su tutto il corpo delle entità viventi incorporate. Quando l'anima viene purificata dalla contaminazione dei cinque tipi di aria materiale, la sua influenza spirituale viene esibita.

"Il Chandogya Upanishad (6.11.3) afferma anche che sebbene il corpo avvizzisca e muoia quando il sé o l'anima lo abbandonano, il sé vivente non muore. Ulteriore illuminazione è data nello Srimad-Bhagavatam (7.2.22) in cui spiega che l'anima spirituale non ha morte ed è eterna ed inesauribile. È completamente diverso dal corpo materiale, ma per essere stato fuorviato dall'abuso della sua leggera indipendenza, è obbligato ad accettare corpi sottili e grossolani creati dall'energia materiale e quindi essere sottoposti alla cosiddetta felicità materiale e angoscia.La natura eterna del sé viene anche spiegata nella Bhagavad-gita dal Signore Sri Krishna, dove Egli dice specificamente che non c'è mai stato un tempo in cui Lui non esistesse, né alcuno degli esseri viventi, incluso te. L'anima incarnata passa continuamente dalla fanciullezza alla giovinezza fino alla vecchiaia in questo corpo. ">Ma per chi si è realizzato da solo, non c'è sconcerto in un simile cambiamento. Si spiega inoltre che dovremmo sapere che ciò che pervade l'intero corpo attraverso la coscienza è indistruttibile. Nessuno è in grado di distruggere l'anima imperitura. Solo il corpo materiale dell'eterno essere vivente è soggetto alla distruzione. Per l'anima non c'è mai nascita né morte. Non viene ucciso quando il corpo muore o viene ucciso. Come una persona indossa nuovi indumenti, rinunciando a quelli vecchi, allo stesso modo, l'anima accetta nuovi corpi materiali, rinunciando a quelli vecchi e inutili. Certamente questa conoscenza può alleviare chiunque dall'ansia che viene dal pensare che la nostra esistenza sia finita alla morte. Spiritualmente, non moriamo; tuttavia, il corpo viene utilizzato fino a quando non è più adatto per continuare. A quel tempo, potrebbe sembrare che moriamo, ma non è così. L'anima continua il suo viaggio verso un altro corpo secondo il suo destino.

Viene anche spiegata l'indistruttibilità dell'anima. L'anima individuale è infrangibile e insolubile, e non può essere né bruciata né secca. L'anima è eterna, immutabile e eternamente uguale. Sapendo questo, non dovremmo addolorarci per il corpo temporaneo. Quindi, il corpo si assottiglia e muore ma l'anima non muore: semplicemente cambia corpo. Pertanto, il corpo è come una camicia o un cappotto che indossiamo per qualche tempo, e quando è consumato, lo cambiamo per uno nuovo. Pertanto, la letteratura vedica, come la Chandogya Upanishad (8.1.1), menziona che la conoscenza del sé interiore è ciò che dovrebbe essere cercato e compreso da tutti. Realizzare la propria identità spirituale risolve i problemi e i misteri della vita. Più realizziamo la nostra identità spirituale, più vedremo che siamo oltre questi corpi materiali temporanei e che la nostra identità non è semplicemente un corpo bianco, o nero, o giallo, o grasso, magro, intelligente, stupido, vecchio , giovane, forte, debole, cieco, ecc. La cecità reale significa non essere in grado di vedere attraverso le condizioni corporee temporanee e superficiali e nella persona reale interiore. Vedere la realtà significa riconoscere la natura spirituale di tutti. Lo Srimad-Bhagavatam (11.28.35) spiega che l'anima è auto-luminosa, al di là della nascita e della morte, e illimitata dal tempo o dallo spazio e, quindi, oltre ogni cambiamento. Il Bhagavatam (11.22.50) sottolinea anche che come si assiste alla nascita e alla morte di un albero ed è separato da esso, allo stesso modo la testimonianza della nascita, della morte e delle varie attività del corpo è dentro ma separata da esso. La dimensione dell'anima è descritta anche nella Svetasvatara Upanishad (5.9): "Quando il punto superiore di un capello è diviso in cento parti e ancora ciascuna di tali parti è ulteriormente suddivisa in cento parti, ciascuna di tali parti è la misura della dimensione dell'anima spirituale. "Quindi considerando che il diametro di un tipico pelo è largo circa tre-millesimi di pollice, allora dividerlo in cento parti, e poi dividere una di quelle parti di nuovo in cento parti significa che sarebbe microscopico. E poiché è spirituale e non fatto di sostanza materiale, percepire la presenza dell'anima non è così facile. È invisibile alla nostra visione materiale. La Katha Upanishad riferisce che all'interno del corpo, più in alto dei sensi e degli oggetti dei sensi, esiste la mente. Più sottile della mente è l'intelligenza, e più alto e più sottile di quanto l'intelletto sia il sé. Quel sé è nascosto in tutti gli esseri e non brilla, ma è visto dai sottili veggenti attraverso il loro acuto intelletto. Da questo possiamo capire che all'interno del corpo fisico grossolano, composto da vari elementi materiali, come terra, aria, acqua, ecc., c'è anche il corpo sottile composto dai sottili elementi sottili della mente, dell'intelligenza e del falso ego. Le attività psichiche si svolgono all'interno del corpo sottile. È anche all'interno del corpo sottile in cui esistono i ricordi delle vite passate, per quanto profonde possano essere. Tuttavia, l'essere vivente ha la sua forma spirituale che è più profonda di questa sottigliezza, altrimenti non potrebbe aver ripetuto nascite. Una persona vede effettivamente il suo sé spirituale così come la presenza dell'Essere Supremo quando percepisce che sia il corpo grossolano sia quello sottile non hanno nulla a che fare con il puro sé spirituale interiore. Pertanto, si potrebbe chiedere che, poiché siamo separati dai corpi grossolani e sottili, perché ci identifichiamo così fortemente con il corpo materiale? Si spiega che sebbene il corpo materiale sia diverso dall'anima, è a causa dell'ignoranza dovuta all'associazione materiale che ci si identifica erroneamente con le condizioni corporee alte e basse. È ulteriormente elaborato che solo a causa della mente e dell'ego tale sperimentiamo felicità materiale e angoscia. Tuttavia, in realtà, l'anima spirituale è al di sopra di tale esistenza materiale e non può mai essere realmente influenzata dalla felicità materiale e dall'angoscia in qualsiasi circostanza. Una persona che percepisce veramente questo non ha nulla da temere dalla creazione materiale o dall'apparizione di nascite e morti. Così, può ottenere una vera pace. Il Chandogya Upanishad (8.1.5-6) ​​continua a spiegare che il sé è libero dal peccato e dalla vecchiaia, dalla morte e dal dolore, dalla fame e dalla sete, dalla lamento e dalla tristezza e da tutte le forme corporee identificazione. Desidera solo ciò che dovrebbe desiderare e non immagina altro che ciò che dovrebbe immaginare. Chi si allontana da questa vita senza aver scoperto il sé e quei desideri veri o spirituali non ha libertà in tutti i mondi. Ma quelli che partono da qui dopo aver realizzato la propria vera identità spirituale e quelle inclinazioni spirituali hanno la libertà in tutti i mondi. Quindi, per riassumere, l'anima è una particella di coscienza e beatitudine nel suo stato purificato di essere. Non è materiale in alcun modo. È ciò che parte dal corpo al momento della morte e, nel corpo sottile, trasporta le sue impressioni, i desideri e le tendenze mentali, insieme ai risultati karmici delle sue attività da un corpo all'altro. Comprendere e percepire questo sé, che è la nostra autentica identità spirituale, è il vero obiettivo della vita. Tale realizzazione allevia uno di ulteriore esistenza materiale. Come è spiegato, coloro che hanno purificato la loro coscienza, sono stati assorbiti dalla conoscenza spirituale e hanno assolto ogni impurità nella mente, sono liberati dal karma che li libera da qualsiasi nascita futura. Sono liberi da altre nascite nel mondo materiale e vengono liberati nell'atmosfera spirituale. Come fare questo è il risultato finale dell'esistenza umana.

Da dove provengono le vostre Scritture?

Sebbene il movimento Hare Krishna sia stato fondato in Occidente solo nel 1966, le sue radici si estendono per migliaia di anni nel passato, nella tradizione vedica dell'India. I Veda erano originariamente una tradizione vocale, ma poi furono scritti in sanscrito più di 5000 anni fa. Il compilatore della letteratura vedica, Srila Vyasadeva, divise la conoscenza vedica in vari dipartimenti di conoscenza, materiale e spirituale, affidando ai suoi discepoli sezioni particolari. In questo modo, le scritture si sono sviluppate nei quattro Veda, nei Vedanta Sutra, nelle 108 Upanishad principali, nel grande Mahabharata che include la Bhagavad-gita e nei 18 Purana principali, tra gli altri testi. Dei Purana, il Bhagavata Purana o Srimad-Bhagavatam è descritto come il frutto più maturo di tutta la letteratura vedica. È accettato dalla tradizione vedica come la conclusione dei principi e della comprensione vedantica, e mette in relazione i passatempi e le caratteristiche del Signore Supremo. Il processo di sviluppo spirituale descritto nella letteratura vedica è un processo graduale di realizzazione di Dio e amore per Dio. Questa saggezza è stata attentamente preservata e tramandata attraverso i secoli attraverso il veicolo della successione di maestri autorealizzati. Questa antica saggezza spirituale viene ora nuovamente presentata in Occidente attraverso il Movimento Hare Krishna. Invitano persone di ogni tipo a visitare i loro templi, comunità e siti web e a partecipare in qualsiasi modo desiderino a questo sublime e facile processo di <em>bhakti-yoga</em> e Coscienza di Krishna. Ci sono anche molti libri che possono aiutare a comprendere come puoi iniziare questo processo spirituale.

Hare Krishna mantra, che cos'è?

Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare

Un mantra è una vibrazione sonora spirituale che purifica la coscienza e risveglia l'amore di Dio. Il canto del maha-mantra Hare Krishna - Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare - è raccomandato nella letteratura vedica come il metodo più facile per quest'epoca (il kali-yuga), per raggiungere la realizzazione spirituale. Krishna è il nome sanscrito di Dio che significa "CoLui che attrae tutti", e Rama è un altro nome per Dio che significa "riserva di ogni piacere". Hare si riferisce all'energia divina del Signore. Quindi il mantra Hare Krishna significa: "O onnipotente, onnipotente Signore, o energia del Signore, per favore impegnami nel Tuo servizio". Ci sono due modi per cantare questo mantra: canto di gruppo (kirtana) e canto individuale su corona (japa). Per entrambi i metodi non si applicano regole rigide e chiunque può recitare in qualsiasi momento.

Ascolta il commento di Srila Prabhpada

Karma, che cos'è?

Il karma è uno di quegli argomenti che molte persone conoscono poco, ma pochi ne comprendono le complessità. Per cominciare, la terza legge del moto di Newton afferma che per ogni azione c'è una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale, questa è la legge del karma. La legge del karma afferma fondamentalmente che ogni azione ha una reazione e qualsiasi cosa tu faccia agli altri, in seguito, tornerà da te. Inoltre, l'ignoranza della legge non è una scusa. Siamo ancora responsabili per tutto ciò che facciamo, indipendentemente dal fatto che lo comprendiamo o meno. Pertanto, la cosa migliore è imparare come funziona. Se tutti capissero la legge del karma, vivremmo tutti una vita più felice in un mondo più luminoso. Perché? Perché potremmo sapere come regolare le nostre vite in modo da non subire le continue reazioni di ciò che abbiamo fatto a causa dei falsi obiettivi della vita. Secondo la letteratura vedica, il karma è la legge di causa ed effetto. Per ogni azione c'è una causa oltre che una reazione. Il karma viene prodotto eseguendo attività interessate allo sviluppo fisico o mentale. Si possono compiere attività pie che produrranno buone reazioni o un buon karma per il futuro divertimento. Oppure si può compiere egoismo o ciò che alcuni chiamano attività peccaminose che producono cattivo karma e sofferenza futura. Questo segue una persona ovunque vada in questa vita o in una vita futura. Tale karma, così come il tipo di coscienza che una persona sviluppa, stabilisce reazioni che è necessario sperimentare. La Svetashvatara Upanishad (5.12) spiega che l'essere vivente, l'anima jiva, acquisisce molti corpi fisici e sottili grossolani a causa delle azioni che compie, come è motivato dalle qualità materiali a cui ottiene. Questi corpi acquisiti continuano ad essere una fonte di illusione finché egli è ignorante della sua vera identità. Il Brihadaranyaka Upanishad (4.45) chiarisce ulteriormente che come l'atma o l'anima nei corpi grossolani e sottili agisce, così in tal modo ottiene condizioni diverse. Agendo santo diventa un santo e agendo immoralmente diventa soggetto alle conseguenze karmiche. In questo modo, acquisisce di conseguenza la pietà o il peso dell'empietà. Allo stesso modo, si afferma che come un uomo semina, così mieterà. Pertanto, mentre le persone vivono la loro vita presente, coltivano un particolare tipo di coscienza con i loro pensieri e attività, che possono essere buoni o cattivi. Questo crea il karma di una persona. Questo karma ci indirizzerà verso un corpo più appropriato per le reazioni che dobbiamo affrontare, o le lezioni che dobbiamo imparare. Quindi, la causa della nostra esistenza deriva dalle attività delle nostre vite precedenti. Poiché tutto è basato su una causa, è il karma di uno che determinerà la propria situazione, come razza, colore, sesso o area del mondo in cui uno apparirà, o se uno è nato in una famiglia ricca o povera, o essere sani o malsani, ecc. ecc. Grazie per aver letto Hare Krishna [learn_more caption = "Ulteriori informazioni"] Quindi, quando gli esseri viventi rinascono, ottengono un certo tipo di corpo che è più adatto al tipo di coscienza che hanno sviluppato. Pertanto, secondo il Padma Purana, ci sono 8.400.000 specie di vita, ognuna delle quali offre una particolare classe di corpo per qualsiasi tipo di desiderio e coscienza che l'essere vivente possa avere in questo mondo. In questo modo, l'essere vivente è il figlio del suo passato e il padre del suo futuro. Quindi, è attualmente influenzato dalle attività della sua vita precedente e crea la sua esistenza futura dalle azioni che compie in questa vita. Una persona si reincarnerà in varie forme di corpi che sono più adatti per la coscienza, i desideri e la dignità dell'essere vivente e per ciò che merita. Quindi l'essere vivente continua inevitabilmente in questo ciclo di nascita e morte e le conseguenze per le sue varie attività buone o cattive finché è materialmente motivato. Ciò che crea il karma buono o cattivo è anche la natura dell'intento dietro l'azione. Se si usano le cose egoisticamente o per rabbia, avidità, odio, vendetta, ecc., Allora la natura dell'atto è oscurità. Uno incorrerà in un cattivo karma che in seguito si manifesterà come un'inversione nella vita, eventi dolorosi, malattie o incidenti. Mentre le cose che sono fatte a beneficio degli altri, per gentilezza e amore, senza alcun pensiero di ritorno, o per adorare Dio, sono tutte azioni di bontà e pietà, che porteranno l'elevazione o la fortuna a voi. Tuttavia, se fai qualcosa di male che accade a causa di un incidente o di un errore, senza l'intenzione di arrecare alcun danno agli altri, il karma non è così pesante. Forse eri destinato a essere uno strumento nel karma di qualcun altro, che è anche tuo. Prenderà in considerazione la tua motivazione. Tuttavia, maggiore è l'intento o la consapevolezza di fare qualcosa di sbagliato, maggiore sarà il grado di reazione negativa che ci sarà. Quindi è tutto basato sull'intento che sta dietro l'azione. Tuttavia, dovremmo capire che, essenzialmente, il karma è per correggere una persona, non per una semplice retribuzione delle azioni passate. L'universo è basato su compassione. Ognuno ha certe lezioni e modi in cui deve svilupparsi, e la legge del karma in effetti la dirige in un modo per farlo. Nondimeno, non si è condannati a rimanere in questo ciclo di ripetute nascite e morti per sempre. C'è una via d'uscita. Nella forma umana si può acquisire la conoscenza della realizzazione spirituale e ottenere la liberazione dal karma e da ulteriori cicli di nascita e morte. Questo è considerato il risultato più importante che si possa ottenere nella vita. Questo è il motivo per cui ogni processo religioso nel mondo incoraggia le persone che vogliono la libertà dall'esistenza terrena a non desiderare attaccamenti materiali o piaceri sensuali che li legano a questo mondo, ma a lavorare verso ciò che può liberarli da ulteriori cicli di nascita e morte.Tutti il karma può essere negato quando si aspira veramente a comprendere o realizzare lo scopo superiore nella vita e nella verità spirituale. Quando si raggiunge quel punto, la sua vita può essere veramente spirituale che dà l'eterna libertà dal cambiamento. Cercando la Verità Assoluta o servendo Dio nel servizio devozionale, specialmente nel bhakti-yoga, una persona può raggiungere il punto in cui è completamente sollevato da tutti gli ostacoli o le responsabilità karmiche. Il Signore Krishna dice nella Bhagavad-gita (18.66): "Abbandona ogni varietà di religione e arrenditi a Me. Ti libererò da ogni reazione peccaminosa. Non temere ". Senza essere allenati in questa scienza spirituale, è molto difficile capire come l'essere vivente lascia il suo corpo o quale tipo di corpo otterrà in futuro, o perché ci sono varie specie di vita che accolgono tutte le persone gli innumerevoli livelli di coscienza delle entità viventi. Come riferito nella Bhagavad-gita, coloro che sono spiritualmente ignoranti non possono capire come un'entità vivente può lasciare il corpo al momento della morte, né possono capire quale tipo di corpo godrà sotto l'influenza dei modi di natura. Tuttavia, chi è stato addestrato alla conoscenza può percepirlo. Quindi, incoraggiamo tutti a comprendere la legge del karma in modo più completo e come si può impegnarsi nel servizio di devozione del Signore per liberarsi da ogni karma buono o cattivo e sviluppare una coscienza puramente spiritualizzata. Questa è vera libertà e liberazione da tutti i limiti materiali attraverso i quali si può raggiungere lo strato spirituale.

Qual è lo scopo della vita?

Gli esseri viventi sono anime spirituali. Come tali, siamo parte integrante dell'assoluto supremo, Sri Krishna. Lo scopo della nostra vita è stabilire la connessione perduta con la Persona Suprema - Sri Krishna. Tutti noi stiamo cercando l'amore. Tuttavia, stiamo cercando di trovare il cosiddetto amore in questo mondo materiale - un mondo che è pieno di avidità, invidia, lussuria, rabbia, falso ego, illusione. Questo mondo materiale è pieno di tristezza e miseria. È' un mondo temporaneo. Si può venire sommersi da problemi in qualsiasi momento. Quindi i nostri tentativi di trovare la vera felicità in questo mondo materiale invariabilmente finiscono con la frustrazione. La vera felicità può essere trovata quando risvegliamo l'amore dormiente o la coscienza di Krishna. La vita umana è una possibilità per noi di ristabilire questa relazione. La coscienza di Krishna si ottiene pensando sempre a Lui, cantando il Suo santo nome, servendoLo, servendo i Suoi devoti e diffondendo le glorie del santo nome. Quindi, quando siamo impegnati nella coscienza di Krishna, sperimentiamo il più alto amore trascendentale: l'amore per Krishna, la Suprema personalità di Dio o prema bhakti. Raggiungere la prema bhakti è l'obiettivo della vita. Una vita di eternità, conoscenza e beatitudine!

Reinarnazione, che cos'è?

La reincarnazione è chiamata samsara nei classici testi vedici dell'India. La parola samsara è sanscrito e significa essere legati al ciclo di ripetute nascite e morti attraverso numerose vite. Il modo in cui funziona è che coloro che sono condizionati materialmente trasmigrano attraverso corpi diversi in base ai propri desideri e attività (o karma) passate e familiarità. I loro desideri, se materialmente motivati, richiedono un corpo fisico per consentire loro di continuare a elaborare i loro desideri materiali in varie condizioni di vita. Generalmente, nelle tradizioni orientali si considera che tutte le forme di vita o di specie hanno un'anima, che è l'entità che si reincarna. Prima di quando un'entità è pronta a incarnarsi come essere umano sulla Terra, l'anima può aver attraversato un'intera serie di vite per sperimentare vari livelli di esistenza e di coscienza. Il principio è che un'entità può effettivamente progredire attraverso le diverse specie di vita, gradualmente salendo fino a raggiungere la forma umana. Certo, il corpo è solo la copertura dell'anima in cui appare. L'essere vivente si muoverà continuamente verso l'alto nei suoi cicli di reincarnazione finché non avrà sperimentato tutte le principali varietà di esistenze che il regno materiale ha da offrire. In questo modo l'essere vivente è pienamente esperto nell'elaborare desideri o desideri materiali in tutti i tipi di forme quando raggiunge il livello umano. Naturalmente, non tutti gli esseri potrebbero dover affrontare tutto questo. Come funziona la reincarnazione è descritto più dettagliatamente nei testi vedici dell'India. La Bhagavad-gita (8.6) spiega che qualunque stato di coscienza si raggiunge quando lui o lei abbandona questo corpo, uno stato simile sarà raggiunto nella prossima vita. Ciò significa che dopo che la persona ha vissuto la sua vita, le numerose attività variegate della persona formano una coscienza aggregata. Tutti i nostri pensieri e azioni nella nostra vita influenzeranno collettivamente lo stato di essere in cui siamo al momento della morte. Questa coscienza determinerà a cosa sta pensando quella persona alla fine della propria vita. Quest'ultimo pensiero e coscienza dirigeranno quindi dove quella persona molto probabilmente andrà nella prossima vita perché questo stato di essere passa da questa vita alla successiva. Come viene ulteriormente spiegato, l'entità vivente nel mondo materiale trasporta i diversi livelli di coscienza da un corpo all'altro nello stesso modo in cui l'aria porta aromi. In altre parole, non possiamo vedere gli aromi trasportati dall'aria, ma può essere percepito dal senso dell'olfatto. In modo simile, non possiamo vedere i tipi di coscienza che l'essere vivente si è sviluppato, ma è trasportato da questo corpo al momento della morte e procede verso un altro corpo nella prossima vita per riprendere da dove era stato interrotto dal precedente esistenza. Naturalmente, la prossima vita potrebbe essere in un altro corpo fisico o in un corpo sottile tra le nascite, o anche negli stati d'essere celesti o infernali. Dopo la morte, si continua la coscienza che è stata coltivata durante la vita. Sono i nostri modelli di pensiero che costruiscono la coscienza, che poi ci indirizza verso l'esperienza richiesta dopo la morte. Il proprio stato di coscienza o concezione della vita esiste nel corpo sottile, che consiste nella mente, nell'intelligenza e nel falso ego. L'anima è coperta da questo corpo sottile, che esiste all'interno della forma materiale grossolana. Quando il veicolo fisico non può più funzionare, il corpo e l'anima sottili ne sono costretti a uscire. Poi, quando è il momento giusto, sono collocati in un'altra struttura fisica che adatta adeguatamente lo stato della mente dell'entità vivente. È così che lo stato mentale che attira l'uomo morente determina come inizia la sua prossima vita. Se il morente è assorto in pensieri di guadagno materiale o di piaceri sensuali di moglie, famiglia, parenti, casa, ecc., Allora deve, a un certo punto, ottenere un altro corpo materiale per continuare a perseguire i suoi interessi mondani. Dopo tutto, come si può soddisfare i suoi desideri materiali senza un corpo materiale? Per questo motivo, è meglio che una persona coltivi sempre attività pie e pensieri spirituali per aiutarlo a entrare in una vita migliore dopo la morte. Se una persona ha provato a tagliare i nodi dell'attaccamento alla vita materialistica e si è impegnata in attività spirituali, al grado di avanzamento che la persona ha fatto, lui o lei può andare in un regno celeste dopo la morte, o persino raggiungere il regno di Dio . In ogni caso, possiamo cominciare a capire che morire nella coscienza giusta per liberarsi dal ciclo di nascita e morte è un'arte che richiede pratica. Dobbiamo prepararci per il momento della morte in modo da non essere presi alla sprovvista o in uno stato mentale inadatto. Questo è uno degli scopi dello yoga. Dopo quello che può essere milioni di nascite e morti attraverso molte forme di vita, cercando di soddisfare tutti i desideri materiali, l'anima può cominciare a stancarsi di questi continui tentativi di felicità che spesso si rivelano così temporanei. Allora la persona può tuper trovare un significato spirituale nella vita. Nella ricerca del significato più alto, a seconda del livello di coscienza che una persona sviluppa, lui o lei può gradualmente entrare in livelli sempre più alti di sviluppo. Infine, se una persona scopre che in realtà non è questo corpo ma un essere spirituale al suo interno, e raggiunge un livello spirituale di coscienza, può perfezionare la sua vita in modo che entri negli strati spirituali e non debba più incarnarsi nel fisico mondo. Quindi, la liberazione è raggiunta attraverso la realizzazione del Sé e lo sviluppo del servizio di devozione a Dio, che è la perfezione del sentiero spirituale. Attraverso l'esistenza umana sulla Terra, è possibile accedere a molti altri piani di esistenza, incluso l'ingresso nel mondo spirituale. Dipende solo da come usiamo questa vita. L'idea che una persona abbia una sola vita per diventare qualificata per entrare in paradiso o per entrare nella dannazione eterna non offre all'anima alcun mezzo per la riabilitazione e solo una infinita sofferenza. Questo non è ragionevole. La dottrina della reincarnazione offre a chiunque ampie possibilità di correggere e rieducarsi nelle future nascite. Un'eternità all'inferno significa che un effetto infinito è prodotto da una causa finita, che è illogica. Dio non ha creato gli uomini per diventare niente più che un combustibile duraturo per nutrire i fuochi dell'inferno. Un tale scopo nella sua creazione non proviene da un Dio sempre amorevole, ma deriva dalle idee difettose dell'uomo e dalle sue concezioni imperfette di Dio. Dopo tutto, quanti uomini senza macchia potevano esserci in questo mondo? Chi ha un personaggio così puro da ricevere un passaggio immediato in paradiso? La Bhagavad-gita spiega che anche il peggiore peccatore può attraversare l'oceano della nascita e della morte salendo la barca della conoscenza trascendentale. Dobbiamo semplicemente essere sinceri nel raggiungere quella barca. Inoltre, una persona raccoglie i risultati delle sue azioni peccaminose per un periodo di tempo limitato. Dopo essere stato purgato dai propri peccati, cioè soffrendo le reazioni dolorose delle proprie cattive attività, una persona, sapendo il bene dal male, può avere una nuova possibilità di lavorare liberamente per la sua emancipazione da un ulteriore intreccio nella vita materiale. Quando merita e ottiene tale libertà, l'anima può godere della felicità perfetta ed eterna nella sua unione devozionale con l'Essere Supremo. Questo è il motivo per cui è sempre incoraggiato uno a cercare la conoscenza spirituale e la pratica dell'illuminazione. Sviluppando devozione sincera e purificata per il Signore, non ci si deve preoccupare della propria futura nascita. Una volta che una persona ha iniziato questo percorso di devozione, ogni vita si avvicina alla perfezione spirituale, in qualunque situazione si trovi. Così una persona è incoraggiata a pentirsi dei propri peccati o delle cattive scelte che sono state fatte sotto l'influenza di lussuria, rabbia o avidità e coltivare il perdono, la purezza e la generosità. Una persona dovrebbe anche impegnarsi in carità, penitenza, meditazione, japa (canto personale dei santi nomi del Signore), kirtan (canto congregazionale dei santi nomi del Signore) e altre pratiche spirituali, che distruggono tutti i peccati e rimuovono tutti i dubbi sulla conoscenza spirituale . Quindi attraverso la pratica costante si può raggiungere gradualmente il mondo spirituale ed essere liberi da ogni ulteriore entanglement nella reincarnazione.

Vegetariani, perché essere o diventare?

Sul sentiero spirituale, ci sono diversi motivi per cui una persona è raccomandata per essere vegetariana. Una ragione principale è che abbiamo bisogno di vedere la natura spirituale all'interno di tutti gli esseri viventi, e ciò include anche gli animali e le altre creature. Fratellanza universale significa nonviolenza sia agli umani che agli animali. Consiste nel comprendere che anche gli animali hanno un'anima. Sono vivi, coscienti e provano dolore. E queste sono le indicazioni della presenza della coscienza, che è il sintomo dell'anima. Persino la Bibbia (Genesi 1,21; 1,24; 1,30; 2,7; e in molti altri luoghi) si riferisce sia agli animali che alle persone come nefesh chayah, anime viventi. Coloro che mangiano carne, tuttavia, a causa del loro desiderio di mangiare animali o di vederli come una fonte di cibo per lo stomaco, non sono così facilmente in grado di comprendere la natura spirituale di tutti gli esseri. Dopo tutto, se sai che tutte le entità viventi sono essenzialmente spirituali e che tutti gli esseri viventi che sono coscienti mostrano i sintomi dell'anima interiore, allora come puoi ucciderli inutilmente? Ogni creatura vivente è anche la stessa di cui siamo nel rispetto che è anche figlia dello stesso padre, una parte dello stesso Essere Supremo. Pertanto, l'uccisione di animali mostra una grande mancanza di consapevolezza spirituale. Molte parti della letteratura Vedica descrivono come l'Essere Supremo sia il mantenitore di innumerevoli entità viventi, gli umani così come gli animali, ed è vivo nel cuore di ogni essere vivente. Solo quelli con coscienza spirituale possono vedere lo stesso Essere Supremo nella Sua espansione come Anima Suprema all'interno di ogni creatura. Essere gentili e spirituali verso gli umani e essere un assassino o un nemico verso gli animali non è una filosofia equilibrata, e mostra la propria ignoranza spirituale. La prossima ragione per essere vegetariani è considerare la quantità di paura e sofferenza che gli animali provano nel settore della macellazione. Ci sono innumerevoli storie di come nella paura le mucche piangono, urlano e talvolta cadono morte mentre sono dentro o anche prima che vengano portate nel macello. O come le vene dei maiali morti sono così grandi da mostrare che sono praticamente esplose dalla paura che il maiale ha provato e dall'adrenalina prodotta mentre veniva portata al macello. Ciò causa certamente un'immensa quantità di violenza per permeare l'atmosfera, che si spegne e ricade su di noi in una qualche forma. Inoltre, l'adrenalina e la paura nell'animale producono anche tossine che poi permeano il corpo di questi animali, che ingeriscono i mangiatori di carne. Le persone che consumano queste cose non possono fare a meno di esserne influenzate. Causa tensioni all'interno di loro individualmente, che poi si diffonde nelle loro relazioni con gli altri. L'antico testo Vedico della Manu-samhita (5,45-8) dice: "Chi ferisce gli esseri infetti dal desiderio di darsi piacere non trova mai la felicità, né vivente né morta. Colui che non cerca di causare la sofferenza dei legami e della morte alle creature viventi, ma desidera il bene di tutti gli esseri, ottiene una felicità infinita. . . La carne non può mai essere ottenuta senza danni alle creature viventi, e la ferita agli esseri senzienti è dannosa per il conseguimento della beatitudine celeste; Lascialo quindi evitare l'uso della carne. " La Bibbia (Romani 14,21) dice anche: "Non è né buono mangiare carne né bere vino". Un altro comandamento biblico (Esodo 23.5) ci istruisce ad aiutare gli animali nel dolore, anche se appartengono a un nemico. Anche le scritture buddhiste (Sutta-Nipata 393) consigliano: "Non distruggere o far distrarre alcuna vita o sanzionare le azioni di coloro che lo fanno. Lascia che si astenga dal ferire persino qualsiasi creatura, sia quelle forti che quelle che tremano nel mondo. "Si dice anche nelle scritture buddiste, il Sutra Mahaparinirvana," Il mangiare carne estingue il seme della grande compassione ".Per gli ebrei, il Talmud (Avodah Zorah 18B) vieta l'associazione con i cacciatori, per non parlare della caccia. Nel Nuovo Testamento Gesù preferì la misericordia al sacrificio (Matteo 9.13, 12.7) e si oppose all'acquisto e alla vendita di animali per il sacrificio (Matteo 21,12-14, Marco 11,15, Giovanni 2,14-15). Una delle missioni di Gesù era di eliminare il sacrificio animale e la crudeltà verso gli animali (Ebrei 10.5-10). Troviamo specialmente in Isaia dove Gesù disprezza il massacro e lo spargimento di sangue di uomini e animali. Dichiara (1,15) che Dio non ascolta le preghiere degli assassini animali: "Ma le tue iniquità hanno separato te e il tuo Dio. E i tuoi peccati ti hanno nascosto la sua faccia, così che Lui non ascolti. Perché le tue mani sono macchiate di sangue. . . I loro piedi corrono verso il male e si affrettano a versare sangue innocente. . . non conoscono le vie della pace ". Isaia si lamenta anche di aver visto," Gioia e allegrezza, macellazione di bestiame e uccisione di pecore, consumo di carne e consumo di vino, come pensavi, 'mangiamo e beviamo, per domani noi moriamo. '"(22.13) È anche stabilito nella Bibbia (Isaia 66,3): "Chi uccide un bue è come se uccidesse un uomo". A questo proposito San Basilio (320-379 d.C.) insegnava: "Il vapore della carne daruccide la luce dello spirito. Difficilmente si può avere virtù se si gustano pasti a base di carne e di carne. "Quindi dovremmo trovare alternative all'uccidere gli animali per soddisfare i nostri appetiti, specialmente quando ci sono molti altri cibi sani disponibili. Altrimenti, devono esserci reazioni a tale violenza. Non possiamo aspettarci la pace nel mondo se continuiamo a uccidere inutilmente tanti milioni di animali per il consumo di carne o per abuso. Il terzo fattore per essere vegetariani è il karma. Come afferma la seconda legge della termodinamica, per ogni azione deve esserci una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale questa è chiamata la legge del karma, il che significa che ciò che gira intorno viene fuori. Questo riguarda ogni individuo, così come le comunità e i paesi. Come la nazione semina, così raccoglierà. Questo è qualcosa che dovremmo prendere molto seriamente, specialmente nel nostro tentativo di portare pace, armonia e unità nel mondo. Se tanta violenza viene prodotta dall'uccisione di animali, dove pensi che le reazioni a questa violenza vadano? Ci torna in tanti modi, come la forma del crimine di quartiere e della comunità e le guerre mondiali. La violenza genera violenza. Pertanto, questo proseguirà a meno che non sappiamo come cambiare.Isaac Bashevis Singer, che ha vinto il Premio Nobel per la letteratura, ha chiesto: "Come possiamo pregare Dio con misericordia se noi stessi non abbiamo pietà? Come possiamo parlare di diritti e giustizia se prendiamo una creatura innocente e versiamo il suo sangue? "Continuò dicendo:" Personalmente credo che finché gli esseri umani verseranno il sangue degli animali, non ci sarà mai alcuna pace . "In conclusione, possiamo citare il numero del 10 marzo 1966 de L'Osservatore della Domenica, il settimanale vaticano, in cui mons. Ferdinando Lambruschini ha scritto: "La condotta dell'uomo nei confronti degli animali dovrebbe essere regolata dalla giusta ragione, che proibisce di infliggere loro dolore e sofferenza senza scopo. Maltrattarli e farli soffrire senza ragione è un atto di deplorevole crudeltà da condannare da un punto di vista cristiano. Farli soffrire per il proprio piacere è un'esibizione di sadismo che ogni moralista deve denunciare. "Mangiare gli animali per il piacere della propria lingua quando ci sono molti altri cibi disponibili certamente si adatta a questa forma di sadismo. È ovvio che questo è controproducente per ogni pace, unità o progresso spirituale che desideriamo fare. È una delle cose che dobbiamo considerare seriamente se vogliamo migliorare noi stessi o il mondo. Quindi ecco alcuni motivi per cui una persona sinceramente spirituale sceglierà di essere vegetariana.

VALORE VEGETARIANO

Nel processo di bhakti-yoga, la devozione va oltre il semplice vegetarianismo e il cibo diventa un mezzo per il progresso spirituale. Nella Bhagavad-gita, il Signore Krishna dice: "Tutto ciò che fai, tutto ciò che mangi, tutto ciò che offri e reggi, così come tutte le austerità che puoi compiere, dovrebbero essere fatte come offerta a Me". ciò che mangiamo al Signore è parte integrante del bhakti-yoga e rende il cibo benedetto con potenze spirituali. Allora tale cibo è chiamato prasadam, o la misericordia del Signore. Il Signore descrive anche ciò che accetta come offerta: "Se uno mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto o acqua, lo accetterò". Così , possiamo vedere che il Signore accetta frutta, cereali e cibi vegetariani. Il Signore non accetta cibi come carne, pesce o uova, ma solo quelli che sono puri e naturalmente disponibili senza danneggiare gli altri. Quindi sul sentiero spirituale mangiare cibo che viene offerto a Dio è la perfezione ultima di una dieta vegetariana. La letteratura Vedica spiega che lo scopo della vita umana è risvegliare la relazione originale dell'anima con Dio, e accettare il prasadam è il modo per aiutarci a raggiungere questo obiettivo.

Ricorrenze del mese

Go Puja

Sri Saranga Thakura

Sri Kaliya Krishna Dasa

Sri Narahari Sarakara Thakura

Sri Nimbarkacarya

Matrimonio di Tulasi e Salagrama

Sri Kasisvara Pandit

Srila Bhugarbha Gosvami

Bhisma Panacaka (Ultimo giorno)

Srila Gaurakisora Dasa Babaji Maharaja

Sri Srinivasa Acarya

Sri Gadadhara Pandita

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Srila Prabhupada - Scomparsa

Sri Vasudeva Ghosh

Sri Rasikananda Prabhu

Govardhana Puja

Dipavali (Diwali)

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