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Chignolo d'isola - Villag. Hare Krishna (BG)
Lun -Dom: 4:30 - 21:00
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La storia del Tempio

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Ente Religioso

In contatto con Srila Prabhupada

17 aprile 1973, Los Angeles

Srutakirti: Mentre ero con Srila Prabhupada a New Dwaraka, avevo stretto amicizia con alcuni devoti. Una mattina decisi di andare al mangala aratika per incontrarli. Mentre ero nel tempio arrivò Pradyumna dicendomi: "Srila Prabhupada ha suonato il campanello. Vuole vederti adesso". Lasciai immediatamente la stanza del tempio e corsi nella sua stanza. Offrii i miei omaggi e alzando la testa dissi: "Mi volevi, Srila Prabhupada?" "Tu non puoi andare al mangala aratika," disse piuttosto arrabbiato. "Il tuo servizio è stare con me 24 ore al giorno. Se ho bisogno di te, devi essere subito disponibile." Mi scusai e dissi che non lo avrei mai più fatto. Ancor prima di andare al mangala aratika sapevo che non era la cosa giusta da fare. Ero irrequieto e pensavo che nessuno avrebbe potuto criticarmi per essere andato al mangala aratika. Pensavo che Srila Prabhupada di solito non mi chiamava così presto la mattina ma, naturalmente, avrei dovuto ricordarmi che lui sapeva sempre cosa stavo facendo e che quindi, se fossi andato al mangala aratika, mi avrebbe sicuramente chiamato. Ero l’unica persona nell’ISKCON che aveva un motivo per non andare al mangala aratika. Per me, frequentare il mangala aratika era un segno che ero in maya.

Srila Jagannatha D.B.M.

11 MARZO 2024 - Scomparsa

jagannathadbm

Srila Jagannatha dasa Babaji Maharaja

Om Visnupada Sri Srimad Jagannatha dasa Babaji Maharaja apparve in questo mondo intorno al 1750 A.D. in un remoto villaggio nella ripartizione del Tangail, appartenente al distretto di Mayaman Singh, attualmente conosciuto come Bangladesh. Lui apparteneva ad una famiglia dell'alta aristocrazia. Uddhava dasa Babaji, discepolo iniziato del Gaudiya Vedantacarya Srila Baladeva Vidyabhusana, aveva come suo discepolo Madhusudana dasa Babaji, che concesse a Jagannatha dasa Babaji l'iniziazione a Babaji. Secondo il Gaudiya-vaisnava-jivana, il diksa­guru di Jagannatha dasa Babaji fu Jagadananda Gosvami di Sringarvat, Vrindavana, il cui vesha-guru fu il famoso Krishnadasa Babaji di Govardhana.

Jagannatha dasa Babaji compì bhajana a Vrajamandala per molti anni: da un capo all'altro della regione fu stimato come un siddha­baba (un'anima perfettamente realizzata). Si sa che alcune volte s'impegnava nel canto costante dei Santi Nomi di Krishna, digiunando e senza chiudere occhio, per tre giorni e tre notti di fila. Dopo aver adempiuto questo voto, faceva colazione con del prasada consistente in un piatto di riso e yogurt.

Nell'anno 1880, Srila Bhaktivinoda Thakura si recò a Vrindavana per visitare i piedi di loto di Babaji Maharaja e in quello stesso luogo poté anche beneficiare delle sue preziose istruzioni. Negli anni intorno al 1880 il paramahamsa Babaji giunse nel distretto del Burdwan, stabilendosi nel villaggio di Amalajoda. In questo stesso periodo, con la scusa di affari governativi, anche Srila Bhaktivinoda Thakura arrivò in questo posto, ottenendo così per la seconda volta l'associazione di Jagannatha dasa Babaji. Jagannatha dasa Babaji fu felicissimo di costatare l'entusiasmo di Bhaktivinoda Thakura nella predica delle glorie del Santo Nome di Krishna. Nel Burdwan, Jagannatha dasa Babaji si fermò per undici giorni ed in questi stessi giorni eseguì, giorno e notte, un ininterrotto kirtana (canto e discussioni basate sulle scritture sacre). Srila Bhaktivinoda Thakura stabilì un prapanna­asrama (un monastero per l'abbandono a Krishna nel villaggio di Amalajoda.

Nell'anno 1893 Jagannatha dasa Babaji, mentre risiedeva a Kuliya, Navadvipa, andò a vedere il Surabhi Kunja, l'abitazione di Thakura Bhaktivinoda. In occasione del suo arrivo, l'intero giardino fu illuminato e così tutto risultò particolarmente bello. In seguito, insieme ai suoi seguaci, lui si spostò a Mayapura e lì visitò molti luoghi sacri, come lo Yogapitha, Srivasangana, ecc. Quando visitò il luogo di nascita del Signore Gaura, scoperto da Bhaktivinoda Thakura, sebbene fosse molto vecchio e fosse considerato completamente incapace di muovere anche un solo passo, iniziò a danzare in estasi. Così facendo, confermò oltre ogni ragionevole dubbio l'autenticità di quel sito. Jagannatha dasa Babaji trascorse un periodo di tempo allo Yogapitha associandosi con Srila Bhaktivinoda Thakura: fu in questo periodo che lui guarì miracolosamente uno dei figli di Thakura affetto da una malattia della pelle, semplicemente consigliandogli di distendersi nella polvere del luogo dove era apparso il Signore.

A Kuliya, trascorreva la maggior parte del tempo cantando il Santo Nome sulla riva del Gange: tuttora è possibile visitare il suo bhajana kutira ed il samadhi. Durante la permanenza in questo posto, una volta chiese a Srila Bhaktivinoda Thakura di interessarsi alla costruzione di una veranda atta a proteggere i devoti che si recavano a fargli visita: Thakura immediatamente soddisfece la sua richiesta. Essendo a conoscenza che Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, in quel periodo appena dodicenne, era già molto esperto nello studio dell'astronomia, Babaji Maharaja lo fece chiamare e lo istruì affinché facesse un calendario vaisnava in cui fossero inclusi tutti giorni dell'apparizione e della scomparsa degli associati di Sri Caitanya Mahaprabhu e di Visnu-priya Thakurani. Fatti i calcoli necessari, Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura iniziò subito a pubblicare lo Sri Navadvipa-pancika.

La vita stessa di Jagannatha dasa Babaji erano il canto del Santo Nome ed il servizio ai vaisnava. Lui visse su questa terra per 135 anni (secondo il Gaura-parisada-caritavali) e predicò sempre il Santo Nome di Sri Caitanya Mahaprabhu. Nonostante nella vecchiaia si fosse quasi piegato in due, durante i kirtana il suo corpo si raddrizzava completamente per più di sei piedi ed il suo aspetto era simile al ritratto danzante di Sri Caitanya Mahaprabhu. Un suo discepolo preferito fu Bhagavat dasa Babaji, a cui concesse l'iniziazione a Babaji. Srila Bhagavat dasa Babaji fu colui che poi concesse l'iniziazione Babaji a Gaura Kisora Prabhu.

Gaurahari dasa Babaji, Ramahari dasa Babaji e Nityananda dasa Babaji, che provenivano da Barsana in Vrajamandala, furono tutti discepoli di Jagannatha dasa Babaji. Un altro discepolo, chiamato Krishna dasa Babaji, era originario di Kadamkhandi. Sri Bihari dasa, discepolo e servitore personale di Jagannatha dasa Babaji, era molto robusto e potente. A causa della sua avanzata età, Srila Jagannatha dasa Babaji si trovava completamente impossibilitato nell'uso delle gambe: Sri Bihari lo faceva adagiare in una cesta di bambù che poneva sulle sue spalle, trasportando il Maestro dovunque gli dicesse di andare. Una volta, mentre viaggiava in questa maniera, un uomo facoltoso gli diede una rupia che fu presa in consegna dal suo servitore Bihari.

Dopo aver viaggiato per alcune miglia, Srila Jagannatha dasa Babaji Maharaja chiese al suo servitore di riportarlo indietro perché aveva intenzione di restituire il denaro ricevuto. Ritornato da quell'uomo, Babaji Maharaja gli disse: "Ho capito che hai molto denaro. Ora, io ché non riesco a sopportare il peso di una sola rupia, mi chiedo stupito come puoi tollerare il peso di tutta la tua ricchezza." Babaji Maharaja qualche volta accettava la offerte solo per poterle riutilizzare nel servizio ai vaisnava, ma per quanto riguarda quest'episodio, lui ci ha istruiti mostrando il distacco ed in più ci ha anche insegnato di essere molto cauti nell'accettare la carità fatta da questa classe di uomini.

Ispirati da Bihari dasa, gli abitanti di Surya-kunda costruirono una stanza ed un piccolo tempio per Srila Jagannatha dasa Babaji Maharaja. In seguito, il siddha baba chiese a Bihari dasa di installare una Divinità nel tempietto. Ricevuto quest'ordine, Bihari dasa decise subito di recarsi nel villaggio di Sonaruddi che era situato a circa otto miglia da Katoa: arrivato in quel villaggio si recò dal proprietario terriero locale e gli chiese una Divinità. Da lì, dopo aver debitamente ottenuto le Divinità di Gaura-Nitai, si spostò a Calcutta dove Shrinat Rai ed altri della rinomata famiglia Laha, gli offrirono un totale di 5.000 rupie. Dopo di ciò, Bihari dasa fece ritorno al Surya-kunda: lì, con festeggiamenti e in grande pompa, si festeggiò l'installazione delle Divinità nel tempio.

Le due murti brillavano come l'oro. Un po' di tempo dopo, di notte, una banda di briganti assaltò il tempio e tentò di impadronirsi delle Divinità che credevano veramente forgiate nell'oro. Tuttavia il loro tentatiyo di sottrarre le Divinità dal tempio non ebbe alcun successo: scapparono poco prima dell'alba senza riuscire ad attuare il proposito. Il vecchio sadhu fu talmente disturbato da questo incidente che subito incaricò Bihari dasa di donare quelle Divinità ad alcuni devoti di Vrindavana. Sri Bihari dasa senza battere ciglio prese con sé le Divinità e si diresse a Vrindavana dove Le presentò a un Gosvami originario del Bengala. Queste Divinità sono ancora adorate nel tempio di Dhobigati di Gopalbagh e sono molto famose con il nome di Sonar Gaura, il Gaura Dorato.

Diversi giorni dopo questo incidente, Srila Babaji Maharaja rivolgendosi a Bihari dasa gli disse: "lo non posso vivere senza una Divinità. La prima che trovi portameLa." Sentendo l'ordine del suo guru-maharaja, Bihari si diresse al Radha-kunda dove incontrò Sri Dhenu dasa Babaji di Mathura. Lì, al Radha-kunda, in un cumulo di paglia raccolto per pascere le mucche, trovarono una Divinità sad­bhuja, a sei braccia, che rappresentava combinati insieme Sri Ramacandra, Sri Krishna e Sri Caitanya Mahaprabhu. Dopo averLa presa, Bihari dasa si recò a Vrindavana per farLa dipingere in modo appropriato ed alla fine di quel lavoro, entusiasta, fece ritorno a Surya-kunda Quella stupenda forma del Signore fu installata secondo le direttive delle Sacre Scritture e Srila Babaji Maharaja La adorò per circa dieci anni, dopodiché volle recarsi a Navadvipa. Così chiese a Bihari dasa di dare la Divinità a qualcuno di Vrndavana.

Il discepolo si recò a Vrindavana e consegnò la Divinità al capo sacerdote del Gopala-guru-asrama, conosciuto da tutti con il nome di Sri Narottama dasa Babaji. Oggi quella forma a sei braccia del Signore è adorata nel Tempio del sad-bhuja, situato in stradina vicino Nidhuvana.

Bihari si caricò in spalla il suo guru-maharaja e si diresse alla stazione ferroviaria di Mathura; lì salì su un treno diretto a Navadvipa. Quando giunsero alla stazione di Memri nel Bardhawan, un agente delle ferrovie Britanniche rimase così colpito dalla natura semplice e dall'aria beata di Srila Babaji Maharaja che volle aiutarli in qualche modo. Loro, prima di arrivare a Navadvipa, scesero dal treno e affittarono un carro che li condusse all'ashrama di un famoso puro devoto chiamato Sri Bhagavan dasa Babaji che risiedeva ad Ambika­Kalna, nel Bengala. Questa grande anima si sentì estremamente felice nel vedere Srila Jagannatha dasa Babaji Maharaja. "Oh! E' venuto il mio amico!" esclamò in uno stato di trascendentale esultanza, e subito corse ad abbracciarlo.

Entrambi caddero al suolo in uno stato di profonda estasi spirituale e, privi di sensi, entrarono in un impenetrabile trance spirituale. Rimasero immobili, chiusi nel loro abbraccio amichevole dalle dieci di quel mattino fino alle undici della sera. I servitori dei due Siddha Baba iniziarono a sentirsi ansiosi e Sri Visnudasa, il servitore di Sri Bhagavan dasa Babaji Maharaja, chiese a Bihari dasa di fare qualcosa per riportarli di nuovo alla loro coscienza esterna. Allora Bihari dasa iniziò a massaggiare il petto del suo guru e a cantare il maha-mantra, e questo fece riprendere conoscenza ad entrambi. Dato che Srila Jagannatha dasa Babaji Maharaja durante i tre giorni di viaggio non aveva né bevuto né toccato cibo, qualcuno gli servì del prasada e così a mezzanotte interruppe il digiuno. Dopo aver rispettato il prasada, i due amici andarono a dormire per un pò.

Dopo essersi fermato a Kalna per dieci giorni, Jagannatha dasa Prabhu decise di proseguire per Navadvipa usando come mezzo di trasporto un carro trainato da buoi. Bhagavan dasa Babaji aveva solo diciotto rupie ma insisté affinché il suo amico le accettasse per proseguire il viaggio. Davanti a tanta insistenza, Jagannatha dasa Prabhu non poté fare altro che accettarle con molta gioia. Mentre si trovavano in viaggio, Bihari chiese al suo maestro spirituale dove si sarebbero stabiliti al loro arrivo a Navadvipa e suggerì di sistemarsi in un largo ashrama del luogo conosciuto con il nome di 'Bada-akhara'.

"No, noi non ci fermeremo in nessun ashrama. Ci stabiliremo sotto un albero", replicò Srila Babaji Maharaja. Infatti appena arrivati a Navadvipa stabilirono la loro dimora sotto un albero. Dopo qualche tempo, un devoto di nome Sri Madhava Datta acquistò la terra adiacente all'albero dove vivevano il sadhu ed il suo servitore e poi gliela regalò. Dopo un anno, Srila Bhaktivinoda Thakura fece costruire su quella terra due capanne. In seguito Rajarsi Sri Vanamali Rai, un famoso proprietario terriero, fece costruire in quella proprietà altre tre capanne e recintò il tutto con un muro di cinta. Quando furono terminati i lavori, un'anziana e ricca signora fece scavare anche un pozzo per l'acqua potabile. Srila Jagannatha dasa Babaji Maharaja rimase in questo posto, a Kuliya, per trentadue anni. Secondo il Gaudiya-vaisnava-jivana, visse fino all'età di 147 anni e poi fece ritorno nei passatempi del Signore.

Lui era abituato a seguire rigorosamente e regolarmente i voti di Caturmasya (i quattro mesi della stagione delle piogge). Durante il primo mese mangiava quattro banane la sera. Il secondo mese mangiava solo guava, il terzo beveva del siero di latte ed il quarto mese consumava solo i fiori dell'albero di banane. Una volta si spostò a Rishikesh per adempiere a una pratica purificatoria chiamata purascarana. Questa penitenza doveva essere compiuta con estremo rigore. Egli faceva il bagno alle tre del mattino e poi, chiudendosi in una stanza, cantava tutto il giorno fino al tramonto senza parlare e senza mangiare. Per portare a termine il voto correttamente, si dovrebbe fare il bagno solo dopo aver passato aria ed escrementi. Una volta, dopo aver osservato questo regime per due mesi, inavvertitamente rivolse la parola a Bihari dasa 'per cui riprese di nuovo l'intero processo e lo portò a termine dopo tre mesi. Allo scadere dei tre mesi dichiarò che se qualcuno era interessato a ricevere il darsana del Signore, Sri Krishna come Sri Caitanya Mahaprabhu avrebbe dovuto adempiere il purascarana in questo modo.

Una volta a Vrindavana Babaji Maharaja accettò un po' di pane da una persona che apparteneva alla casta degli spazzini: questo suo comportamento fu molto criticato dalla comunità locale dei vaisnava. Molte persone lo sfidarono chiedendogli di spiegare il suo atto. "Sapete chi sono questi spazzini?" replicò il sadhu. "Prima di mostrarSi a Vraja-Dhama, Sri Krishna chiese a 88.000 saggi di prendere nascita in questo dhama ed essi così fecero, nascendo in famiglie di bassa classe. I devoti risiedono a Vraja-Dhama semplicemente per ricevere l'opportunità di cospargere i loro corpi con la sua polvere e per lasciare qui i loro corpi. Questi spazzini sono sempre al servizio della polvere di Vrindavana e quindi io li considero come i servitori di Vraja-dhama e di conseguenza non li vedo differenti da qualsiasi altro vaisnava." Dopo questo incidente, Babaji Maharaja decise di impegnarsi nel canto in solitudine e per questo si diresse in un posto chiamato "Pesi Kadankhandi, isolato da qualsiasi villaggio, vicino Khandirvana, una delle dodici foreste di Vraja.

Lui e Bihari trascorsero Dasami ed Ekadasi in quel posto, digiunando completamente. Il mattino di Dvadasi, Bihari iniziò a pensare che si erano stabiliti in un posto dove non si poteva reperire niente di commestibile e perciò sarebbe stato impossibile, senza una preparazione di prasada fatta con i grani, rompere in modo corretto il digiuno di Ekadasi. Mentre era immerso in questi pensieri, Babaji Maharaja rivolgendosi a lui gli ordinò di cantare ad alta voce e con i karatala il maha-mantra Hare Krishna. Prima delle nove arrivò un Brijbasi che consegnò loro dei cereali affinché potessero prepararsi del prasada. Dal quel giorno in poi ricevettero giornalmente un'enorme quantità di latte.

Dovunque e in qualunque luogo si trovassero il prasada, come per miracolo, gli veniva sempre inviato. Una volta, a Navadvipa, un evento simile si verificò durante la stagione delle piogge. L'intera città era stata inondata dalle acque del Gange, una pioggia pesante cadeva in modo continuo da un'intera settimana e nessuno poteva uscire per andare a chiedere offerte. Improvvisamente apparvero quattro persone in una piccola barca che donarono a Babaji Maharaja 20 kg. di riso, yogurt e sandesha.

Mentre risiedeva a Navadvipa, il sadhu divenne molto famoso e profondamente rispettato da tutti. La dimostrazione di quanto ciò sia vero la si può facilmente apprendere dall'episodio seguente. Il famoso proprietario terriero Srinath Rai e diversi altri rispettabili cittadini si recarono dal famoso santo per ottenere udienza. Arrivati nel luogo convenuto, non lo riconobbero e per di più chiesero a costui, che ritenevano un semplice uomo di passaggio, se era a conoscenza dell'esatto luogo dove dimorava il siddha-baba.

"Qui non conosco nessuno che sia considerato un siddha-baba," replicò Srila Babaji Maharaja. "Io sono semplicemente un comune essere vivente come tutti voi." Allora i gentiluomini realizzarono di essere in presenza di Srila Babaji Maharaja, un siddha-baba completamente libero da qualsiasi desiderio di fama e riconoscimento. Nonostante l'evidenza, quelle persone chiesero umilmente al sadhu di compiere un miracolo. Disturbato da quella richiesta, Babajl Maharaja disse: "Non conosco nessun modo per compiere miracoli." Poi, come infastidito, raccolse un bastone ed iniziò a battere il terreno. Vedendo la reazione del sadhu, il proprietario terriero, intimorito, supplicò il Babaji di non incollerirsi per quella spiacevole richiesta.

"Non sono arrabbiato," rispose Srila Jagannatha dasa Babaji. "Sto solo scacciando una capra che sta mangiando la pianta di Tulasi situata vicino al cottage di Srila Lokanatha Gosvami al Radha-kunda." Fortemente stupiti e desiderosi di verificare la veridicità di quella affermazione, immediatamente spedirono un telegramma, con risposta pagata, al Radha-kunda. La risposta arrivò il giorno seguente e dichiarava incontestabilmente che una capra, intrufolatasi nel cottage di Srila Lokanatha Gosvami, aveva rovinato la sacra pianta di Tulasi. Quest'incidente fece svanire i dubbi che alcuni di loro covavano nei confronti della perfezione di Srila Babaji Maharaja: quello stesso mattino tutti fecero ritorno da lui e gli offrirono i loro omaggi prostrandosi ai suoi piedi.

I puri devoti del Signore, essendo totalmente disinteressati nei confronti dell'universo materiale, non desiderano mai mostrare i loro poteri miracolosi. Ciò nonostante, su ispirazione del Signore Supremo, qualche volta agiscono in modo soprannaturale al solo scopo di far incrementare la fede delle creature di questo mondo. Una volta, a Navadvipa, Bihari dasa si ammalò seriamente: una violenta febbre con delirio lo tormentarono fino alla perdita di coscienza. Convocato un esperto medico di Calcutta, vide che il devoto era all'ultimo stadio della malattia e non poté fare altro che dichiarare inutile ogni tipo di intervento.

Le sue previsioni attestavano che Bihari si sarebbe spento prima del sorgere del giorno seguente. Dopo questa diagnosi, Srila Jagannatha dasa Babaji Maharaja si sedette accanto al suo amato servitore e, ponendogli in bocca una sacra foglia di Tulasi, iniziò a cantare il maha-mantra Hare Krishna. Dopo mezz'ora Bihari si ristabilì completamente. Poi, senza esitare, si alzò dal letto e dirigendosi in cucina preparò del cibo da offrire al suo maestro spirituale che nel frattempo era rimasto completamente digiuno evitando qualsiasi tipo di pietanza che non fosse stata preparata dal suo amato discepolo.

Srila Jagannatha dasa Babaji era solito affermare che le ore più opportune per il canto del Santo Nome di Krishna erano quelle che andavano dalle tre alle sette del mattino e quelle dal tramonto alle undici di sera. In queste ore, diceva il siddha-baba, nessun devoto serio dovrebbe farsi trovare addormentato dal Signore Shiva che passa per controllare i devoti del suo guru, Sri Krishna. Sebbene negli ultimi anni della sua vita fosse soggetto ad alcuni problemi di natura motoria, ogni volta che c'era sankirtana, incurante dei suoi problemi fisici, si impegnava con entusiasmo nella danza. il suo corpo curvo nell' estasi della danza si raddrizzava completamente. Giornalmente, come anche nel suo ultimo giorno di vita, si prostrava a terra milleuno volte per rendere gli omaggi alla sua Divinità di Giridhari.

A lui non piaceva l'idea di lasciare nel piatto i resti del suo prasada e quando si accorgeva che qualcuno stava già meditando di raccogliere quei resti, immediatamente mangiava tutto fina all'ultimo boccone e, non contento ancora, deglutiva anche la foglia che gli faceva da piatto. Un giorno Srila Babaji Maharaja chiese, rivolgendosi a Bihari dasa che era del tutto analfabeta, di poter ascoltare la Sri Caitanya Caritamrita. Quando Bihari dichiarò il suo analfabetismo, il suo guru Maharaja semplicemente gli disse di fissare per alcuni minuti lo sguardo sul libro. Entro pochi minuti, Bihari dasa cominciò a recitare i passatempi del Signore Caitanya dalle pagine della Sri Caitanya­ Caritamrita.

Di solito quando si recava a Calcutta si fermava a casa di Bhaktivinoda Thakura, situata sulla Maniktala Street. Spesso, molti devoti cercavano di portarlo nelle loro case per offrirgli il prasada ma lui non accettò mai nessuno di questi inviti. Una volta donò una Govardhana-Sila a Bhaktivinoda Thakura che iniziò ad adorarLa nel suo Bhakti Bhavan.

La sua vista si indeboliva man mano che andava avanti con gli anni: coloro che sapevano del suo problema agli occhi spesso, durante le loro visite, gli lasciavano delle donazioni affinché si curasse. Bihari dasa raccoglieva le donazioni e le deponeva in vaso d'argilla vuoto. Un giorno Babaji Maharaja, rivolgendosi al suo servitore, disse: "Bihari dammi tutte le offerte che hai raccolto." Da tutte le donazioni, Bihari prelevava e metteva da patte una piccola somma destinata alle necessità di Babaji Maharaja. Quella volta però il sadhu, oltre ad informarsi sull'esatta somma ricevuta in offerta, volle anche che gli fosse consegnata quella messa da parte per le sue necessità. Babaji Maharaja spese quella somma di denaro per soddisfare un suo desiderio: acquistò, per le mucche di Navadvipa-Dhama, rasgulla per un valore di 200 rupie — un' enorme quantità di dolci per quei tempi!

In un'altra occasione un cane diede alla luce cinque cuccioli sulla riva del Gange dove era situato il bhajana-kutira di Babaji Maharaja. Quando il saggio si sedette per prendere prasada, i cagnolini arrivarono e si sistemarono tutti intorno al piatto. Mentre Bihari cercava di allontanare i cuccioli, Babaji Maharaja disse: "Porta via il piatto, oggi non mangio." Mentre Bihari si affaccendava per dar da mangiare ai cani, Babaji Maharaja diceva con voce amorevole: "Questi sono i cani del dhama."

Molti lo avvicinavano per supplicarlo di accettarli come discepoli ma lui di solito respingeva le richieste. Tuttavia, anche se non li accettava come discepoli, spesso li istruiva affinché si impegnassero nei differenti tipi di servizio. Accadeva, però, che la maggior parte di costoro lasciava immediatamente la sua associazione perché non riuscivano a sopportare di essere caricati di cose da fare. Una volta un gentiluomo chiamato Sri Gaura Hari dasa si presentò al sadhu per chiedergli se lo accettava come discepolo e, come per tutti gli altri che si erano presentati prima di lui, ricevette la solita risposta di diniego. Al quel rifiuto, Gaura Hari si sistemò di fronte al cottage del paramahamsa e lì rimase digiunando per tre giorni.

Alla fine, Babaji Maharaja gli accordò la misericordia e gli concesse l'iniziazione a babaji. Una volta rivolgendosi a un recitatore professionista del Bhagavatam disse: "Questo tuo lavoro non è differente da quello che svolgono le prostitute. Coloro che recitano il Bhagavatam solo per il profitto non sono altro che offensori nei confronti del Santo Nome. Nessuno dovrebbe soffermarsi ad ascoltare questo genere di persone; chiunque lo farà sicuramente si degraderà." Quel gentiluomo immediatamente cessò le sue narrazioni, divenne un grande devoto e condusse un'umile esistenza a Vrindavana.

Srila Jagannatha dasa Babaji Maharaja solitamente trascorreva sei mesi a Vraja e sei mesi a Navadvipa-dhama. Secondo il Gaudiya­vaisnava-jivana, alla veneranda età di 146 anni, mentre dal Radha­kunda si apprestava a partire per Navadvipa-dhama, molti Brijbasi ed altri vaisnava si recarono da lui per chiedergli quale fosse il motivo che lo spingeva, in un'età così avanzata, a lasciare la sacra terra di Vraja-Dhama. Molto umilmente e in uno stato d'animo trascendentalmente triste replicò: "Voi vi trovate qui a Vraja-Dhama perché siete tutti dei puri vaisnava. lo invece sono molto offensivo ed è meglio che mi trasferisca a Navadvipa. Le Loro Signorie Sri Sri Gaura Nitai non considerano le offese poiché sono apparSe per liberare tutti gli offensori. Qui a Vraja-dhama le offese vengono considerate e le reazioni vengono severamente attuate."

Questo fu il suo ultimo viaggio a Navadvipa-Dhama. Pochi mesi dopo il suo arrivo, il primo giorno di luna nuova nel mese di Phalguna, una quindicina di giorni prima dell'anniversario dell'apparizione del Signore Caitanya, entrò negli eterni passatempi del Signore. Srila Bhaktivinoda Thakura era solito chiamare Srila Babaji Maharaja, vaisnava-Sarvabhaumah — il 'Comandante in capo' dei vaisnava.

gauravirbhava-bhumes tvam nirdesta saj-jana priyah
vaisnava-sarvabhaumah shri jagannathaya te namah

"Offro i miei rispettosi omaggi a Jagannatha dasa Babaji. Egli è rispettato dall'intera comunità vaisnava e ha scoperto il luogo dove il Signore Caitanya è apparso."

FAQ

Che cos'è il bhakti-yoga?

Bhakti deriva dalla parola sanscrita bhaj, che significa servizio amorevole. Yoga in sanscrito significa connessione. Bhakti yoga significa connettersi al supremo per mezzo dell'amore del puro servizio devozionale.Tutti noi abbiamo amore o Bhakti dentro di noi; tuttavia, è in uno stato dormiente. C'è un modo semplice per risvegliare questo servizio d'amore dormiente a Dio, la Persona Suprema. Questo processo è stabilito dal Signore Sri Krishna nella Bhagavad Gita. Il Signore, Sri Chaitanya Mahabrabhu, l'incarnazione del Signore Krishna in questa era attuale ha misericordiosamente reso questo processo molto semplice e piacevole. Srila prabhupada, il fondatore dell'ISKCON, ha reso questo processo famoso in tutto il mondo. Il processo del risveglio dell'amore non è solo purificante ma anche pienamente soddisfacente. Questo processo di purificazione consiste in tre principi principali: canto, danza e festa. Il canto dei puri nomi del Signore può essere fatto semplicemente cantando regolarmente l'Hare Krishna mahamantra - Hare Krishna Hare Krishna / Krishna Krishna Hare Hare / Hare Rama Hare Rama / Rama Rama Hare Hare. Il canto può essere fatto come giri minimi fissi sul japa mala o può essere fatto insieme in congregazione con strumenti musicali. La danza è anche una parte importante della purificazione per raggiungere l'amore. La danza è fatta con grazia davanti al Signore. La danza impegna tutto il nostro corpo nella glorificazione di Dio, la Persona Suprema. Banchettare significa solo mangiare cibo che è stato specificamente cucinato e offerto amorevolmente a Sri Krishna. Tale cibo o anche chiamato prasadam è privo di karma e non ci intrappola nel ciclo di nascite e morti ripetute.

Che cos'è la I.S.K.Con.?

La Società Internazionale per la Coscienza di Krishna è stata fondata nel 1966 da Prabhupada A.C. Bhaktivedanta Swami, venuto dall'India su ordine del suo Maestro Spirituale per predicare l'amore di Dio al popolo dell'Occidente. Prabhupada è in una linea di successione disciplica che risale direttamente a 500 anni fa, quando Sri Chaitanya apparve in India, e da lì ancora più indietro di 5000 anni, al tempo in cui Krishna parlò per la prima volta La Bhagavad Gita al Suo discepolo Arjuna. La Coscienza di Krishna è vissuta come un processo di auto purificazione. I suoi mezzi e il suo fine sono un segreto di Pulcinella, e non vi è alcun onere finanziario per imparare la Coscienza di Krishna o ricevere l'iniziazione al canto del mantra Hare Krishna. L'essenza del servizio devozionale a Krishna è che si prende qualunque capacità o talento si abbia e lo si combina con gli interessi del Supremo Goditore, il Signore, Sri Krishna. Lo scrittore, scrive articoli per Krishna e noi pubblichiamo periodici in questo modo. L'uomo d'affari, fa affari per fondare molti templi in tutto il paese. I capifamiglia, allevano i figli nella scienza di Dio, e marito e moglie vivono in mutua cooperazione per il progresso spirituale. Queste attività sono svolte sotto la sanzione dell'esperto Maestro Spirituale e in linea con le Scritture. Il servizio devozionale nella Coscienza di Krishna significa cantare regolarmente nel tempio, ascoltare discorsi sui passatempi di Krishna dallo Srimad Bhagavatam e prendere cibi preparati e offerti a Dio, la Persona Suprema. Con libri, letteratura e documenti, la Società si dedica a risvegliare il pubblico mondiale allo stato normale ed estatico della Coscienza di Krishna, in modo che tutti possano riguadagnare la loro posizione eterna di servire favorevolmente la volontà di Krishna. Il canto congregazionale del Sankirtan viene portato alla gente: nei parchi pubblici, nelle scuole, in televisione, a teatro, per le strade. La Coscienza di Krishna non è la filosofia di un pigro. Piuttosto, cantando e impegnandosi nel servizio di Krishna, chiunque partecipi sperimenterà lo stato di "Samadhi", l'assorbimento estatico nella coscienza di Dio, 24 ore al giorno! Poiché la filosofia della Coscienza di Krishna non è settaria, qualsiasi uomo, indù o cristiano, migliorerà nella sua fede cantando il Santo Nome di Dio e ascoltando la Bhagavad Gita. Senza conoscenza, realizzazione e servizio amorevole all'Unico Dio Supremo, non può esserci religione. Che tutti si rallegrino nel Movimento del Sankirtan, e potremo così vedere l'adempimento della predizione fatta da Sri Caitanya 500 anni fa: che il canto dei Santi Nomi di Dio, Hare Krishna, sarebbe stato portato in ogni città e villaggio del mondo. Solo così potrà prevalere la vera pace. È' sublime e facile.

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Chi è Krishna?

Nella filosofia del Bhakti Yoga, la Verità Assoluta è conosciuta come una persona. Il suo nome è Krishna, una parola sanscrita che significa “coLui che attrae tutti”. Krishna è l'oggetto più attraente dell'amore della tua anima. Ogni essere vivente cerca il piacere. L'essenza del piacere è il piacere dell'amore. Ne abbiamo bisogno. Senza amare qualcuno ed essere amati da qualcuno, la vita è molto vuota e superficiale. L'origine di quell'amore è l'amore dell'anima per Dio e l'amore di Dio per l'anima. Siamo attratti da qualcuno che è bello, potente, colto, famoso, rinunciato, ricco. Queste sono opulenze che attirano il nostro cuore. Il nome Krishna significa che possiede tutte le opulenze nella loro totalità. Egli è la fonte di tutta la bellezza, di tutta la forza, di tutta la conoscenza, di tutta la ricchezza, di tutta la fama e di ogni rinuncia. E l'amore di Krishna per l'anima è illimitato e incondizionato. Questo è Krishna. Egli è il nostro eterno padre, la nostra eterna madre, il nostro eterno amico, il nostro eterno amante. Potremmo servire Krishna attraverso il sentiero della bhakti. Bhakti è il processo che Dio ci ha dato attraverso il quale possiamo servirlo 24 ore al giorno. Krishna è nei nostri cuori. Krishna è nel cuore di ogni essere vivente. Krishna è dentro ogni atomo e tra gli atomi attraverso le sue varie energie. Ma alla fine, la fonte di tutto è quella persona divina, quella persona onnipotente, amorevole e attraente con cui desideriamo eternamente ricongiungerci. Bhakti Yoga significa ricongiungersi con la nostra fonte, con Dio, attraverso atti di devozione, ricordandoci di lui, cantando i Suoi nomi e le Sue glorie, pregandolo, adorando la divinità, rendendo servizio a Lui, ai Suoi devoti e a tutti gli esseri viventi. Questi sono i modi attraverso i quali potremmo sempre sentire la presenza di Dio.

Chi ha iniziato il Movimento Hare Krishna?

Nel 1965, Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada viaggiò da solo dall'India agli Stati Uniti d'America per stabilire la tradizione senza tempo della coscienza di Krishna nel mondo occidentale. Ha fondato da solo l'International Society for Krishna Consciousness (I.S.K.CON.), una società mondiale di oltre 500 templi, comunità agricole e scuole, con un'adesione di oltre tre milioni di membri in Occidente, cinquanta milioni in tutto il mondo. Srila Prabhupada ha tradotto oltre 50 libri sulla coscienza di Krishna, ora disponibili in oltre 65 lingue. Prima di morire nel 1977, fece in modo che il movimento fosse guidato da una Commissione del Corpo Direttivo composta dai suoi discepoli più anziani. Inoltre, dopo la dipartita di Srila Prabhupada, i suoi stessi discepoli iniziarono ad accettare discepoli, portando avanti l'antico sistema della successione disciplica. Pertanto, ha toccato abbastanza persone che possono trasmettere questa conoscenza ad altri che questo movimento continuerà anche nel futuro.

Chi sono io?

Queste sono le domande secolari che ogni filosofo nel corso dei secoli ha cercato di comprendere e comprendere. Dopo tutto, come saprai cosa fare nella vita se non sai nemmeno chi o cosa sei? " Tuttavia, l'antica letteratura vedica dell'India ha fornito le risposte più chiare che sono state trovate ovunque per rispondere a queste domande. Ad esempio, il Mundaka Upanishad (3.1.9) spiega che l'essere vivente è l'anima e che: "L'anima è di dimensioni atomiche e può essere percepita dalla perfetta intelligenza. Questa anima atomica è situata nel cuore e diffonde la sua influenza su tutto il corpo delle entità viventi incorporate. Quando l'anima viene purificata dalla contaminazione dei cinque tipi di aria materiale, la sua influenza spirituale viene esibita.

"Il Chandogya Upanishad (6.11.3) afferma anche che sebbene il corpo avvizzisca e muoia quando il sé o l'anima lo abbandonano, il sé vivente non muore. Ulteriore illuminazione è data nello Srimad-Bhagavatam (7.2.22) in cui spiega che l'anima spirituale non ha morte ed è eterna ed inesauribile. È completamente diverso dal corpo materiale, ma per essere stato fuorviato dall'abuso della sua leggera indipendenza, è obbligato ad accettare corpi sottili e grossolani creati dall'energia materiale e quindi essere sottoposti alla cosiddetta felicità materiale e angoscia.La natura eterna del sé viene anche spiegata nella Bhagavad-gita dal Signore Sri Krishna, dove Egli dice specificamente che non c'è mai stato un tempo in cui Lui non esistesse, né alcuno degli esseri viventi, incluso te. L'anima incarnata passa continuamente dalla fanciullezza alla giovinezza fino alla vecchiaia in questo corpo. ">Ma per chi si è realizzato da solo, non c'è sconcerto in un simile cambiamento. Si spiega inoltre che dovremmo sapere che ciò che pervade l'intero corpo attraverso la coscienza è indistruttibile. Nessuno è in grado di distruggere l'anima imperitura. Solo il corpo materiale dell'eterno essere vivente è soggetto alla distruzione. Per l'anima non c'è mai nascita né morte. Non viene ucciso quando il corpo muore o viene ucciso. Come una persona indossa nuovi indumenti, rinunciando a quelli vecchi, allo stesso modo, l'anima accetta nuovi corpi materiali, rinunciando a quelli vecchi e inutili. Certamente questa conoscenza può alleviare chiunque dall'ansia che viene dal pensare che la nostra esistenza sia finita alla morte. Spiritualmente, non moriamo; tuttavia, il corpo viene utilizzato fino a quando non è più adatto per continuare. A quel tempo, potrebbe sembrare che moriamo, ma non è così. L'anima continua il suo viaggio verso un altro corpo secondo il suo destino.

Viene anche spiegata l'indistruttibilità dell'anima. L'anima individuale è infrangibile e insolubile, e non può essere né bruciata né secca. L'anima è eterna, immutabile e eternamente uguale. Sapendo questo, non dovremmo addolorarci per il corpo temporaneo. Quindi, il corpo si assottiglia e muore ma l'anima non muore: semplicemente cambia corpo. Pertanto, il corpo è come una camicia o un cappotto che indossiamo per qualche tempo, e quando è consumato, lo cambiamo per uno nuovo. Pertanto, la letteratura vedica, come la Chandogya Upanishad (8.1.1), menziona che la conoscenza del sé interiore è ciò che dovrebbe essere cercato e compreso da tutti. Realizzare la propria identità spirituale risolve i problemi e i misteri della vita. Più realizziamo la nostra identità spirituale, più vedremo che siamo oltre questi corpi materiali temporanei e che la nostra identità non è semplicemente un corpo bianco, o nero, o giallo, o grasso, magro, intelligente, stupido, vecchio , giovane, forte, debole, cieco, ecc. La cecità reale significa non essere in grado di vedere attraverso le condizioni corporee temporanee e superficiali e nella persona reale interiore. Vedere la realtà significa riconoscere la natura spirituale di tutti. Lo Srimad-Bhagavatam (11.28.35) spiega che l'anima è auto-luminosa, al di là della nascita e della morte, e illimitata dal tempo o dallo spazio e, quindi, oltre ogni cambiamento. Il Bhagavatam (11.22.50) sottolinea anche che come si assiste alla nascita e alla morte di un albero ed è separato da esso, allo stesso modo la testimonianza della nascita, della morte e delle varie attività del corpo è dentro ma separata da esso. La dimensione dell'anima è descritta anche nella Svetasvatara Upanishad (5.9): "Quando il punto superiore di un capello è diviso in cento parti e ancora ciascuna di tali parti è ulteriormente suddivisa in cento parti, ciascuna di tali parti è la misura della dimensione dell'anima spirituale. "Quindi considerando che il diametro di un tipico pelo è largo circa tre-millesimi di pollice, allora dividerlo in cento parti, e poi dividere una di quelle parti di nuovo in cento parti significa che sarebbe microscopico. E poiché è spirituale e non fatto di sostanza materiale, percepire la presenza dell'anima non è così facile. È invisibile alla nostra visione materiale. La Katha Upanishad riferisce che all'interno del corpo, più in alto dei sensi e degli oggetti dei sensi, esiste la mente. Più sottile della mente è l'intelligenza, e più alto e più sottile di quanto l'intelletto sia il sé. Quel sé è nascosto in tutti gli esseri e non brilla, ma è visto dai sottili veggenti attraverso il loro acuto intelletto. Da questo possiamo capire che all'interno del corpo fisico grossolano, composto da vari elementi materiali, come terra, aria, acqua, ecc., c'è anche il corpo sottile composto dai sottili elementi sottili della mente, dell'intelligenza e del falso ego. Le attività psichiche si svolgono all'interno del corpo sottile. È anche all'interno del corpo sottile in cui esistono i ricordi delle vite passate, per quanto profonde possano essere. Tuttavia, l'essere vivente ha la sua forma spirituale che è più profonda di questa sottigliezza, altrimenti non potrebbe aver ripetuto nascite. Una persona vede effettivamente il suo sé spirituale così come la presenza dell'Essere Supremo quando percepisce che sia il corpo grossolano sia quello sottile non hanno nulla a che fare con il puro sé spirituale interiore. Pertanto, si potrebbe chiedere che, poiché siamo separati dai corpi grossolani e sottili, perché ci identifichiamo così fortemente con il corpo materiale? Si spiega che sebbene il corpo materiale sia diverso dall'anima, è a causa dell'ignoranza dovuta all'associazione materiale che ci si identifica erroneamente con le condizioni corporee alte e basse. È ulteriormente elaborato che solo a causa della mente e dell'ego tale sperimentiamo felicità materiale e angoscia. Tuttavia, in realtà, l'anima spirituale è al di sopra di tale esistenza materiale e non può mai essere realmente influenzata dalla felicità materiale e dall'angoscia in qualsiasi circostanza. Una persona che percepisce veramente questo non ha nulla da temere dalla creazione materiale o dall'apparizione di nascite e morti. Così, può ottenere una vera pace. Il Chandogya Upanishad (8.1.5-6) ​​continua a spiegare che il sé è libero dal peccato e dalla vecchiaia, dalla morte e dal dolore, dalla fame e dalla sete, dalla lamento e dalla tristezza e da tutte le forme corporee identificazione. Desidera solo ciò che dovrebbe desiderare e non immagina altro che ciò che dovrebbe immaginare. Chi si allontana da questa vita senza aver scoperto il sé e quei desideri veri o spirituali non ha libertà in tutti i mondi. Ma quelli che partono da qui dopo aver realizzato la propria vera identità spirituale e quelle inclinazioni spirituali hanno la libertà in tutti i mondi. Quindi, per riassumere, l'anima è una particella di coscienza e beatitudine nel suo stato purificato di essere. Non è materiale in alcun modo. È ciò che parte dal corpo al momento della morte e, nel corpo sottile, trasporta le sue impressioni, i desideri e le tendenze mentali, insieme ai risultati karmici delle sue attività da un corpo all'altro. Comprendere e percepire questo sé, che è la nostra autentica identità spirituale, è il vero obiettivo della vita. Tale realizzazione allevia uno di ulteriore esistenza materiale. Come è spiegato, coloro che hanno purificato la loro coscienza, sono stati assorbiti dalla conoscenza spirituale e hanno assolto ogni impurità nella mente, sono liberati dal karma che li libera da qualsiasi nascita futura. Sono liberi da altre nascite nel mondo materiale e vengono liberati nell'atmosfera spirituale. Come fare questo è il risultato finale dell'esistenza umana.

Da dove provengono le vostre Scritture?

Sebbene il movimento Hare Krishna sia stato fondato in Occidente solo nel 1966, le sue radici si estendono per migliaia di anni nel passato, nella tradizione vedica dell'India. I Veda erano originariamente una tradizione vocale, ma poi furono scritti in sanscrito più di 5000 anni fa. Il compilatore della letteratura vedica, Srila Vyasadeva, divise la conoscenza vedica in vari dipartimenti di conoscenza, materiale e spirituale, affidando ai suoi discepoli sezioni particolari. In questo modo, le scritture si sono sviluppate nei quattro Veda, nei Vedanta Sutra, nelle 108 Upanishad principali, nel grande Mahabharata che include la Bhagavad-gita e nei 18 Purana principali, tra gli altri testi. Dei Purana, il Bhagavata Purana o Srimad-Bhagavatam è descritto come il frutto più maturo di tutta la letteratura vedica. È accettato dalla tradizione vedica come la conclusione dei principi e della comprensione vedantica, e mette in relazione i passatempi e le caratteristiche del Signore Supremo. Il processo di sviluppo spirituale descritto nella letteratura vedica è un processo graduale di realizzazione di Dio e amore per Dio. Questa saggezza è stata attentamente preservata e tramandata attraverso i secoli attraverso il veicolo della successione di maestri autorealizzati. Questa antica saggezza spirituale viene ora nuovamente presentata in Occidente attraverso il Movimento Hare Krishna. Invitano persone di ogni tipo a visitare i loro templi, comunità e siti web e a partecipare in qualsiasi modo desiderino a questo sublime e facile processo di <em>bhakti-yoga</em> e Coscienza di Krishna. Ci sono anche molti libri che possono aiutare a comprendere come puoi iniziare questo processo spirituale.

Hare Krishna mantra, che cos'è?

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Un mantra è una vibrazione sonora spirituale che purifica la coscienza e risveglia l'amore di Dio. Il canto del maha-mantra Hare Krishna - Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare - è raccomandato nella letteratura vedica come il metodo più facile per quest'epoca (il kali-yuga), per raggiungere la realizzazione spirituale. Krishna è il nome sanscrito di Dio che significa "CoLui che attrae tutti", e Rama è un altro nome per Dio che significa "riserva di ogni piacere". Hare si riferisce all'energia divina del Signore. Quindi il mantra Hare Krishna significa: "O onnipotente, onnipotente Signore, o energia del Signore, per favore impegnami nel Tuo servizio". Ci sono due modi per cantare questo mantra: canto di gruppo (kirtana) e canto individuale su corona (japa). Per entrambi i metodi non si applicano regole rigide e chiunque può recitare in qualsiasi momento.

Ascolta il commento di Srila Prabhpada

Karma, che cos'è?

Il karma è uno di quegli argomenti che molte persone conoscono poco, ma pochi ne comprendono le complessità. Per cominciare, la terza legge del moto di Newton afferma che per ogni azione c'è una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale, questa è la legge del karma. La legge del karma afferma fondamentalmente che ogni azione ha una reazione e qualsiasi cosa tu faccia agli altri, in seguito, tornerà da te. Inoltre, l'ignoranza della legge non è una scusa. Siamo ancora responsabili per tutto ciò che facciamo, indipendentemente dal fatto che lo comprendiamo o meno. Pertanto, la cosa migliore è imparare come funziona. Se tutti capissero la legge del karma, vivremmo tutti una vita più felice in un mondo più luminoso. Perché? Perché potremmo sapere come regolare le nostre vite in modo da non subire le continue reazioni di ciò che abbiamo fatto a causa dei falsi obiettivi della vita. Secondo la letteratura vedica, il karma è la legge di causa ed effetto. Per ogni azione c'è una causa oltre che una reazione. Il karma viene prodotto eseguendo attività interessate allo sviluppo fisico o mentale. Si possono compiere attività pie che produrranno buone reazioni o un buon karma per il futuro divertimento. Oppure si può compiere egoismo o ciò che alcuni chiamano attività peccaminose che producono cattivo karma e sofferenza futura. Questo segue una persona ovunque vada in questa vita o in una vita futura. Tale karma, così come il tipo di coscienza che una persona sviluppa, stabilisce reazioni che è necessario sperimentare. La Svetashvatara Upanishad (5.12) spiega che l'essere vivente, l'anima jiva, acquisisce molti corpi fisici e sottili grossolani a causa delle azioni che compie, come è motivato dalle qualità materiali a cui ottiene. Questi corpi acquisiti continuano ad essere una fonte di illusione finché egli è ignorante della sua vera identità. Il Brihadaranyaka Upanishad (4.45) chiarisce ulteriormente che come l'atma o l'anima nei corpi grossolani e sottili agisce, così in tal modo ottiene condizioni diverse. Agendo santo diventa un santo e agendo immoralmente diventa soggetto alle conseguenze karmiche. In questo modo, acquisisce di conseguenza la pietà o il peso dell'empietà. Allo stesso modo, si afferma che come un uomo semina, così mieterà. Pertanto, mentre le persone vivono la loro vita presente, coltivano un particolare tipo di coscienza con i loro pensieri e attività, che possono essere buoni o cattivi. Questo crea il karma di una persona. Questo karma ci indirizzerà verso un corpo più appropriato per le reazioni che dobbiamo affrontare, o le lezioni che dobbiamo imparare. Quindi, la causa della nostra esistenza deriva dalle attività delle nostre vite precedenti. Poiché tutto è basato su una causa, è il karma di uno che determinerà la propria situazione, come razza, colore, sesso o area del mondo in cui uno apparirà, o se uno è nato in una famiglia ricca o povera, o essere sani o malsani, ecc. ecc. Grazie per aver letto Hare Krishna [learn_more caption = "Ulteriori informazioni"] Quindi, quando gli esseri viventi rinascono, ottengono un certo tipo di corpo che è più adatto al tipo di coscienza che hanno sviluppato. Pertanto, secondo il Padma Purana, ci sono 8.400.000 specie di vita, ognuna delle quali offre una particolare classe di corpo per qualsiasi tipo di desiderio e coscienza che l'essere vivente possa avere in questo mondo. In questo modo, l'essere vivente è il figlio del suo passato e il padre del suo futuro. Quindi, è attualmente influenzato dalle attività della sua vita precedente e crea la sua esistenza futura dalle azioni che compie in questa vita. Una persona si reincarnerà in varie forme di corpi che sono più adatti per la coscienza, i desideri e la dignità dell'essere vivente e per ciò che merita. Quindi l'essere vivente continua inevitabilmente in questo ciclo di nascita e morte e le conseguenze per le sue varie attività buone o cattive finché è materialmente motivato. Ciò che crea il karma buono o cattivo è anche la natura dell'intento dietro l'azione. Se si usano le cose egoisticamente o per rabbia, avidità, odio, vendetta, ecc., Allora la natura dell'atto è oscurità. Uno incorrerà in un cattivo karma che in seguito si manifesterà come un'inversione nella vita, eventi dolorosi, malattie o incidenti. Mentre le cose che sono fatte a beneficio degli altri, per gentilezza e amore, senza alcun pensiero di ritorno, o per adorare Dio, sono tutte azioni di bontà e pietà, che porteranno l'elevazione o la fortuna a voi. Tuttavia, se fai qualcosa di male che accade a causa di un incidente o di un errore, senza l'intenzione di arrecare alcun danno agli altri, il karma non è così pesante. Forse eri destinato a essere uno strumento nel karma di qualcun altro, che è anche tuo. Prenderà in considerazione la tua motivazione. Tuttavia, maggiore è l'intento o la consapevolezza di fare qualcosa di sbagliato, maggiore sarà il grado di reazione negativa che ci sarà. Quindi è tutto basato sull'intento che sta dietro l'azione. Tuttavia, dovremmo capire che, essenzialmente, il karma è per correggere una persona, non per una semplice retribuzione delle azioni passate. L'universo è basato su compassione. Ognuno ha certe lezioni e modi in cui deve svilupparsi, e la legge del karma in effetti la dirige in un modo per farlo. Nondimeno, non si è condannati a rimanere in questo ciclo di ripetute nascite e morti per sempre. C'è una via d'uscita. Nella forma umana si può acquisire la conoscenza della realizzazione spirituale e ottenere la liberazione dal karma e da ulteriori cicli di nascita e morte. Questo è considerato il risultato più importante che si possa ottenere nella vita. Questo è il motivo per cui ogni processo religioso nel mondo incoraggia le persone che vogliono la libertà dall'esistenza terrena a non desiderare attaccamenti materiali o piaceri sensuali che li legano a questo mondo, ma a lavorare verso ciò che può liberarli da ulteriori cicli di nascita e morte.Tutti il karma può essere negato quando si aspira veramente a comprendere o realizzare lo scopo superiore nella vita e nella verità spirituale. Quando si raggiunge quel punto, la sua vita può essere veramente spirituale che dà l'eterna libertà dal cambiamento. Cercando la Verità Assoluta o servendo Dio nel servizio devozionale, specialmente nel bhakti-yoga, una persona può raggiungere il punto in cui è completamente sollevato da tutti gli ostacoli o le responsabilità karmiche. Il Signore Krishna dice nella Bhagavad-gita (18.66): "Abbandona ogni varietà di religione e arrenditi a Me. Ti libererò da ogni reazione peccaminosa. Non temere ". Senza essere allenati in questa scienza spirituale, è molto difficile capire come l'essere vivente lascia il suo corpo o quale tipo di corpo otterrà in futuro, o perché ci sono varie specie di vita che accolgono tutte le persone gli innumerevoli livelli di coscienza delle entità viventi. Come riferito nella Bhagavad-gita, coloro che sono spiritualmente ignoranti non possono capire come un'entità vivente può lasciare il corpo al momento della morte, né possono capire quale tipo di corpo godrà sotto l'influenza dei modi di natura. Tuttavia, chi è stato addestrato alla conoscenza può percepirlo. Quindi, incoraggiamo tutti a comprendere la legge del karma in modo più completo e come si può impegnarsi nel servizio di devozione del Signore per liberarsi da ogni karma buono o cattivo e sviluppare una coscienza puramente spiritualizzata. Questa è vera libertà e liberazione da tutti i limiti materiali attraverso i quali si può raggiungere lo strato spirituale.

Qual è lo scopo della vita?

Gli esseri viventi sono anime spirituali. Come tali, siamo parte integrante dell'assoluto supremo, Sri Krishna. Lo scopo della nostra vita è stabilire la connessione perduta con la Persona Suprema - Sri Krishna. Tutti noi stiamo cercando l'amore. Tuttavia, stiamo cercando di trovare il cosiddetto amore in questo mondo materiale - un mondo che è pieno di avidità, invidia, lussuria, rabbia, falso ego, illusione. Questo mondo materiale è pieno di tristezza e miseria. È' un mondo temporaneo. Si può venire sommersi da problemi in qualsiasi momento. Quindi i nostri tentativi di trovare la vera felicità in questo mondo materiale invariabilmente finiscono con la frustrazione. La vera felicità può essere trovata quando risvegliamo l'amore dormiente o la coscienza di Krishna. La vita umana è una possibilità per noi di ristabilire questa relazione. La coscienza di Krishna si ottiene pensando sempre a Lui, cantando il Suo santo nome, servendoLo, servendo i Suoi devoti e diffondendo le glorie del santo nome. Quindi, quando siamo impegnati nella coscienza di Krishna, sperimentiamo il più alto amore trascendentale: l'amore per Krishna, la Suprema personalità di Dio o prema bhakti. Raggiungere la prema bhakti è l'obiettivo della vita. Una vita di eternità, conoscenza e beatitudine!

Reinarnazione, che cos'è?

La reincarnazione è chiamata samsara nei classici testi vedici dell'India. La parola samsara è sanscrito e significa essere legati al ciclo di ripetute nascite e morti attraverso numerose vite. Il modo in cui funziona è che coloro che sono condizionati materialmente trasmigrano attraverso corpi diversi in base ai propri desideri e attività (o karma) passate e familiarità. I loro desideri, se materialmente motivati, richiedono un corpo fisico per consentire loro di continuare a elaborare i loro desideri materiali in varie condizioni di vita. Generalmente, nelle tradizioni orientali si considera che tutte le forme di vita o di specie hanno un'anima, che è l'entità che si reincarna. Prima di quando un'entità è pronta a incarnarsi come essere umano sulla Terra, l'anima può aver attraversato un'intera serie di vite per sperimentare vari livelli di esistenza e di coscienza. Il principio è che un'entità può effettivamente progredire attraverso le diverse specie di vita, gradualmente salendo fino a raggiungere la forma umana. Certo, il corpo è solo la copertura dell'anima in cui appare. L'essere vivente si muoverà continuamente verso l'alto nei suoi cicli di reincarnazione finché non avrà sperimentato tutte le principali varietà di esistenze che il regno materiale ha da offrire. In questo modo l'essere vivente è pienamente esperto nell'elaborare desideri o desideri materiali in tutti i tipi di forme quando raggiunge il livello umano. Naturalmente, non tutti gli esseri potrebbero dover affrontare tutto questo. Come funziona la reincarnazione è descritto più dettagliatamente nei testi vedici dell'India. La Bhagavad-gita (8.6) spiega che qualunque stato di coscienza si raggiunge quando lui o lei abbandona questo corpo, uno stato simile sarà raggiunto nella prossima vita. Ciò significa che dopo che la persona ha vissuto la sua vita, le numerose attività variegate della persona formano una coscienza aggregata. Tutti i nostri pensieri e azioni nella nostra vita influenzeranno collettivamente lo stato di essere in cui siamo al momento della morte. Questa coscienza determinerà a cosa sta pensando quella persona alla fine della propria vita. Quest'ultimo pensiero e coscienza dirigeranno quindi dove quella persona molto probabilmente andrà nella prossima vita perché questo stato di essere passa da questa vita alla successiva. Come viene ulteriormente spiegato, l'entità vivente nel mondo materiale trasporta i diversi livelli di coscienza da un corpo all'altro nello stesso modo in cui l'aria porta aromi. In altre parole, non possiamo vedere gli aromi trasportati dall'aria, ma può essere percepito dal senso dell'olfatto. In modo simile, non possiamo vedere i tipi di coscienza che l'essere vivente si è sviluppato, ma è trasportato da questo corpo al momento della morte e procede verso un altro corpo nella prossima vita per riprendere da dove era stato interrotto dal precedente esistenza. Naturalmente, la prossima vita potrebbe essere in un altro corpo fisico o in un corpo sottile tra le nascite, o anche negli stati d'essere celesti o infernali. Dopo la morte, si continua la coscienza che è stata coltivata durante la vita. Sono i nostri modelli di pensiero che costruiscono la coscienza, che poi ci indirizza verso l'esperienza richiesta dopo la morte. Il proprio stato di coscienza o concezione della vita esiste nel corpo sottile, che consiste nella mente, nell'intelligenza e nel falso ego. L'anima è coperta da questo corpo sottile, che esiste all'interno della forma materiale grossolana. Quando il veicolo fisico non può più funzionare, il corpo e l'anima sottili ne sono costretti a uscire. Poi, quando è il momento giusto, sono collocati in un'altra struttura fisica che adatta adeguatamente lo stato della mente dell'entità vivente. È così che lo stato mentale che attira l'uomo morente determina come inizia la sua prossima vita. Se il morente è assorto in pensieri di guadagno materiale o di piaceri sensuali di moglie, famiglia, parenti, casa, ecc., Allora deve, a un certo punto, ottenere un altro corpo materiale per continuare a perseguire i suoi interessi mondani. Dopo tutto, come si può soddisfare i suoi desideri materiali senza un corpo materiale? Per questo motivo, è meglio che una persona coltivi sempre attività pie e pensieri spirituali per aiutarlo a entrare in una vita migliore dopo la morte. Se una persona ha provato a tagliare i nodi dell'attaccamento alla vita materialistica e si è impegnata in attività spirituali, al grado di avanzamento che la persona ha fatto, lui o lei può andare in un regno celeste dopo la morte, o persino raggiungere il regno di Dio . In ogni caso, possiamo cominciare a capire che morire nella coscienza giusta per liberarsi dal ciclo di nascita e morte è un'arte che richiede pratica. Dobbiamo prepararci per il momento della morte in modo da non essere presi alla sprovvista o in uno stato mentale inadatto. Questo è uno degli scopi dello yoga. Dopo quello che può essere milioni di nascite e morti attraverso molte forme di vita, cercando di soddisfare tutti i desideri materiali, l'anima può cominciare a stancarsi di questi continui tentativi di felicità che spesso si rivelano così temporanei. Allora la persona può tuper trovare un significato spirituale nella vita. Nella ricerca del significato più alto, a seconda del livello di coscienza che una persona sviluppa, lui o lei può gradualmente entrare in livelli sempre più alti di sviluppo. Infine, se una persona scopre che in realtà non è questo corpo ma un essere spirituale al suo interno, e raggiunge un livello spirituale di coscienza, può perfezionare la sua vita in modo che entri negli strati spirituali e non debba più incarnarsi nel fisico mondo. Quindi, la liberazione è raggiunta attraverso la realizzazione del Sé e lo sviluppo del servizio di devozione a Dio, che è la perfezione del sentiero spirituale. Attraverso l'esistenza umana sulla Terra, è possibile accedere a molti altri piani di esistenza, incluso l'ingresso nel mondo spirituale. Dipende solo da come usiamo questa vita. L'idea che una persona abbia una sola vita per diventare qualificata per entrare in paradiso o per entrare nella dannazione eterna non offre all'anima alcun mezzo per la riabilitazione e solo una infinita sofferenza. Questo non è ragionevole. La dottrina della reincarnazione offre a chiunque ampie possibilità di correggere e rieducarsi nelle future nascite. Un'eternità all'inferno significa che un effetto infinito è prodotto da una causa finita, che è illogica. Dio non ha creato gli uomini per diventare niente più che un combustibile duraturo per nutrire i fuochi dell'inferno. Un tale scopo nella sua creazione non proviene da un Dio sempre amorevole, ma deriva dalle idee difettose dell'uomo e dalle sue concezioni imperfette di Dio. Dopo tutto, quanti uomini senza macchia potevano esserci in questo mondo? Chi ha un personaggio così puro da ricevere un passaggio immediato in paradiso? La Bhagavad-gita spiega che anche il peggiore peccatore può attraversare l'oceano della nascita e della morte salendo la barca della conoscenza trascendentale. Dobbiamo semplicemente essere sinceri nel raggiungere quella barca. Inoltre, una persona raccoglie i risultati delle sue azioni peccaminose per un periodo di tempo limitato. Dopo essere stato purgato dai propri peccati, cioè soffrendo le reazioni dolorose delle proprie cattive attività, una persona, sapendo il bene dal male, può avere una nuova possibilità di lavorare liberamente per la sua emancipazione da un ulteriore intreccio nella vita materiale. Quando merita e ottiene tale libertà, l'anima può godere della felicità perfetta ed eterna nella sua unione devozionale con l'Essere Supremo. Questo è il motivo per cui è sempre incoraggiato uno a cercare la conoscenza spirituale e la pratica dell'illuminazione. Sviluppando devozione sincera e purificata per il Signore, non ci si deve preoccupare della propria futura nascita. Una volta che una persona ha iniziato questo percorso di devozione, ogni vita si avvicina alla perfezione spirituale, in qualunque situazione si trovi. Così una persona è incoraggiata a pentirsi dei propri peccati o delle cattive scelte che sono state fatte sotto l'influenza di lussuria, rabbia o avidità e coltivare il perdono, la purezza e la generosità. Una persona dovrebbe anche impegnarsi in carità, penitenza, meditazione, japa (canto personale dei santi nomi del Signore), kirtan (canto congregazionale dei santi nomi del Signore) e altre pratiche spirituali, che distruggono tutti i peccati e rimuovono tutti i dubbi sulla conoscenza spirituale . Quindi attraverso la pratica costante si può raggiungere gradualmente il mondo spirituale ed essere liberi da ogni ulteriore entanglement nella reincarnazione.

Vegetariani, perché essere o diventare?

Sul sentiero spirituale, ci sono diversi motivi per cui una persona è raccomandata per essere vegetariana. Una ragione principale è che abbiamo bisogno di vedere la natura spirituale all'interno di tutti gli esseri viventi, e ciò include anche gli animali e le altre creature. Fratellanza universale significa nonviolenza sia agli umani che agli animali. Consiste nel comprendere che anche gli animali hanno un'anima. Sono vivi, coscienti e provano dolore. E queste sono le indicazioni della presenza della coscienza, che è il sintomo dell'anima. Persino la Bibbia (Genesi 1,21; 1,24; 1,30; 2,7; e in molti altri luoghi) si riferisce sia agli animali che alle persone come nefesh chayah, anime viventi. Coloro che mangiano carne, tuttavia, a causa del loro desiderio di mangiare animali o di vederli come una fonte di cibo per lo stomaco, non sono così facilmente in grado di comprendere la natura spirituale di tutti gli esseri. Dopo tutto, se sai che tutte le entità viventi sono essenzialmente spirituali e che tutti gli esseri viventi che sono coscienti mostrano i sintomi dell'anima interiore, allora come puoi ucciderli inutilmente? Ogni creatura vivente è anche la stessa di cui siamo nel rispetto che è anche figlia dello stesso padre, una parte dello stesso Essere Supremo. Pertanto, l'uccisione di animali mostra una grande mancanza di consapevolezza spirituale. Molte parti della letteratura Vedica descrivono come l'Essere Supremo sia il mantenitore di innumerevoli entità viventi, gli umani così come gli animali, ed è vivo nel cuore di ogni essere vivente. Solo quelli con coscienza spirituale possono vedere lo stesso Essere Supremo nella Sua espansione come Anima Suprema all'interno di ogni creatura. Essere gentili e spirituali verso gli umani e essere un assassino o un nemico verso gli animali non è una filosofia equilibrata, e mostra la propria ignoranza spirituale. La prossima ragione per essere vegetariani è considerare la quantità di paura e sofferenza che gli animali provano nel settore della macellazione. Ci sono innumerevoli storie di come nella paura le mucche piangono, urlano e talvolta cadono morte mentre sono dentro o anche prima che vengano portate nel macello. O come le vene dei maiali morti sono così grandi da mostrare che sono praticamente esplose dalla paura che il maiale ha provato e dall'adrenalina prodotta mentre veniva portata al macello. Ciò causa certamente un'immensa quantità di violenza per permeare l'atmosfera, che si spegne e ricade su di noi in una qualche forma. Inoltre, l'adrenalina e la paura nell'animale producono anche tossine che poi permeano il corpo di questi animali, che ingeriscono i mangiatori di carne. Le persone che consumano queste cose non possono fare a meno di esserne influenzate. Causa tensioni all'interno di loro individualmente, che poi si diffonde nelle loro relazioni con gli altri. L'antico testo Vedico della Manu-samhita (5,45-8) dice: "Chi ferisce gli esseri infetti dal desiderio di darsi piacere non trova mai la felicità, né vivente né morta. Colui che non cerca di causare la sofferenza dei legami e della morte alle creature viventi, ma desidera il bene di tutti gli esseri, ottiene una felicità infinita. . . La carne non può mai essere ottenuta senza danni alle creature viventi, e la ferita agli esseri senzienti è dannosa per il conseguimento della beatitudine celeste; Lascialo quindi evitare l'uso della carne. " La Bibbia (Romani 14,21) dice anche: "Non è né buono mangiare carne né bere vino". Un altro comandamento biblico (Esodo 23.5) ci istruisce ad aiutare gli animali nel dolore, anche se appartengono a un nemico. Anche le scritture buddhiste (Sutta-Nipata 393) consigliano: "Non distruggere o far distrarre alcuna vita o sanzionare le azioni di coloro che lo fanno. Lascia che si astenga dal ferire persino qualsiasi creatura, sia quelle forti che quelle che tremano nel mondo. "Si dice anche nelle scritture buddiste, il Sutra Mahaparinirvana," Il mangiare carne estingue il seme della grande compassione ".Per gli ebrei, il Talmud (Avodah Zorah 18B) vieta l'associazione con i cacciatori, per non parlare della caccia. Nel Nuovo Testamento Gesù preferì la misericordia al sacrificio (Matteo 9.13, 12.7) e si oppose all'acquisto e alla vendita di animali per il sacrificio (Matteo 21,12-14, Marco 11,15, Giovanni 2,14-15). Una delle missioni di Gesù era di eliminare il sacrificio animale e la crudeltà verso gli animali (Ebrei 10.5-10). Troviamo specialmente in Isaia dove Gesù disprezza il massacro e lo spargimento di sangue di uomini e animali. Dichiara (1,15) che Dio non ascolta le preghiere degli assassini animali: "Ma le tue iniquità hanno separato te e il tuo Dio. E i tuoi peccati ti hanno nascosto la sua faccia, così che Lui non ascolti. Perché le tue mani sono macchiate di sangue. . . I loro piedi corrono verso il male e si affrettano a versare sangue innocente. . . non conoscono le vie della pace ". Isaia si lamenta anche di aver visto," Gioia e allegrezza, macellazione di bestiame e uccisione di pecore, consumo di carne e consumo di vino, come pensavi, 'mangiamo e beviamo, per domani noi moriamo. '"(22.13) È anche stabilito nella Bibbia (Isaia 66,3): "Chi uccide un bue è come se uccidesse un uomo". A questo proposito San Basilio (320-379 d.C.) insegnava: "Il vapore della carne daruccide la luce dello spirito. Difficilmente si può avere virtù se si gustano pasti a base di carne e di carne. "Quindi dovremmo trovare alternative all'uccidere gli animali per soddisfare i nostri appetiti, specialmente quando ci sono molti altri cibi sani disponibili. Altrimenti, devono esserci reazioni a tale violenza. Non possiamo aspettarci la pace nel mondo se continuiamo a uccidere inutilmente tanti milioni di animali per il consumo di carne o per abuso. Il terzo fattore per essere vegetariani è il karma. Come afferma la seconda legge della termodinamica, per ogni azione deve esserci una reazione uguale e contraria. Sulla scala universale questa è chiamata la legge del karma, il che significa che ciò che gira intorno viene fuori. Questo riguarda ogni individuo, così come le comunità e i paesi. Come la nazione semina, così raccoglierà. Questo è qualcosa che dovremmo prendere molto seriamente, specialmente nel nostro tentativo di portare pace, armonia e unità nel mondo. Se tanta violenza viene prodotta dall'uccisione di animali, dove pensi che le reazioni a questa violenza vadano? Ci torna in tanti modi, come la forma del crimine di quartiere e della comunità e le guerre mondiali. La violenza genera violenza. Pertanto, questo proseguirà a meno che non sappiamo come cambiare.Isaac Bashevis Singer, che ha vinto il Premio Nobel per la letteratura, ha chiesto: "Come possiamo pregare Dio con misericordia se noi stessi non abbiamo pietà? Come possiamo parlare di diritti e giustizia se prendiamo una creatura innocente e versiamo il suo sangue? "Continuò dicendo:" Personalmente credo che finché gli esseri umani verseranno il sangue degli animali, non ci sarà mai alcuna pace . "In conclusione, possiamo citare il numero del 10 marzo 1966 de L'Osservatore della Domenica, il settimanale vaticano, in cui mons. Ferdinando Lambruschini ha scritto: "La condotta dell'uomo nei confronti degli animali dovrebbe essere regolata dalla giusta ragione, che proibisce di infliggere loro dolore e sofferenza senza scopo. Maltrattarli e farli soffrire senza ragione è un atto di deplorevole crudeltà da condannare da un punto di vista cristiano. Farli soffrire per il proprio piacere è un'esibizione di sadismo che ogni moralista deve denunciare. "Mangiare gli animali per il piacere della propria lingua quando ci sono molti altri cibi disponibili certamente si adatta a questa forma di sadismo. È ovvio che questo è controproducente per ogni pace, unità o progresso spirituale che desideriamo fare. È una delle cose che dobbiamo considerare seriamente se vogliamo migliorare noi stessi o il mondo. Quindi ecco alcuni motivi per cui una persona sinceramente spirituale sceglierà di essere vegetariana.

VALORE VEGETARIANO

Nel processo di bhakti-yoga, la devozione va oltre il semplice vegetarianismo e il cibo diventa un mezzo per il progresso spirituale. Nella Bhagavad-gita, il Signore Krishna dice: "Tutto ciò che fai, tutto ciò che mangi, tutto ciò che offri e reggi, così come tutte le austerità che puoi compiere, dovrebbero essere fatte come offerta a Me". ciò che mangiamo al Signore è parte integrante del bhakti-yoga e rende il cibo benedetto con potenze spirituali. Allora tale cibo è chiamato prasadam, o la misericordia del Signore. Il Signore descrive anche ciò che accetta come offerta: "Se uno mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto o acqua, lo accetterò". Così , possiamo vedere che il Signore accetta frutta, cereali e cibi vegetariani. Il Signore non accetta cibi come carne, pesce o uova, ma solo quelli che sono puri e naturalmente disponibili senza danneggiare gli altri. Quindi sul sentiero spirituale mangiare cibo che viene offerto a Dio è la perfezione ultima di una dieta vegetariana. La letteratura Vedica spiega che lo scopo della vita umana è risvegliare la relazione originale dell'anima con Dio, e accettare il prasadam è il modo per aiutarci a raggiungere questo obiettivo.

Ricorrenze del mese

Damanaka-aropana Dvadasi

Sri Abhirama Thakura

Apparizione Radha Kunda

Sri Syamananda Prabhu

Sri Vamsivadana Thakura

Sri Krishna Vasanta Rasa

Sri Balarama Rasayatra

Rama Navami

Sri Ramanujacarya

Sri Govinda Ghosh

Sri Srivasa Pandita

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