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Chignolo d'isola - Villag. Hare Krishna (BG)
Lun -Dom: 4:30 - 21:00

In sala di registrazione

Un Evento Spirituale Nel Lower East Side

Srila Prabhupada e la prima registrazione
di un kirtana in Occidente

di Satyaraja Dasa

E’ l’anno 1997 e Brahmananda Dasa, uno dei primi discepoli di Srila Prabhupada, sta attraversando in macchina una zona residenziale di Miami Beach. Con il suo grande furgone che sul paraurti posteriore ha un adesivo con la scritta “Hare Krishna” si ferma momentaneamente a uno stop. C’è una macchina che lo segue lentamente e quando gli si ferma accanto la persona seduta vicino all’autista, una donna di mezza età, chiede: “Brahmananda?” E’ Carol Kallman. Alla guida della macchina c’è suo marito Alan. Circa trent’anni fa avevano prodotto insieme il primo album musicale di Srila Prabhupada “La Coscienza di Krishna”. Prima che i libri di Prabhupada potessero essere distribuiti c’era solo questo album e Brahmananda e i Kallman ne erano stati i promotori. Ora, apparentemente per caso, s’incontravano di nuovo, riuniti da Krishna, come lo erano stati in passato.

L’Impegno nella Musica

Né Srila Prabhupada né i devoti avevano cercato di procurarsi un successo discografico. Per decine d’anni Prabhupada aveva considerato la stampa dei libri come la parte principale della sua missione, una visita che gli era stata trasmessa dal suo maestro spirituale, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura: “Predica in lingua inglese.” Questo era l’incarico che il suo maestro glia aveva dato fin dal 1922, in occasione del loro primo incontro. Durante un freddo novembre del 1966 a New York, ad Alan Kallman, un esperto produttore discografico, capitò di leggere un articolo sul giornale The East Village Other, che riportava gli ultimi successi musicali della città. Venne così a sapere che il Movimento Hare Krishna, nuovo per l’occidente, nasceva da un’antica tradizione indiana. Questo articolo presentava al mondo – e ad Alan – Srila Prabhupada e i devoti, concentrati sull’effetto mistico del loro canto sacro. Alan fu talmente incuriosito da questo articolo che con sua moglie si recò in città a far visita ai devoti nel Tompkins Square Park, dove per la prima volta assistettero a un kirtana, un canto guidato da un devoto e ripetuto in coro dagli altri, del maha-mantra Hare Krishna: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.

“Udii il canto e rimasi senza fiato,” racconta Alan. “Era vibrante, di un altro mondo. Suscitò in me una strana sensazione di qualcosa di magico. Questo doveva essere il mio prossimo disco, pensai.” Negli ultimi anni ’50 e nei primi anni ’60 Alan era stato il proprietario della Ribbon Records, che produceva per lo più musica rock-and-roll, ma questa casa discografica non aveva alcun disco di grande successo. Alla metà degli anni ’60 la società si trasformò nella Pixi Records, che andò leggermente meglio. Alan ebbe però un po’ più di successo con la sua terza società: la Happening Records. Usò questa società per produrre alcuni dischi parlati, dando voce a persone come Timothy Leary, Malcom X e Mark Lane, che a quel tempo era colui che esprimeva le proprie teorie sull’”assassinio di Kennedy”.

La Happening Records rappresentava un nuovo modo di presentarsi dell’industria discografica e le persone lo capirono subito. Alan considerò con attenzione ciò che aveva letto sui devoti Hare Krishna, specialmente su Prabhupada e concluse che sarebbero stati ideali per la sua nuova strategia di produzione di dischi: avrebbero cantato e poi spiegato la filosofia che sostiene il canto. Sapeva che questo avrebbe funzionato molto bene nella sua tecnica del parlato. Dopo aver discusso con alcuni suoi soci d’affari decise di recarsi al numero 26 della Second Avenue a New York City, al primo tempio Hare Krishna, per proporre la propria idea a Prabhupada. Carol, sua moglie, fissò un appuntamento e parlò al telefono con Brahmananda. Appena gli ebbe esposto brevemente il suo progetto, il giovane discepolo di Prabhupada concordò sul fatto che fosse una buona idea e fissò per loro un appuntamento con Prabhupada il giorno seguente.

L’Incontro con Srila Prabhupada

“Entrammo per incontrare questo guru,” dice Carol “ed io non sapevo che cosa aspettarmi, ma Prabhupada fu delizioso, affascinante. Alan gli espose il progetto di fare una registrazione del canto insieme con una spiegazione per adattarla al concetto di parlato e Prabhupada lo apprezzo molto. Ne fu entusiasta e spiegò che il canto è importante, ma che la filosofia che ne è alla base non è meno importante, quindi sarebbe stato felice di registrare ambedue nell’album. Non dimenticherò mai quello che disse dopo: “La cosa più importante che si può fare per Krishna, per Dio, è condividere il Suo nome con gli altri”. Ci disse che spiritualmente Krishna e il Suo nome sono uguali, sono la stessa cosa ed è per questo che il canto è così efficace. Perciò era veramente convinto di fare questo album, cosa che naturalmente rese Alan molto felice”.

Interessante fu il fatto che la sera prima della registrazione, fissata due settimane dopo questo primo incontro, a dicembre, un ospite venne al numero 26 della Second Avenue con uno strumento a percussione di legno simile a una mridanga, il tamburo d’argilla con due estremità da percuotere, usata nei kirtana dai Vaisnava. Sebbene oggi sia una cosa comune vederla nei templi Hare Krishna, a quel tempo era sconosciuta ai seguaci di Prabhupada. Quando il kirtana stava per cominciare, Prabhupada dal suo seggio notò questo strumento. Con gli occhi spalancati dalla meraviglia, fece cenno a Brahmananda di avvicinarsi al giovane con il tamburo e di portarlo da lui, e Brahmananda lo fece. In pochi minuti, immerso nel kirtana, Prabhupada suonava come un esperto musicista e i devoti ne rimasero incantati – questo era un lato del loro guru che non avevano ancora visto.

“Dobbiamo avere questo tamburo per la registrazione di domani,” disse Prabhupada e Brahmanda convinse il proprietario dello strumento a lasciarglielo per la seduta di registrazione. Il giorno seguente i devoti si recarono ai Bell Tones Studios, nella 51 ma Strada di Broadway, direttamente davanti a Colony Records, allora un popolare punto di vendita al dettaglio di dischi. “Il Bell Tone era uno studio alla moda,” dice Alan “molto frequentato a quel tempo.” Rupanuga Dasa ricorda di essere andato a quello studio con Prabhupada ed altri devoti.

“Prendemmo il mio vecchio furgone Volkswagen,” egli dice “con Prabhupada ed alcuni altri. Doveva esserci anche un’altra macchina o probabilmente alcuni devoti ci arrivarono con la metropolitana. Era una giornata freddissima e non potemmo entrare subito. Dovemmo aspettare nella sala d’attesa per molto tempo.” Little Anthony e gli Imperials, a quel tempo uno dei complessi rock-and-roll che andava per la maggiore, stavano incidendo ed avevano avuto la precedenza dovuta alla loro celebrità. Poiché essi avrebbero superato per più di un’ora il limite di tempo a loro assegnato, nell’attesa Prabhupada decise di andare a fare una passeggiata con i devoti. Tutto il gruppo si recò nella vicina Times Square nella zona della 42ma Strada.

Brahmananda ricorda: Prabhupada indicò varie cose nella zona di Times Square e fece dei commenti filosofici evidenziando la sofisticazione con cui la tecnologia poteva essere usata per la degradazione e l’ignoranza. Alla fine giungemmo di fronte a un enorme cartellone pubblicitario delle sigarette Camel con del fumo vero che usciva dalla bocca di un uomo. Egli disse che questa zona in particolare era il centro del mondo per la gratificazione dei sensi. A questo punto una signora con un aspetto da matrona, che sembrava ubriaca, si scontrò con lui, si girò e gli chiese “Chi sei?” Egli rispose solo: “ Sono un monaco indù”. Le sorrise e continuò a camminare. La signora non aveva capito che era un Vaisnava proveniente da una tradizione spirituale non settaria, perciò egli le aveva detto solo qualcosa di adatto alla sua comprensione.

Registrare i Suoni Spirituali

Ritornarono allo Studio pronti per incidere. Prabhupada si siede su un tappetino al centro seguendo le indicazioni dei tecnici che preparano i microfoni e assegnano il posto a ciascun devoto secondo il loro strumento particolare. Essi chiedono di usare solo due paia di karatala ma accettano anche una coppia di bacchette per battere il ritmo e altri strumenti portati dai devoti. Chiedono inoltre che alcuni devoti battono le mani per dare un suono vivo alla registrazione.
“Cominciammo immediatamente ad incidere.” Dice Alan “e Prabhupada s’immerse nel canto Hare Krishna – Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare, Hare Rama Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Il tono della sua voce era esotico, profondo e ipnotizzante. Nella mia vita avevo fatto registrazioni con molte persone, con cantanti professionisti e così via, ma Prabhupada era particolarmente affascinante, contagioso. Era nato per questo.

“Prabhupada eseguì circa sei canti diversi, tradizionali della sua cultura di provenienza, ma la maggior parte non fu incisa nell’album. I nastri si trovano da qualche parte negli archivi di uno studio. Materiale importante. Tuttavia noi eravamo interessati soprattutto al canto Hare Krishna, che a quel tempo stava diventando popolare.” Rupanuga Dasa aggiunge ulteriori dettagli di quella seduta di registrazione: Venne una persona a controllare gli strumenti per vedere come si dovevano mettere i microfoni e quale era la qualità del suono. Io suonavo due campanelle che producevano un suono simile a quello delle karatala; Hayagriva suonava il tamburo; Rayarama delle bacchette di legno usate in Sud America; Kirtanananda suonava l’armonioum, che ci era stato prestato da Allen Ginsberg, ma toccava solo i tasti – in realtà non sapeva suonarlo e Prabhupada suonava in modo incredibile quel tamburo indiano con due estremità.

C’erano anche delle altre persone. Ricordo che Brahmananda batteva le mani troppo forte, tanto che un tecnico venne a regolare il volume. Continuammo a suonare seguendo Prabhupada. Quando superammo il tempo fissato, Kallman, dalla sua cabina di registrazione, ci fece cenno con la mano per indicare che avremmo dovuto cominciare a concludere. Prabhupada se ne accorse e cominciò a cantare più velocemente.

Satsvarupa Dasa Gosvami dà ulteriori dettagli nella sua Srila Prabhupada-lilamrita:

Alan uscì dallo studio: “E’ stato magnifico, Swami. Grande. Ti piacerebbe andare avanti a leggere il discorso esplicativo? O sei troppo stanco?” Con gentile interessamento, il pallido, lentigginoso Alan Kallman, attraverso i suoi spessi occhiali, scrutava Prabhupada che appariva stanco, ma rispose: “No, non sono stanco.” Allora i devoti si sedettero di nuovo per guardare ed ascoltare Prabhupada mentre leggeva la relazione che aveva preparato. Dopo che l’ebbe letta, il produttore disse a Prabhupada che sulla seconda facciata erano rimasti circa dieci minuti di registrazione. Alan chiese nuovamente a Prabhupada se era stanco e Prabhupada rispose che non lo era e tutti cominciarono di nuovo a cantare. Questa volta cantò quello che fu il titolo dell’album “Il Canto per la Misericordia del Maestro Spirituale” che noi conosciamo come “Le Preghiere del Samsara”.

Dopo questo canto, che fu registrato una sola volta, Srila Prabhupada ammise: “Ora siamo stanchi”. La serata era conclusa, ma Prabhupada, sentendo la registrazione che il tecnico dello studio trasmetteva in “play back”, si fermò e cominciò a danzare al ritmo del canto che aveva appena registrato insieme con i devoti. “Ora avete fatto la vostra migliore registrazione,” Prabhupada disse ad Alan Kallman. Lasciando lo studio per uscire nella fredda sera di Manhattan, Prabhupada salì sul sedile anteriore del furgone Volkswagen mentre “I cantori Hare Krishna” salivano con i loro strumenti sui sedili posteriori. Rupanuga li guidò fino a casa, nel Lower East Side.

Il Lancio della Distribuzione di Libri

Questo disco segnò l’inizio della grande distribuzione di libri in occidente. Sebbene Prabhupada avesse portato dall’India un baule pieno delle sue prime copie dello Srimad-Bhagavatam le aveva vendute quando il Movimento era appena iniziato. Aveva portato anche delle copie di un libricino (Viaggio Facile verso Altri Pianeti) ed alcuni volantini, ma non sufficienti per una distribuzione su larga scala, che era quello che egli voleva. Fu questo l’album mandato alla Macmillan Publishing Company (vedi Ritorno a Krishna, maggio-giugno 2008), che portò ad un accordo da cui risultò la pubblicazione della Bhagavad-gita Così Com’è.

In seguito George Harrison se ne procurò una copia e si mise in contatto con Alan per sapere qualcosa sui diritti d’autore e poter usare il maha-mantra nell’album Radha-Krishna Temple della Apple e poi anche nella sua canzone “My sweet Lord”. In seguito George incontrò i devoti e Prabhupada a Londra e scrisse la prefazione del libro di Prabhupada Krishna: Dio, la Persona Suprema, uno dei primi quattro libri di Prabhupada - tutti pubblicati dopo lo Happening Album. (Gli altri tre sono: La Isopanisad, Il Nettare della Devozione e Gli Insegnamenti di Sri Caitanya.) Grazie al lavoro di Alan e Carol Kallman – incoraggiati dalla misericordia di Srila Prabhupada – il maha-mantra Hare Krishna fu trasmesso dalle stazioni radio e nei programmi televisivi e letto nei media popolari di tutto il mondo prima che la massiccia distribuzione dei libri sommergesse l’ISKCON e tutti gli altri.

Satyaraja Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, è condirettore di BTG. Ha scritto più di venti libri sulla coscienza di Krsna e abita vicino a New York City.

Per questo articolo l’autore esprime la propria gratitudine nei confronti della Srial Prabhupada-lilamrita di Satsvarupa Dasa Gosvami; della Hare Krishna Explosion di Hayagriva Dasa e delle interviste personali fatte a Brahmananda Dasa, Rupanuga Dasa e ad Alan e Carol Kallman.

George Harrison Ricorda

“Comprai il disco Hare Krishna nel 1968 e lo ascoltai assieme a John Lennon. Ricordo che per giorni John ed io, accompagnandoci con il banjo ukulele, cantammo il mantra Hare Krishna mentre in barca visitavamo le isole greche. Cantavano anche per sei ore, perché una volta che avevamo cominciato non riuscivamo a smettere. Appena smettevamo era come se si spegnesse la luce. Si continuò fino al punto che ci dolevano le mandibole a forza di cantare il mantra Hare Krishna ancora, ancora, ancora, ancora e ancora.
Ci sentivamo in uno stato di esaltazione; quello per noi fu un periodo bellissimo.” “Ero solito cantare il mantra Hare Krishna molto prima d’incontrare i devoti e prima d’incontrare Prabhupada, perché avevo il suo primo disco da almeno due anni. Quando si è aperti a qualcosa è come se tu fossi un faro che l’attrae. La prima volta che udii il canto Hare Krishna fu come se in qualche parte del mio subconscio si aprisse una porta, forse da una mia vita precedente.”

Tratto da un’intervista del 1982 fatta da Mukunda Swami, che si trova nel libro Chant and Be Happy.

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