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Chignolo d'isola - Villag. Hare Krishna (BG)
Lun -Dom: 4:30 - 21:00

B.G. - 18.66

Il verso di oggi

VERSO 18.66

sarva-dharman parityajya
mam ekam saranam vraja
aham tvam sarva-papebhyo
moksaysiyami ma sucah

 

sarva-dharman: tutte le varietà di religione; parityajya: abbandonando; mam: a me; ekam: soltanto; saranam: per arrenderti; vraja: va; aham: Io; tvam: tu; sarva: tutte; papebhyah: dalle reazioni colpevoli; moksa-yisyami: libererò; ma: non; sucah: temere.

 

TRADUZIONE

Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le reazioni del peccato, non temere.

 

SPIEGAZIONE

Il Signore ha descritto varie forme di conoscenza e di metodi religiosi, la conoscenza del Brahman Supremo, la conoscenza dell'Anima Suprema, la conoscenza dei differenti varna e asrama (specialmente quello del sannyasa), la conoscenza del distacco, del controllo della mente e dei sensi, della meditazione, e così via. Ha esposto, in differenti modi, differenti forme di religione. Ora, riassumendo la Bhagavad-gita, il Signore chiede ad Arjuna di rifiutare tutte queste vie, per abbandonarsi semplicemente a Lui, Sri Krishna. Con questo abbandono Arjuna sarà libero dalle conseguenze di tutti i suoi atti colpevoli, poiché il Signore in persona gli promette di proteggerlo.

La Bhagavad-gita spiegava precedentemente, nel settimo capitolo, che soltanto colui che si è liberato dalle conseguenze dei suoi atti colpevoli può cominciare ad adorare il Signore, Sri Krishna. Si potrebbe quindi credere che finché si è liberi da tutte le conseguenze dei propri peccati, sia impossibile incamminarsi sulla via dell'abbandono al Signore. A questi dubbi il verso risponde che anche colui che non è ancora libero da tutte le conseguenze dei suoi peccati riceverà questa grazia semplicemente abbandonandosi a Krishna. Non c'è alcun bisogno di fare grandi sforzi per liberarsi da soli dalle conseguenze dei propri atti colpevoli. Senza esitazione si deve accettare Krishna come il salvatore di tutti gli esseri. Con fede e con amore ci si deve abbandonare a Lui.
Il metodo di sottomissione a Krishna è descritto nell'Hari-bhakti-vilasa (11.676):

 

anukulyasya sankalpah
pratikulyasya varjanam
raksisyatiti visvaso
goptritve varanam tatha
atma-niksepa-karpanye
sad-vidha saranagatih

 

Secondo la via devozionale, è sufficiente seguire quei principi religiosi che conducono verso il servizio di devozione al Signore. L'uomo può compiere questo o quel dovere, secondo la sua posizione nell'ordine sociale, ma se compiendolo non diventa cosciente di Krishna, tutte le sue attività saranno state vane. Tutto ciò che non conduce alla perfezione della coscienza di Krishnadev'essere evitato. Bisogna aver fede che in ogni circostanza Krishna ci protegge da qualsiasi difficoltà. Non occorre preoccuparsi come mantenere in vita il corpo: Krishna provvede. Dobbiamo sempre sentirci senz'aiuto e considerare Krishna come l'unica base del nostro progresso nell'esistenza. Infatti, non appena ci s'impegna con serietà nel servizio di devozione al Signore, in piena coscienza di Krishna, si diventa purificati da ogni contaminazione generata dalla natura materiale. Esistono differenti forme di religione e differenti vie di purificazione, come lo sviluppo della conoscenza, la meditazione nel sistema dello yoga mistico, e così via, ma chi si abbandona a Krishna non ha bisogno di sottostare a tutte queste pratiche. L'abbandono a Krishna gli eviterà di perdere tempo, gli permetterà di superare i frutti di tutti gli altri metodi e di liberarsi dalle conseguenze di tutte le sue colpe.

Tutti dovrebbero sentirsi affascinati dalla bellezza di Krishna. Il nome stesso di Krishna significa "infinitamente affascinante".È molto fortunato colui che prova attrazione per la forma di Krishna, bella e onnipotente. Esistono diversi tipi di spiritualisti: alcuni sono attaccati all'aspetto del Brahman impersonale, altri a quello dell'Anima Suprema, ma colui che è attratto dall'aspetto personale di Dio, la Persona Suprema, e soprattutto chi è affascinato dalla Persona Suprema nella Sua forma Krishna è certamente il più perfetto. Il servizio di devozione offerto a Krishna, in piena coscienza, costituisce dunque la parte più confidenziale della conoscenza, l'essenza stessa della Bhagavad-gita. I karma-yogi, i filosofi empirici, gli yogi e i devoti sono tutti considerati spiritualisti, ma il puro devoto, colui che ha una devozione pura per il Signore, è il migliore di tutti. Qui le parole ma sucah, "non aver timore, non preoccuparti, non esitare", sono piene di significato. Infatti, si potrebbe esitare davanti alla possibilità di rifiutare ogni altra forma di religione per abbandonarsi a Krishna, ma tale paura sarebbe priva di fondamento.

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